Episodio 34

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La tensione era palpabile, Nairobi aveva deciso di salire e sfidare quelle macchine da guerra addestrate ad ucciderci.
Arrivammo al piano superiore ma non c'era nessuno solo un grande casino provocato dalle bombe che avevamo fatto esplodere poco fa.
Neanche 5 minuti dopo che gli uomini di Gandiá e lui stesso ci accerchiarono

"Cosa facciamo" chiesi a Nairobi puntando entrambe le mie due pistole

"Sta calma al 3 spariamo" disse Nairobi e iniziò a contare alla rovescia.
Quando arrivò al 2 tutta la banda venne in soccorso

"E adesso come fate brutti figli di puttana" disse Palermo affacciandosi da una specie di balconcino.
Ma le guardie non sembravano impaurite anzi.
Stavano zitti e pensando ad un modo per creare una via di fuga. All'ennesima presa in giro di Palermo Gandiá fece la sua mossa: sparò ad una campana di vetro vicino alla testa di Palermo, tutti gli altri spararono e di conseguenza anche noi.

Una nube di polvere si alzò, non riuscivo a sentire niente, solo un fastidiosissimo ronzio.
Nairobi mi scosse per le spalle e urlava come non mai

"Palermo è ferito! Alaska mi senti?! Alaska!" L'unica cosa che riuscii a captare fu "Palermo ferito" e iniziai a correre verso di lui.

Improvvisammo un lettino per portarlo vicino all'entrata. Bogotà e Nairobi scesero di sotto per iniziare il compito più importante.
Palermo aveva tantissime schegge di vetro negli occhi e noi non eravamo chirurghi. Tokyo aveva deciso di provare a toglierle con una pinzetta per sopracciglia e ovviamente Palermo aveva da ridire.

Tokyo fece tutto il possibile per sistemare la vista di Palermo, al momento il piano non stava andando bene come doveva e tutti se ne resero conto. L'unica soluzione al momento era il Governatore, sempre se decideva di collaborare.
La polizia aveva capito il nostro gioco ed erano riusciti a sbloccare la porta, mancavano 14 minuti.
14 minuti per bloccare l'ingresso della polizia e per convincere il governatore ad entrare nella camera blindata piena zeppa d'acqua ed accedere ai registri segreti.
Sembrava un gioco da ragazzi ma il governatore non era propenso a collaborare con i ladri.

Nairobi e Bogotà erano già sotto, stavano aspettando me e Denver. Avevamo le tute adatte per andare in acqua nel caso ci fosse bisogno.

Denver stava cercando di convincere il governatore, minacciandolo anche di tagliarli le dita ma lui rifiutò e tirò uno schiaffo in piena faccia a Denver.
Denver era visibilmente irritato e incazzato nero che gli tirò una testata che lo fece svenire

"Cristo santo!" Imprecai pricipitandomi dal governatore cercando di svegliarlo in qualche modo.
Nairobi corse in soccorso aiutandomi ma non c'era niente da fare

"130 battiti questo sta per avere un infarto!" Urlò Nairobi

"Cristian vai a prendere il kit di emergenza!" Dissi ad uno dei nostri

"Denver non stare lì impalato aiutaci!" Gli urlò addosso Nairobi

"Giuro che quando tutto questo finirà ti prenderò a cazzotti!" Urlò Palermo anche se non poteva vedere cosa stava succedendo

"Mancano 2 cazzo di minuti e il portone si aprirà!" Ricordai agli altri

"Vado io" disse Bogotà e tutti capirono cosa aveva in mente: una bomba.
Dovevamo per forza recuperare quelle scatole rosse.

Le scatole rosse erano finalmente nostre, io e Denver salimmo per consegnarle a Gandiá.
Lui era il prescelto per uscire fuori e avvisare la polizia che noi avevamo tutti i loro segreti.
Mentre passavo davanti a loro iniziarono a fischiarmi ma non avevo tempo per incazzarmi con loro, era tutto una questione di tempo.
Corsi a mettermi il giubbotto antiproiettile e prendere il mio AK47, salii ancora più sopra per raggiungere Tokyo e gli ostaggi sul balcone.

Intanto di sotto Gandiá rifiutò di andare fuori con le scatole rosse e non avendo più tempo Denver decise di uscire al posto suo con un fazzoletto bianco e urlando "bandiera bianca!" Per non farsi sparare.
Quando vidi Denver uscire dal portone principale il mio cuore perse un battito

"DENVER!" urlai sollevando un po' la maschera, il mio cuore non batteva più ormai, si era fermato.
Quando vidi la polizia tirarsi indietro cacciai un sospiro di sollievo e corsi dentro.

ALASKA || La Casa di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora