Episodio 6

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Alaska's pov

Tutti ci stavano aspettando, soprattutto Denver che quando ho varcato la soglia della porta mi è saltato letteralmente addosso.
Berlino e Nairobi si stavano congratulando con me ma io avevo solo voglia di andare in camera e dormire. Ero molto stressata e non volevo vedere nessuno.

Ero in camera da un po' di tempo, cercando di dormire ma non ci riuscivo fino a quando Tokyo e Nairobi bussarono alla porta

"Ragazze mi dispiace ma vorrei restare da sola" feci per chiudere la porta ma Tokyo la fermò con il piede

"Raccontaci com'è andata" disse Nairobi

"È andata più che bene, Arturo ha accettato di rivedermi e così posso continuare la mia "avventura""

"Noi eravamo con te tutto il tempo"

"Si è vero, dovevi vedere le facce di Denver quando lui ti si è avvicinato" disse ridendo Tokyo

"Se fosse stato là gli avrebbe staccato la testa come minimo, è un po' troppo protettivo nei tuoi confronti non è vero?" Mi chiese Nairobi

"Si forse è un po' troppo protettivo ma a me piace così" dissi facendo spallucce

"E dicci come vi siete conosciuti voi due" mi chiese Tokyo con un sorriso ammiccante

"Oddio è una storia troppo imbarazzante!" Dissi ridendo

"Oh andiamo! Siamo le tue migliori amiche di rapina, non ti vergognare" e cosi Nairobi mi convinse

"Okok va bene ve la racconto, non è tanto lunga"

""Un anno fa, gli affari andavano benissimo mio fratello ed io eravamo riusciti a guadagnare più di 10.000€ in oggetti rubati, cercavamo di fregare la gente che ci sembrava ricca o che aveva vestiti e accessori di marca.
Comunque quel giorno ero da sola e stavo facendo la mia pesca quotidiana fino a quando non mi ritrovai Denver davanti, era da solo e stava fumando una sigaretta, il momento perfetto.
Così decisi di rubargli l'orologio che aveva al polso, sono andata a sbattergli contro apposto facendo cadere i miei occhiali da sole per terra davanti a lui

"Oddio scusami, non volevo" dissi tutto d'un fiato mentre lui mi raccoglieva gli occhiali da sole caduti a terra.
Aveva una canotta nera con una collana color oro e dei pantaloni lunghi del medesimo colore, per un secondo ero rimasta imbambolata a vedere i muscoli delle sue braccia...

"Sempre a quello pensi ehhh" mi interrompe Nairobi

"Shhh che mi fate perdere il filo del discorso, dove eravamo? Ah si"

"Scusami scusami tanto non volevo ma con questi tacchi non riesco a camminare hahah" esclamai io appoggiandomi al polso dove aveva l'orologio, non staccavo gli occhi dai suoi e così riusci a sfilargli l'orologio e metterlo nella borsa.

"Non ti preoccupare, stai tranquilla non è successo niente" mi rispose sorridendo

"Sai stavo giusto andando a prendere un caffè sai? Vorresti venire con me? Offro io!" Mi disse pochi secondi prima che me ne andassi

"Certo!" E così ci incamminammo verso la caffetteria più vicina

"Allora come ti chiami?" Mi chiese subito dopo esserci accomodati ad un tavolino

"****** ******** ( NESSUN nome prima regola del professore😉)
E tu? Come ti chiami?"

Continuammo a parlare per un bel po anche dopo che avevamo finito il caffè  stavo per alzarmi quando se ne uscì con questo

"Comunque io ti ho offerto il caffè tu potresti ridarmi il mio orologio" mi si gelò il sangue, ero impallidita di colpo, non pensavo se ne fosse accorto

"Io..io non ce l'ho, forse lo hai perso  da qualche parte" il mio balbettio all'inizio non rendeva la frase veritiera e lui se ne palesemente accorto

"Ti ho vista quando ti sei appoggiata per non cadere e subito dopo portare la mano sul fianco dove c'era la borsa"

"Non mi faccio mai beccare" ero in preda al panico, mi poteva benissimo denunciare. Vedendomi in quello stato, mi stava per venire un attacco di panico, se ne uscì con quest'altra

"Tranquilla zuccherino non pensare che io sia un santarellino, anzi forse sono peggio di te" e dopo aver detto questa frase mi ritrovai in bagno con le mutandine calate e lui tra le mie gambe ""

"Lo sapevo! Lo sapevo cazzo!" Esclamarono insieme

"Non ci avevi mai detto che hai un fratello" mi disse Tokyo

"Be' avevo" e calò il silenzio

"Scusami non volevo" rispose subito Tokyo

"No non preoccuparti, la mia fortuna è che ho avuto Denver affianco a me.
I miei genitori fanno finta che io sia morta dopo aver scoperto con quale lavoro mi guadagnavo da vivere e praticamente la mia famiglia sono Denver e Mosca, ma a me sta bene così"

"Comunque noi eravamo venute per chiederti: ti piace la tequila?" E detto questo cacciò dalla borsa due bottiglie di tequila.

Tutto quello che è successo dopo è inspiegabile, ci siamo scolate tutta la tequila insieme a sale e limone dopodiché si è passato al twerking e alle risate. Eravamo ubriache fradicie da non accorgerci che il Professore ci stava fissando e stava bussando alla porta per richiamare la nostra attenzione. Aveva una faccia visibilmente stanca e aveva un pigiama azzurro.

"Sapete che ore sono? Sono le 3:30 di notte, tutti gli altri stanno dormendo e penso che dovrete farlo anche voi dato che domani la lezione si farà alle 7 di mattina"

"Ci scusi" disse Tokyo barcollando

"Non riuscivamo a dormire" rispose Nairobi

"Andate a letto perfavore"

"Tutti e quattro ci andiamo" urlai io ridendo come una pazza

"Adesso e ognuno alle proprie stanze, andate"

"Le sta benissimo quel pigiama Professore" disse Tokyo facendoci ridere ma il Professore non rise e se ne andò

"Cristo santo hahaha" esclamai

"Dai su andiamo a letto"

"Devo vomitare cazzo" e subito dopo mi ritrovai a vomitare dentro il secchio della spazzatura.

ALASKA || La Casa di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora