Capitolo 26

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Nei giorni successivi, Chloè invitò talmente tante persone alla festa che fu necessario un cambio di location: una sala per cerimonia lussuosissima con annesse delle meravigliose terrazze che donavano un incantevole vista di Parigi. Naturalmente, Marinette non fu entusiasta di questo cambiamento, ma da Chloè doveva aspettarselo. Lei non amava lo sfarzo, ma ora era troppo tardi per tirarsi indietro.
Nell'euforia dell'evento, Chloè, quando un giorno si intrattenne a discorrere con Adrien dopo la scuola, e li raggiunse Katami, invitò ufficialmente anche lei, la quale approfittò subito per costringere il modello ad andare insieme al ricevimento. Adrien fu piuttosto infastidito da questo atteggiamento: non era libero di gestire quest'occasione per riavvicinarsi a Marinette.
La giovane Dupain-Cheng avrebbe fatto sicuramente coppia con il rockettaro, mentre lui con Katami, e non aveva potuto neanche comprarle il regalo che aveva in mente, poiché aveva partecipato a quello collettivo della classe per non sembrare altezzoso e snob nei riguardi dei suoi compagni. Quest'ultimi, nella persona di Alya, avevano deciso di donare alle due festeggiate un regalo identico: due braccialetti con due pendenti di Swarovski. Quello per Chloè era a forma di scarpetta decolté con tacco, quello per Marinette era a forma del più prelibato cioccolatino di tutta la Francia, il suo favorito.
Chloè aveva acconsentito che del catering se ne occupasse Tom, il quale si adoperò per comporre due torte strabilianti per le due festeggiate. Entrambe erano di cinque piani e sulla sommità avevano delle magnifiche sculture di zucchero: un pavone con una coda splendida e colorata su quella di Chloè, un candido cigno su quella di Marinette.

Il giorno della festa, Chloè passò con la sua limousine davanti alla pasticceria Dupain-Cheng alle 6:30 del mattino. Lei e Marinette si recarono dal parrucchiere, dai truccatori, dagli estetisti ed infine dalla sarta per essere perfette a mezzogiorno in punto per l'appuntamento con i fotografi. Con loro si sarebbero dirette nelle varie location di Parigi e set fotografici per comporre il magnifico book fotografico dei loro 18 anni.
Alle 20:30 precise, Marinette entrò nella sala dove si sarebbe svolta la festa; il ricevimento sarebbe iniziato dopo mezz'ora e lei era già distrutta. Aveva passato tutta la giornata dietro alle manie di perfezione, eccentricità e megalomania di Chloè. Era assonnata, affamata e le dolevano i piedi, adesso ancora di più stretti nei sandali elegantissimi, tacco 12, color oro che indossava. Nonostante tutto, era stupenda: i capelli raccolti in uno chignon alto, con una cascata di ciocche ondulate che le cadevano morbide ai lati del volto e sulla nuca; il trucco che aveva chiesto ed ottenuto era leggero, un piccolo tocco di rosa sulle guance, e le faceva risaltare i suoi meravigliosi occhi e la bocca perfetta. Il suo vestito era di un ipnotico blu cobalto, senza spalline, con scollo a cuore, che le lasciava scoperta gran parte delle spalle e della schiena, un corpetto stretto che le delineava ancora di più il suo vitino da vespa e si apriva lungo sin giù ai piedi in una cascata morbida e leggera di taffetà, con le più svariate sfumature di azzurro, da quello più carico a quello più chiaro.
Chloè, invece, aveva un trucco più marcato ma elegante, più dark. I capelli sciolti trattenuti solo da un cerchietto di brillanti, tacco 12, vestito corto color oro luccicante con lustrini e paillettes, attaccatura al collo che le lasciava tutta la schiena scoperta: un look abbastanza sensuale ed appariscente, ma non volgare.
Erano entrambe bellissime e perfette, emozionate ed euforiche, consapevoli che tutti le avrebbero ammirate e celebrate come meritavano.
I genitori delle ragazze si erano posizionati poco distanti dalla porta d'ingresso della sala per accogliere gli ospiti e ringraziarli di essere intervenuti. Erano anche loro molto eleganti ed emozionati oltre che felici. L'avventura di Natale era riuscita ad addolcire anche il cuore gelido di Audrey Bourgeois che, da allora, si mostrò molto più amabile col marito e con la figlia, tanto da diventare la madre che Chloè aveva sempre desiderato avere.
Le due festeggiate, invece, alle 21:00 esatte, si erano posizionate poco distanti dai loro genitori dinnanzi al lunghissimo tavolo del buffet con sopra ogni tipo di prelibatezze; di lato a questo, su un altro tavolo altrettanto lungo, vi erano diversi tipi di bevande e numerosi bicchieri di cristallo. Accanto ad entrambi i tavoli, una schiera interminabile di camerieri, rigorosamente in divisa bianca e oro, candida e luccicante.
In fondo alla sala, vi era un'orchestra, composta da una decina di elementi, che suonava una musica soft, lenta e romantica come sottofondo per la prima parte della serata. A mezzanotte, avrebbe lasciato spazio alla band del famoso cantante Jagged Stone; anche lui avrebbe preso parte ai festeggiamenti, personalmente invitato ad intervenire dal sindaco.

I primi invitati ad arrivare furono Alya e Nino, entrambi elegantissimi: lui vestito con uno smoking nero, lucente con camicia bianca e papillon rosso che si intonava con le lunghe lingue di fuoco disegnate sul tubino corto della fidanzata, evidenziate ancor di più dal colore predominante dell'abito bianco splendente che faceva risaltare la pelle ambrata di Alya, che, per l'occasione, aveva indossato tacchi, messo lenti a contatto così da liberare i grandi occhi castani dagli occhiali che indossava sempre e raccolto i lunghi capelli in una coda di cavallo. Aveva un trucco leggero ma luminoso.
Con l'arrivo della coppietta, Marinette iniziò a sentirsi più a suo agio, fino a che non vide entrare Adrien con attaccata stretta al suo braccio una ragazza. Il suo cuore si fermò.
Lui era come sempre perfetto nella sua figura eretta da modello elegante ed ammaliante, vestito di un completo scuro. Salutò i genitori delle festeggiate, presentando la sua accompagnatrice. Grazie ai tacchi che indossava, raggiungeva quasi in altezza Adrien; indossava un completo giacca e pantaloni palazzo bianchi, con i capelli tutti tiratissimi in uno chignon raccolto alla sommità della testa. Quell'acconciatura le allungava ancora di più la forma degli occhi, che assumevano un aspetto alquanto sinistro.
Marinette, con fastidio e disagio, ipotizzò che sotto la giacca non portasse alcun indumento, visto che sembrava apparire questo dall'apertura di essa quando si muoveva. "Che sfacciata!" pensò.
Adrien e Katami erano già accanto a Chloè per porgerle i loro auguri. La nipponica fece scivolare il suo sguardo verso Marinette e, sebbene l'avesse vista solo qualche volta di sfuggita a scuola e nessuno le avesse presentate, la guardò con una punta di disprezzo quasi come se fosse un insetto molesto da scacciar via o schiacciare senza pietà.
Accennò un sorriso che sembrava più una smorfia e le porse la mano, mentre Chloè le presentò. «Marinette, lei è Katami Tsurugi. Sostituisce il maestro D'Argencourt nelle sue lezioni di scherma; è una spadaccina magistrale. L'ho invitata io l'altro giorno.»
«Non sono solo la sua compagna di scherma. Io e Adrien abbiamo stretto un fortissimo legame affettivo che va al di là delle mura della palestra.» precisò Katami. Sorrise ad Adrien e strinse il braccio di lui ancor di più vicino a lei con tutte e due le sue braccia.
Adrien fu imbarazzato da quell'affermazione e dall'atteggiamento di Katami, soprattutto dopo essersi accorto della delusione dipinta sul volto di Marinette, oltre allo sguardo carico di risentimento verso di lui.
La corvina era un fascio di nervi. Temeva di scoppiare a piangere dinnanzi a loro ma raddrizzò la schiena e sorrise al bel modello, porgendogli la mano in segno di saluto e fingendo naturalezza. «Grazie per essere venuto, Adrien. E grazie anche a te, Katami.»
Adrien le strinse la mano, sostenendo il suo sguardo, e d'istinto affermò: «Sei bellissima, Marinette. Sembri quasi una...»
«Una dea, una meravigliosa dea. Questo sei Marinette, luce dei miei occhi.» dichiarò una voce alle sue spalle: era squillante, allegra ed entusiasta. Echeggiò per tutto il salone. Una voce che Adrien conosceva bene.
Si voltò e vide Luka, il quale si fece largo spostando Adrien di lato spingendolo con il suo braccio che teneva spalancato come l'altro per andare incontro a Marinette ed abbracciarla forte. La strinse a sé e le stampò due baci sonori su ogni guancia ed iniziò a riempirla di complimenti, ammaliato dalla sua bellezza.
Marinette, felice tra le braccia di Luka, rise divertita quando la fece roteare su sé stessa affinché lui potesse ammirare il suo look, la sua freschezza, l'incanto che era quella sera.
A quella scena, Adrien si allontanò infastidito, scuro in volto. Il suo nervosismo non sfuggì a Katami, Alya e Chloè. Anche Luka, come Adrien, indossava un completo nero con camicia chiara e non sfigurava affatto accanto al modello, dato il suo fisico asciutto e slanciato, nonostante la differenza di muscolatura e la sua eccentricità, che lo rendeva molto affascinante anche agli occhi di Chloè, lusingata dai complimenti che le rivolse nel momento in cui le porse i suoi auguri.

Marinette e Luka danzarono spensierati per tutta la serata. Anche Adrien ballò insieme a Katami, non riuscendo, però, a distogliere lo sguardo da Marinette che in alcuni momenti notò le occhiate del modello. Dal canto suo, la ragazza nipponica fu molto contrariata dalla poca attenzione che le prestava Adrien e non si accorse di bere qualche bicchiere di champagne di troppo.
Dopo il taglio della torta, vi fu il cambio di musica e Luka ottenne da Chloè il permesso di suonare con l'orchestra di Jagged Stone, dato che questi non era ancora arrivato.
Luka salì sul palco, prese la sua chitarra e guardò Marinette e tutti gli invitati che avevano rivolto l'attenzione su di lui. «Questa canzone l'ho scritta per Marinette. Gliela dedico con tutto il mio cuore come mio personale regalo di compleanno. Che tutti i tuoi sogni possano avverarsi Marinette! I love you!» sorrise e le mandò un bacio. Gli invitati applaudirono il rockettaro e la bella Dupain-Cheng, arrossita alle parole di Luka. Tutti tranne Adrien, il quale, in quel momento, si trovava proprio accanto a Marinette.
Luka incitò la folla, soprattutto dopo aver visto Adrien vicino a Marinette. «E ora ballate tutti su queste note con chi vi sta accanto.»
Tom mosse un passo verso la figlia, con l'intento di invitarla a ballare, ma Chloè fu lesta e lo precedette chiedendogli di danzare, nella speranza che Adrien si facesse avanti. Il ragazzo accennò un gesto in direzione di Marinette, ma Katami, alquanto su di giri, lo afferrò per un braccio, facendolo voltare, e lo baciò sulle labbra.
Marinette non poté resistere a quella scena e corse in direzione di una delle terrazze, mentre Luka, Chloè ed Alya assistettero alla scena delusi ed impotenti. Il giovane rockettaro terminò la sua canzone e scese come un fulmine dal palco per raggiungerla.
Stizzito, Adrien si liberò dalla stretta di Katami. «Non ci riprovare. Lasciami!» corse anche lui per cercare Marinette. Quando la trovò, la vide abbracciata stretta a Luka e non ebbe più dubbi sul fatto che i due fossero innamorati e fidanzati. Deluso, triste e in collera con sé stesso, voltò le spalle alla terrazza che ospitava i due giovani e decise di abbandonare la festa.
Mentre si dirigeva verso la porta d'uscita della sala, Katami lo fermò ansimante e pentita. «Adrien! Adrien, ti prego scusami. Ho bevuto troppo champagne. Non volevo metterti in imbarazzo, fermati per favore! Dove stai andando?»
Adrien si fermò e si voltò verso lei, molto nervoso ma fermo e deciso nel concludere, una volta e per sempre, quella storia. «No, Katami. Scusami tu. È tutta colpa mia. Ho voluto tirarti dentro a questa faccenda e ho sbagliato. Ti ho usata per dimenticare Marinette. Tu sei bella, attraente e abbiamo tanto in comune. Ero convinto che tu potessi aiutarmi ma... Non è così. Non meriti tutto questo. Tra noi non potrà nascere qualcosa in più della semplice amicizia, perché io amo Marinette! L'ho detto, finalmente! Avrei dovuto dirlo a lei quando ero ancora in tempo. La amo e questa è una verità che né tu, né nessun altro potrà mai cancellare. Lasciami stare, lasciami andare. Puoi trovare qualcuno migliore di me.»
Katami lo trattenne per un braccio; anche se si sentiva umiliata e offesa da quelle parole non voleva arrendersi all'evidenza. «Non importa ciò che hai detto. Io posso aiutarti! Ormai Marinette è persa. Sta con quel tipo strano dai capelli blu. È evidente che non pensa proprio a te e non tornerà sui suoi passi. Che senso ha che tu continui ad amarla senza speranze per il futuro? Ti farai solo del male, ti procurerai solo sofferenze.»
Adrien sorrise rassegnato e gentilmente si liberò dalla stretta della schermitrice. «La sofferenza è una mia vecchia amica. Ho imparato a convivere con essa da molto tempo, me la caverò. Non insistere, Katami. È finita!»
Le voltò le spalle ed abbandonò la sala. Katami rimase qualche minuto ad osservare il ragazzo andarsene, quindi, decise di andar via. Non aveva più alcun motivo di restare lì.

Luka raggiunse Marinette sulla terrazza. Nel momento in cui fu faccia a faccia con lei, si accorse che stava piangendo. Istintivamente, l'abbracciò e cercò di rincuorarla. «Marinette, è il tuo diciottesimo compleanno. Non devi piangere o essere triste, devi solo sorridere ed avere pensieri felici. Su, sorridi o penserò che piangi perché non hai apprezzato la mia canzone.» le porse un fazzoletto col quale lei si asciugò le lacrime.
«No, assolutamente! La tua canzone è bellissima. Grazie!» replicò Marinette.
«Allora perché stai piangendo? Forse perché Chloè ha ricevuto più doni e complimenti di te?»
Marinette sorrise. Finalmente non piangeva più; tra le braccia di Luka si sentiva più sollevata e tranquilla. «Questa giornata non è andata proprio come l'avevo sognata.»
«Perché vorresti che al posto mio, ora, su questa terrazza, ci fosse Adrien Agreste, come speravi sul battello la sera di Capodanno quando ci siamo conosciuti?»
Marinette lo guardò spiazzata ed imbarazzata.
Luka proseguì: «Ho capito da molto tempo che con te non avevo molte speranze. Tu non hai altro che il modello in testa e nel cuore. Non preoccuparti, Marinette. Per te ci sarò sempre, avrai sempre una spalla su cui piangere, qualcuno che ti sorregga e ti consoli. Insomma un caro amico. Certo, non nego che mi sarebbe piaciuto che la natura del nostro rapporto andasse ben oltre l'amicizia e ho provato, ho provato tanto a conquistarti, a farti innamorare di me, ma...» si interruppe per un attimo. «Non ci sono riuscito. Bisogna anche saper perdere, anche se so che io e te non ci perderemo mai.»
Marinette strinse a sé Luka, riconoscente per il suo supporto. Se quella sera non ci fosse stato lui accanto a lei, sarebbe davvero andato tutto storto.
«Ora basta pensare a cose tristi» Luka sciolse l'abbraccio e le afferrò le mani. «Vedrai che con Adrien, prima o poi, qualcosa andrà per il verso giusto.» le strizzò l'occhio. «Ora sento che è arrivato Jagged. Andiamo a ballare e divertirci senza pensieri. La festa non è ancora finita e tu devi ridere ed essere felice, oggi e sempre! Andiamo, Marinette.»
Lei si lasciò trascinare sulla pista da ballo affollatissima, sulle note di Stone, appena arrivato. Seguendo il consiglio di Luka, svuotò la mente da pensieri negativi e si divertì tantissimo, non accorgendosi dell'assenza di Adrien e Katami.
Quando tornò a casa erano circa le 6:30 del mattino. 24 ore esatte in piedi. Non ne poteva più. Neanche le ronde nei panni di Ladybug la stancavano così.
Mentre si preparava per andare a dormire, svestendosi del meraviglioso abito da sera ed indossando il pigiama, dopo essersi struccata, raccontò a Tikki tutto ciò che era accaduto alla festa. La kwami era rimasta in disparte durante la giornata, lasciando che la ragazza si godesse una delle giornate più importanti della sua vita.
Accorgendosi dell'inquietudine della giovane, tentò di distrarla, prendendola in giro bonariamente. «Visto che Adrien è impegnato e Luka è solo un grande amico, ti consiglio di spostare la tua attenzione su una terza persona.»
Marinette la guardò confusa. «Una terza persona?»
«Magari potresti prendere in considerazione Chat Noir. È giovane, di bell'aspetto e tu gli piaci sicuramente, visto che ti ha baciata.»
«Ma sei impazzita!» urlò Marinette, incredula ed infastidita. «Prima di tutto, Chat Noir non è nelle mie simpatie, anche se adesso collaboriamo. Poi non so nemmeno che volto abbia! Non se ne parla neanche. Non dire sciocchezze.»
«Va bene, va bene. Non ti arrabbiare, era solo un'idea.» rise di nuovo. «E poi, non devi decidere adesso, sei troppo stanca. È meglio che vai a dormire e che ci pensi a mente fresca domani, anche se è già domani. Dopotutto, domani è un altro giorno.»
«È meglio che riposi un altro po' anche tu e ti chiarisci le idee "Coccinella O'Hara".» replicò Marinette, intuito che la sua amica la stava prendendo in giro.
Prima di addormentarsi, Marinette ammise a sé stessa, soddisfatta, che quella giornata si era rivelata comunque indimenticabile. Avrebbe ricordato il suo diciottesimo compleanno, nel bene e nel male, per sempre.


Angolo Autore:
Salve bella gente!
Ci sarebbero tante cose da dire su questo capitolo così intenso e ricco di sorprese, ma lascerò a voi lettori le considerazioni in merito.
Questo capitolo, insieme all'epilogo, è quello che più mi ha fatto "sudare". Quante correzioni e revisioni ci sono state al tempo (anche sulla spiaggia, anziché andare a mare scrivevo), affinché tutto fosse perfetto ed incontrasse la mia piena soddisfazione. E non vi nascondo che, con le dovute proporzioni, mi piacerebbe che le relazioni tra i nostri ragazzi andassero proprio così.
Vi consiglio di godervi a pieno questi momenti romantici e divertenti, perché si avvicina un uragano! D'altronde siamo vicini alla fine.
Approfitto dell'occasione per ringraziare tutti coloro che sono arrivati fin qui, per il vostro supporto e i vostri splendidi commenti. Grazie di cuore.
Io ora vi saluto e vi do appuntamento a Venerdì prossimo, sperando che quel capitolo non vi uccida del tutto.
A presto.
Nike90Wyatt

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