Episodio 9

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Denver aveva rispettato la sua promessa e siamo rimasti chiusi in camera 2 cazzo di ore ma non potevo proprio dargli torto, so già come la pensa di questa storia e so come si sente ma ormai ci sono dentro e devo portarlo a termine affinché il piano sia perfetto.

"Resta qui con meee" mi implorò per la tredicesima volta Denver ma riuscii a staccarmi dalle sue forti braccia per iniziare a prepararmi.

"Portati questi e dopo averlo usato riprendilo così lo puoi incastrare" mi disse Denver e mi passò un paio di profilattici.

Come sempre presi l'autobus per arrivare in città e come sempre trovai l'auto di Arturo ad aspettarmi

"Ehi" dissi entrando dentro la macchina

"Ehi" rispose lui dandomi due baci sulla guancia

"Dove mi porti?"

"Andiamo a casa mia?"

"Come vuoi tu" dissi piantando un sorrisetto sulla mia faccia

Ovviamente casa sua era libera da sua moglie e dai suoi figli, chissà dove vanno ogni volta senza di lui, chissà se la moglie sa che suo marito la sta tradendo.
Mi fece salire in casa e mi offrì subito da bere

"Raccontami un po' di te, non mi parli mai del tuo passato" mi chiese ad un certo punto che mi fece quasi andare di traverso lo champagne

"Be' sono nata a Madrid e vivo con i miei genitori e mio fratello e lavoro in un salone per le unghie, tutto qui" non sapevo nemmeno io cosa stavo dicendo

"Ma non parliamo solo di me perché non parliamo di altro?" Dissi toccandogli la camicia per provocarlo e funzionò benissimo, sembrava come un quindicenne alle prime armi.

Eravamo seduti sul divano e iniziai a provocarlo

"Non qui" mi disse all'orecchio e mi prese il braccio per guidarmi alla camera da letto. In quel momento avevo io il comando, anche se mi faceva schifo dovevo farlo per forza e tirai fuori uno dei profilattici.
Gli abbassai i pantaloni e glielo infilai mentre lui mi toglieva il mio vestito di pizzo rosso e iniziammo a farlo. Lui era molto eccitato invece il mio unico pensiero era quello di andarmene da lì per tornare da Denver.
Non durò molto per fortuna ma lui continuava ad assillarmi con il suo lavoro faticoso e tutto il resto

"Mica potrei venire a visitare la zecca e il tuo ufficio?" Gli chiesi con gli occhi da cerbiatto.
Lui invece ci mise del tempo per rispondere come se fosse impaurito

"Adesso non lo so perché c'è molto lavoro e sono molto impegnato, non so se per te è  troppo ma possiamo fare tra 2 mesi?" Era assolutamente perfetto, così il Professore poteva finire di spiegarci il piano e intanto uno dei rapinatori era già dentro la zecca.

Era ormai ora di andarsene, lui andò un attimo in bagno e io riuscii a recuperare il profilattico usato per incastrarlo anche se non avevo ancora capito il perché

"Okay allora io vado, l'autobus sta a arrivando" esclamai ma lui mi fermò

"Stai scherzando? Non puoi tornare da sola in autobus all'una di notte, resta qui"

"Nono mio fratello mi sta aspettando, sai com'è è molto protettivo" dissi cercando di fargli cambiare idea

"Okay se devi per forza andare, ti accompagno io" disse prendendo le chiavi della macchina

"Nono non ce ne bisogno davvero"

"Non preoccuparti, ti riaccompagno io" disse con un sorriso stampato sulla sua faccia

Quasi mi spinse per farmi entrare in quella macchina, provai fino all'ultimo per andare con l'autobus ma lui non accettò e così, a malincuore, gli diedi le indicazioni della casa

"Abitate proprio nel nulla" disse guardandosi intorno

"È quella la vostra casa?" Indicando la villa antica dove tutti stavano dormendo ma a quanto pare tranne Denver che stava seduto sugli scalini della villa a fumarsi una sigaretta

"È tuo fratello quello?" Mi chiese accostando

"Ehm...si"  risposi scendendo dalla macchina come se ad un certo punto fosse diventata bollente.

Denver non mi aveva detto che mi avrebbe aspettato sveglio e per di più fuori. Arturo rimase in macchina per fortuna ma aveva il finestrino abbassato e stava aspettando che rientrassi in casa

"Arturo puoi andare, poi fammi sapere quando posso venire a lavoro con te" gli dissi facendo l'occhiolino e salutandolo con due baci sulle guance.
Denver lo stava fissando quasi in cagnesco e lui se ne accorse ma lo salutò comunque ma Denver non rispose a quel saluto.

Diedi un taglio alla loro battaglia di sguardi facendo rientrare Denver in casa.

ALASKA || La Casa di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora