Capitolo 12

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Gabriel si occupò personalmente di contattare gli organizzatori, i quali, venuti a conoscenza della presenza del grande stilista, gli avevano subito riservato un posto d'onore in prima fila, accanto a Audrey Bourgeois, oltre a renderlo partecipe della giuria che avrebbe sancito il vincitore.
Per sua decisione, Adrien avrebbe raggiunto il luogo insieme al gorilla e Plagg, mentre lui sarebbe giunto lì insieme a Nathalie. Di conseguenza, Adrien decise di accompagnare Marinette e la sua famiglia, sfruttando lo spazio offerto dall'enorme suv.
Marinette era tesa come una corda di violino: aveva già il timore di ricevere un giudizio negativo da parte della madre di Chloè, conosciuta come la spietata stroncatrice di carriere, e la notizia che anche Gabriel Agreste avrebbe fatto parte della giuria era stato il colpo di grazia.
Per sua fortuna, aveva una schiera di persone pronta a sostenerla e ad incoraggiarla, in primis i suoi genitori, seguiti da Alya, Nino, le sue compagne, Adrien e Plagg.
Il clima disteso che si venne a creare nel veicolo, soprattutto per merito di Tom e Plagg, ebbe l'effetto di rasserenare anche Adrien che, dopo tanto tempo, si sentì come parte di una vera famiglia, assaporando quel calore affettivo di cui non negava di invidiare a Marinette.
Giunti sul posto, Plagg accompagnò i due ragazzi nei camerini, mentre i coniugi Dupain-Cheng presero posto accanto ad Alya e al gruppetto di amiche.
Marinette e Adrien avevano concordato insieme, sotto consenso degli organizzatori, che avrebbero sfilato insieme in modo da far risaltare l'abito del ragazzo con una perfetta scenografia.
Plagg entrò insieme all'amico, ritenendo che fosse il luogo adatto per parlare lontano da orecchie indiscrete. «Nervoso?» 

Adrien fissava il suo volto nello specchio. Non diede risposta.

«Cosa ti ha detto Gabriel, stamattina?» incalzò Plagg.
«Di non illudermi di avere favoritismi solo perché sono suo figlio.» rispose Adrien con il volto corrucciato. «Comunque, non è questo che mi preoccupa.»
«Marinette?» Plagg intuì la preoccupazione di Adrien. «Fidati di me. Non correrà nessun rischio.»
«Rimarrà comunque delusa...»Adrien si passò una mano nella chioma bionda per sistemarla a dovere.
Plagg gli si avvicinò sorridente e sistemò al meglio il papillon rosso al collo dell'amico. «Questo abito è veramente sensazionale.» batté la mano sul braccio di Adrien. «Ha un grande talento quella ragazza. Cerca di non rovinare troppo la sua opera.» Si avviò verso la porta salutando Adrien con un cenno delle dita accanto alla tempia. «Ci si vede dall'altra parte.»
Adrien prese due lunghi respiri, diede un'ultima occhiata allo specchio e sussurrò ad occhi chiusi: «Perdonami Marinette.»
Uscendo dal camerino, si ritrovò Chloè ad aspettarlo, con il suo solito atteggiamento da civettuola. «Oh Adrien caro.» sbatté le palpebre. «Sei stupendo! Sapevo che alla fine avresti deciso di non indossare la mostruosità della Dupain-Cheng.»
«Come sarebbe "mostruosità"?» domandò Adrien, infastidito dal commento pungente della biondina.
«Ma hai visto come si veste?» commentò Chloè. «Non penserai che una plebea come lei possa solo immaginare un vestito così.» sfiorò con le dita la stoffa dell'abito, apprezzandone il taglio e la cura dei dettagli.
Adrien provò a ribattere, non gradendo la superbia e prepotenza ostentata dalla figlia del sindaco, ma una voce alle sue spalle lo precedette: «Mi dispiace deluderti Chloè, ma è quello il mio vestito.»
Entrambi si voltarono e videro Marinette, braccia incrociate, espressione audace e sfrontata.
Adrien era ben addestrato a controllare le sue emozioni, a mantenere sempre il sangue freddo e ad avere piena padronanza del suo corpo; però, la visione di Marinette, in quel preciso istante, ebbe l'effetto di distruggere tutte le sue difese: il suo cuore infranse ogni record di battiti, la salivazione si azzerò e assunse uno sguardo da pesce lesso.
Seguendo i consigli di Alya, Marinette sfoggiava un look in perfetta armonia con l'abito di Adrien: camicetta bianca, gilet rosso e gonna blu scuro, stivaletti con tacco anch'essi blu scuro.
Il viso era leggermente truccato e i capelli erano sciolti, fatta eccezione per una piccola ciocca, legata dietro la nuca in una treccia.
Adrien aveva sempre ritenuto Marinette una bella ragazza, ma, in quel momento, era addirittura stupenda.
Il farfuglio di Chloè lo risvegliò dall'effetto del tornado di nome Marinette. Si schiarì la voce. «È così Chloè. Questo meraviglioso abito è opera di Marinette e, tra un po', sfileremo insieme lì fuori.» indicò il tendaggio che divideva i camerini dalla passerella.
Chloè batté i piedi a terra e, furibonda, ritornò in platea. «È ridicolo! Assolutamente ridicolo!»
«Non cambierà mai.» dissero all'unisono Marinette e Adrien. Si guardarono negli occhi, imbarazzati, e sorrisero.
«Adrien, prendi questo.» Marinette gli porse un braccialetto rosso con alcune pietre verdi smeraldo intagliate. «Ti porterà fortuna durante la sfilata, l'ho fatto apposta per te.»
Adrien osservò per qualche secondo il regalo e lo indossò. «Grazie. Sarà il mio Lucky Charm.» ammiccò, imitando per una volta l'atteggiamento di Plagg.

Man mano che le varie creazioni venivano presentate, l'attesa di vedere l'opera di Marinette cresceva per Tom, Sabine, Alya e tutto il gruppetto di amiche.
Nel frattempo, madame Bourgeois non risparmiò i suoi velenosi commenti sui capi in competizione, umiliando i giovani concorrenti; Gabriel, invece, rimaneva impassibile, quasi immobile, senza esternare nessun tipo di apprezzamento o disgusto.
L'unico momento che attirò la sua attenzione fu l'annuncio della concorrente Marinette Dupain-Cheng, sapendo che la sua creazione sarebbe stata indossata dal figlio.
I due ragazzi fecero la loro comparsa sulla passerella mentre un coro si levò dalla platea, proveniente dal gruppetto di amiche, capeggiate da uno scatenato Tom.
Avanzarono insieme a braccetto fino a metà pedana, poi, dopo aver eseguito un galante baciamano, Adrien avanzò da solo fino al bordo, sfoggiando la sua esperienza nel far risaltare un abito, sotto scroscianti applausi dal pubblico.
«Marinette non ci crederà mai quando le farò vedere questo video.» Alya riprendeva il tutto come una reporter professionista.
Adrien si stava esibendo nella sua ultima posa prima di tornare indietro, quando le luci proiettate dai riflettori si fecero più intense, tanto da accecare i presenti. Da quel violento bagliore bianco, apparve una striscia oscura che si muoveva a velocità fulminea: una freccia nera si conficcò dritta sullo schienale della poltrona dove sedeva Audrey Bourgeois, ferendola di striscio ad un braccio, mentre urla di panico si scatenarono nella sala.
Adrien, accigliando lo sguardo, fu il più lesto di tutti e si precipitò ad abbracciare un'attonita Marinette. «Mettiti al sicuro!»
La aiutò a scendere dalla passerella per poi fiondarsi sul lato opposto in modo da raggiungere il padre, il quale non nascose la propria sorpresa ma non sembrava affatto spaventato.
Una seconda freccia fu scoccata, stavolta direzionata proprio contro Gabriel, ma Adrien lo spinse di lato, facendogli schivare il dardo nero.
Nell'impatto col pavimento, dovuto alla prepotenza della spinta di Adrien, Gabriel perse i sensi, così il ragazzo esortò Nathalie e il gorilla a soccorrerlo, mentre la sala si svuotava sempre di più, al grido di "Chat Noir è qui!".
Accertatosi che il padre ricevesse l'assistenza necessaria, Adrien si defilò, sfruttando la confusione della folla e raggiunse la zona dei camerini, in quel momento deserta. Dopo una rapida occhiata ai dintorni, entrò nel camerino che aveva precedente utilizzato per cambiarsi, ritrovandosi Chat Noir di fronte a lui, armato di balestra.
«Ottimo lavoro con quell'affare.» affermò Adrien con decisione, indicando la balestra. «Le due frecce hanno centrato in pieno i bersagli prestabiliti.»
L'arciere si svestì del costume, rivelandosi essere Plagg, il sostituto ideale per far cadere tutti i sospetti su Adrien, il quale, imitando il suo amico, si svestì dell'abito della sfilata per indossare il suo costume da arciere.
«Ero certo che una balestra con la mira automatica sarebbe tornata utile.» commentò Plagg, in un attimo di lusinga per il suo ego. «Piaciuto il gioco di luci?»
«Incantevole.» mormorò Adrien, completata la trasformazione in Chat Noir. «Ora se vuoi scusarmi... Ho un'arpia griffata da inseguire.»
Si catapultò fuori dal camerino, sfruttando il buio provocato da un corto circuito prodotto da un congegno di Plagg, e salì sulla sua moto nera, parcheggiata sul retro dell'edificio e ben nascosta da un telone scuro.

Marinette lasciò la sala accompagnata dai suoi genitori; certa che ormai fossero al sicuro, aveva adesso il problema di trovare un modo per allontanarsi senza destare sospetti, cosicché potesse lasciar spazio a Ladybug per dare il via alla caccia a Chat Noir.
Optò, dunque, per un appuntamento con Alya al Trocadero; la storia era verosimile dato che le due amiche si incontravano spesso lì quando non c'era scuola. Una volta salutati i genitori, per rendere la scusa più concreta, chiamò Alya, fissando un incontro per un'ora dopo.
Libera di agire, trovò un luogo appartato nei paraggi: Tikki uscì dalla sua pochette, pronta all'azione.
Marinette scambiò un cenno d'intesa con la piccola kwami. «Abbiamo meno di un'ora per catturare un gattino smarrito.»
In pochi attimi, Ladybug volò nei cieli di Parigi, scrutando le strade nei dintorni alla ricerca di Chat Noir; essendo passato molto tempo dall'agguato alla sfilata, pensò che si dovesse trovare ancora in zona.

Non le servì molto tempo per trovare ciò che cercava: su una delle principali arterie di Parigi, un uomo incappucciato, in sella ad una moto nera, si trovava alle calcagna di una lussuosa automobile.
Ladybug riconobbe subito la vettura, una volta vicina: era l'auto con cui ogni giorno Chloè si recava a scuola.
Ricordando quanto successo prima alla sfilata, intuì che il bersaglio era Audrey Bourgeois.
Chat Noir scorse la presenza della supercoccinella, utilizzando uno degli specchietti retrovisori. Non risparmiò un'esclamazione di stizza, comprendendo che avrebbe dovuto abbandonare le sue intenzioni di colpire madame Bourgeois e tentare di fuggire al più presto.
Come prevedibile, però, la determinazione di Ladybug era irriducibile.
Sfruttando la potenza del motore del suo mezzo e la sua abilità nel destreggiarsi nel traffico, Chat azzerò il vantaggio che aveva Ladybug nel volare, protraendo l'inseguimento per diversi minuti.
Man mano che si allontanava dal centro della città, per Chat diventava sempre più difficile distanziare la sua inseguitrice che, anzi, guadagnava sempre più terreno. La corsa terminò in una zona periferica, nei pressi di un centro di smaltimento rifiuti, quel giorno deserto.
Ladybug, conquistata una posizione ottimale, utilizzò il suo yo-yo per bloccare i giri della ruota posteriore della moto: la brusca frenata sbalzò Chat dal mezzo, facendolo impattare sull'asfalto.
«La corsa finisce qui, gattaccio.» affermò con sfrontatezza Ladybug.
Chat, con l'utilizzo delle braccia, si rialzò da terra, emettendo un ringhio di rabbia; imbracciò con furia il suo arco e scagliò due frecce, mirando alla supereroina.
Ladybug, quasi con scherno, fece roteare il suo yo-yo e respinse i due dardi neri. «Tutto qui?»
Chat assunse una posizione dritta, mostrandosi impassibile a quelle parole; estrasse un'altra freccia dalla sua faretra e la scoccò.
Mantenendo la stessa espressione, Ladybug mosse lo yo-yo come in precedenza, in modo da respingere la freccia; stavolta, però, il dardo esplose al contatto con il filo dell'arma rossa, catapultando Ladybug a terra.
L'espressione della ragazza cambiò, divenendo seria. "Forse non è stato saggio provocarlo; può nascondere parecchie sorprese." Si rialzò in piedi.
Ladybug lanciò due shuriken magici che Chat schivò con destrezza. I due contendenti si avvicinarono sempre più, trasformando quel combattimento in un duello corpo a corpo. Ladybug sfruttò la sua agilità superiore per sferrare una scarica di pugni, che Chat schivò con destrezza, senza, però, riuscire a contrattaccare per la velocità fulminea dell'eroina coccinella.
Chat cercò di crearsi un'apertura, parando uno di quei pugni; non aveva considerato che, oltre ad essere veloce, Ladybug era anche straordinariamente forte. Quel colpo sferrato gli causò un indolenzimento al braccio e creò una finestra di attacco per Ladybug la quale colpì il suo avversario con tre poderosi ganci al torace.
Chat vacillò, avvertendo difficoltà a restare in piedi data la violenza di quei colpi; Ladybug evitò un disperato tentativo di contrattacco dell'incappucciato, balzando alle sue spalle.
Lanciò il suo yo-yo ed intrappolò le braccia di Chat, sicura di aver ottenuto la vittoria. Con tutta la forza che aveva in corpo, Chat tentò di resistere alla stretta, tirando il cavo che lo teneva legato mentre Ladybug lo strattonava.
Anche stavolta, l'eroina fece sfoggio della sua forza superiore facendo arretrare, seppur lentamente, l'avversario.
Chat, intuita l'impossibilità di poter vincere quella contesa, lasciò la presa e sfruttò la potenza dello strattone per sferrare un calcio in pieno viso ai danni di Ladybug, sorpresa da quell'inaspettata contromossa.
Cadde a terra inginocchiata, toccandosi il labbro superiore dove avvertiva un forte bruciore: guardò il suo dito e notò un rivolo di sangue, quindi rialzò lo sguardo, inferocita da quella reazione.
Determinata a porre fine a quello scontro, si sollevò sulle ginocchia e riprese a far roteare il suo yo-yo, fissando il suo oppositore.
Dal canto suo, Chat, in difficoltà per i colpi subiti, sguainò la katana. Ladybug lanciò la sua arma verso il volto di Chat, il quale, però, parò il colpo afferrando l'oggetto coccinellato poi, con una rotazione completa del corpo, scagliò una gomitata sul volto dell'eroina che barcollò all'indietro. Convinto di essere riuscito ad avere la meglio, sollevò la sua katana e tentò un colpo dall'alto ma fu sorpreso dall'improvvisa reazione di Ladybug che bloccò la lama con una mano e centrò in pieno la gola dell'avversario con l'altra mano; Chat arrancò, il suo respiro fu bloccato per qualche secondo e la vista gli si appannò.
Ladybug lo disarmò in un attimo e lo gettò a terra con un calcio al volto.
Con un ghigno vittorioso dipinto sul volto, si avvicinò lentamente al viso di Chat, poggiandogli la mano sul visore che copriva metà volto dello sconfitto. «Vediamo chi sei.»


Angolo Autore:

Salve gente!
Ho optato per una doppia pubblicazione questa settimana in modo da recuperare i giorni di assenza.
Dalla settimana prossima, le pubblicazioni torneranno normali.
Dunque, piaciuta la sfilata? Direi che è stata parecchio movimentata, sotto ogni punto di vista.
Abbiamo anche visto la nostra Ladybug fare sfoggio delle sue abilità e, stavolta, a pagarne le conseguenze è stato il nostro Chat. Che dite, uscirà completamente sconfitto da questo scontro?
Come sempre vi ringrazio per essere giunti fin qui e vi aspetto al prossimo capitolo.

A presto.
Nike90Wyatt

Per Amore e per VendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora