Episodio 24

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"Professore! Adesso ho io il comando, comincia il matriarcato"

"Cosa è successo Alaska?" Mi chiese il Professore

"Tokyo ha giocato alla roulette russa con Berlino. Berlino si è vendicato buttandola fuori di qui, Rio si è ribellato dicendo la verità agli ostaggi e adesso io ho preso il comando"

"Dov'è Rio adesso?"

"Berlino lo ha messo tra gli ostaggi"

Intanto Rio era tra gli ostaggi e ovviamente Arturo cercava di costruire un piano per scappare come sempre

"Siamo stati qui dentro fin troppo, dobbiamo uscire" disse al gruppo

"Sei pazzo? Sono armati fino al collo e noi non abbiamo niente" disse Ariadna, un'impiegata della zecca e il nuovo giocattolo di Berlino

"Potete scambiare una pistola finta con una vera, uno di loro sarà disarmato e uno di voi armato" suggerì Rio

In quel momento io e Denver entrammo nella stanza per prendere gli ostaggi e portarli a lavoro

"Adesso dovete impacchettare i soldi senza sosta" dissi io aprendo la porta del piccolo ufficio

"Parlerete delle menzogne?" Disse Arturo

"Senti non fare il Gandhi della situazione, ti assicuro che mangerai merda a colazione, pranzo e cena" esclamò Denver ad un millimetro dalla sua faccia. Mi misi tra loro due

"Io non ho mai mentito a nessuno qui dentro" gli dissi

"A loro no ma a me si" mi disse col tono di sfida

"Arturito vuoi veramente parlare di questa cosa qui ora?" Gli chiesi sul punto di perdere la pazienza prima del previsto

"Si, di quando mi hai ingannato per ottenere informazioni sulla zecca"

"Be' che dire sono una ladra che altro dovevo fare? Veramente credi che una come me si potesse innamorare di uno come te? Hahaha Arturito mi farai sbellicare dalle risate oggi" gli dissi dandogli un piccolo schiaffetto sulla guancia

"E io non so come una come te si potesse innamorare di uno stupido come lui" disse indicando Denver. Gli presi il polso cosi non poteva sfociare un casino

"Senti caro ora mettiti a lavorare e non farmi perdere la pazienza oppure vuoi ritrovarti una pallottola nella fronte?" Be' forse avevo perso un po' la pazienza, me ne andai ma Denver rimase ancora un po' prima di seguirmi

"Adesso Alaska è il capo, seguite i suoi ordini" guardò in cagnesco Arturo e mi seguì

Quando entrai nella stanza affianco Helsinki stava medicando Berlino

"Alaska ha la mano forte per essere una donna" disse Helsinki

"Alcune volte serve" dissi entrando nella stanza seguita da Denver

"Berlino stiamo affondando, ti voglio chiedere" sei con me o contro di me?" Chiesi mettendomi davanti a lui

"Ambarabà cicci coco" disse lui guardandomi negli occhi, mi spostai mettendomi esattamente davanti a lui appoggiando la gamba sulla sedia.
Lui mi guardò dalla testa ai piedi, ammiccando con lo sguardo

"Ma certo che sono con te Alaska e devo dire che sono eccitato di avere una dea come capo"

"Devi pregare questa Dea perché è lei che ha la tua morfina, ricordatelo" disse Denver

"Si vede proprio che siete come Bonny e Clyde voi due" rise Berlino

"Che cos'è il piano Chernobyl?" Chiesi io seria

"Praticamente si devono mettere dei soldi dentro dei palloncini e farli volare. Li colpiamo con delle pallottole e i soldi cadranno a mo di cascata, la gente farà un grande casino per recuperare i soldi e noi avremmo il tempo per scappare"

"Però adesso non possiamo" esclamai io

"Dobbiamo continuare a stare qui"

Intanto nell'altra stanza, Arturo stava decidendo a chi rubare la pistola

"Di sicuro Denver"

"È il più stupido del gruppo" esclamò lui

"E chi gliela ruberà?" Chiese Mercedes , la professoressa

"Monica" disse Arturo guardandola

"Quando verrà a medicarti"

"E dove la prendiamo la pistola finta eh?" Gli disse Monica

"In questo ufficio affianco al nostro tengono tutte le pistole a salve, hai la chiave?"

In una piccola scatola nera c'erano tutte le chiavi degli uffici, Arturo uscì e andò verso quello dove tenevamo le armi finte, senza farsi vedere da nessuno.
Tornò e consegnò la pistola a Monica.

Il Professore mi avvertì che aveva contrattato un'intervista con la liberazione degli ostaggi reclusi nei sotterranei.

"Chi deve parlare? Chiesi a Helsinki, Rio, Denver e Berlino

"Io opto per Rio" gli dissi quasi pregandolo

"Io ormai sono un ostaggio, non contate su di me" e abbassò la testa

"Posso parlare io" disse Denver

"Potresti ma no, finirai per picchiare il giornalista"

"Parlo io" dissi Helsinki

"Meglio qualcuno che parla bene la nostra lingua"

"Rimango solo io no?" Disse Berlino sorridendomi

"Pensavo di parlare io con una maschera"

"Una maschera? Bisogna far vedere la faccia mia cara, e chi meglio di me? Sanno già chi sono"

"E va bene"

Mentre i giornalisti entravano nella zecca, Denver chiamò Monica per la medicazione

"Devi spogliarti sennò come ti medico la ferita?"

"Potresti girarti?" Gli chiese Monica e in quel momento fece lo scambio delle pistole.
Finita la medicazione Monica ritornò con gli altri

"Ce l'hai?" Le chiese Arturo subito dopo che Denver se ne andò
Monica gli diede la pistola vera

"È carica! Fermatevi, non impacchettate più niente, prendete tutti i soldi che riuscite a mettervi nella tuta, usciamo da qui"

ALASKA || La Casa di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora