"Alaska stai bene?" Mi chiese Denver bussando alla porta.
No che non sto bene, non posso rimanere incinta ora."Alaska? È successo qualcosa?" Questa volta era la voce di Mosca ma io non risposi a nessuno dei due
"Ti prego rispondi" mi supplicò Denver
Non dissi niente, mi limitai semplicemente ad uscire. Loro non sapevano che dentro quella busta c'era un test di gravidanza."Ti senti bene? Hai vomitato di nuovo?" Denver era più agitato di me
"Sei molto pallida" mi disse Mosca tastandomi la fronte
"Che cos'hai in mano" mi chiese Denver
Dovevo dirglielo non potevo nascondergli una cosa così e comunque ero certa che fosse lui il padre"Sono incinta" dissi guardando i suoi occhi azzurri. Mosca stava per svenire e Denver era scioccato, avevo paura che lui non lo volesse
"Sei sicura?" Mi chiese e io gli porsi il test positivo
"Diventerò papà" esclamò lui e subito dopo mi strinse in un'abbraccio
"Allora non sei arrabbiato?" Gli chiesi ancora scossa dalla notizia
"Arrabbiato ma scherzi? È la cosa più bella del mondo!" Era euforico ed io che pensavo che poteva lasciarmi lì da sola ma Mosca no, Mosca era ancora sotto shock
"Diventerai nonno!" Urlò a Mosca tutto contento
"Penso che dovremmo dirlo agli altri" disse lui tutto serio
Intanto Berlino aveva ripreso il controllo della situazione, invece Rio controllava Arturo che aveva addosso 2 chili di esplosivo.
Eravamo in uno degli uffici della zecca, Mosca ci aveva lasciati da soli per parlare della gravidanza"Sei sicura che è mio? Non dirmi che è di quel coglione perché sennò gli stacco la testa" disse Denver
"No! È tuo, penso che l'abbiamo concepito qua. Ti ricordi quando abbiamo fatto sesso nella camera blindata?"
"Ah si. Non ci credo che sto per diventare padre!" Disse lui ridendo, era felicissimo e questo rendeva felice anche me
"Dobbiamo decidere il nome!" Non lo riconoscevo più! Pensavo che fosse una notizia catastrofica, in po' lo è dato che non è sicuro che usciremo di qui vivi
"Che ne dici di Agata? Se è femmina" mi chiese lui
"Agata? Sembra il nome di un'attrice porno"
"Ma che dici è un nome bellissimo!" Sembrava quasi offeso
"Che ne dici di Blanca?"
"È noioso!" Disse mettendo quasi il broncio.
In quel momento entrò Mosca a portarci qualcosa da mangiare"Posso parlarti un'attimo?" Chiese Mosca a Denver
"Tu mangia qualcosa, va bene?" Mi disse Denver e non me lo feci ripetere.
Mosca portò il figlio in un luogo appartato
"Non ti sembra che siate troppo giovani per un figlio?" Disse Mosca
"Perché? È una cosa bellissima e di certo non la farò abortire" disse Denver offeso dalle parole del padre
"Crescere un figlio non è per niente facile e non sappiamo ancora come finirà questa rapina"
"Ancora? Sai papà penso che lei non ti sia mai piaciuta. È dal giorno che te lo presentata che fai così, ogni iniziativa che prendiamo. Aiuterò lei e il bambino qualunque cosa accada"
"Ho cercato anch'io di aiutare la mamma" disse all'improvviso Mosca
"E adesso questo che cazzo c'entra?" Chiese Denver
"Lei ci ha abbandonati" continuò Denver
"Noi abbiamo abbandonato lei"
"L'ho fatta ricoverare a Barcellona e il giorno stesso si presenta al mio ostello completamente strafatta e chiedeva altri soldi per l'eroina, era la 4 volta che mi chiedeva i soldi e ci lasciava al verde" disse Mosca
"E tu che cazzo hai fatto?" Disse Denver con le lacrime agli occhi e pronto a sbranare qualcuno
"È salita in macchina e l'ho lasciata ad una rotonda, vicino al tizio che gli dava la droga"
Denver non riusciva a credere alle sue orecchie"Hai lasciato mia madre ad una rotonda? Mi hai fatto credere che fosse una stronza e pensavo che se ne fosse andata per colpa mia!"
"O lei o noi" disse Mosca e Denver lo prese per il colletto della tuta e gli puntò contro il suo pugno ma non riuscì a fare niente
"Non ti spacco la testa solo perché ci servi per uscire da qui ma una volta fuori noi due non siamo niente, due sconosciuti" esclamò Denver
Vidi Denver tornare all'ufficio, con gli occhi gonfi di lacrime
"Hai mangiato qualcosa?" Mi disse con la voce distrutta
"Si, Denver stai bene?" E subito dopo mi strinse tra le sue braccia affondando la testa tra i miei capelli e asciugandosi le lacrime con il colletto della tuta. Gli presi la testa fra le mani e lo guardai dritto negli occhi
"Alla fine ho scelto Agata, ora ci tocca pensare uno al maschile" sentite le mie parole premette le sue labbra contro le mie.
Di solito era lui che mi consolava, lui cercava di essere forte davanti ai miei occhi ma rare volte cedeva.Intanto di sotto stava per succedere qualcosa di inaspettato.
Quando abbiamo sentito le urla di Rio siamo scesi immediatamente."Tokyo sta tornando, Tokyo sta tornando!" Ripeteva all'infinito
"Aprite la porta!" Denver corse ad aprire la porta e Rio, Mosca ed io stavamo coprendo Tokyo, sparando ai poliziotti
"State attenti!" Urlò Denver a me e Mosca.
Tokyo entrò nella zecca sopra una moto della polizia, sembrava un film d'azione.
Rio corse dentro ma io e Mosca eravamo ancora fuori. Mi spinse dentro facendomi da scudo"CORRI DENTRO" mi urlò due volte prima di spingermi con tutta la sua forza e i proiettili che erano mirati verso di me se li prese Mosca.
Berlino, Helsinki e Nairobi erano appena arrivati e non capivano cosa stava succedendo fino a quando non videro Mosca cadere tra le braccia di Denver con 4 proiettili conficcati nello stomaco.
Denver urlava furioso contro Tokyo e Rio ed io e gli altri cercavamo fare qualcosa.
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ALASKA || La Casa di Carta
FanfictionUn uomo misterioso che si fa chiamare Professore sceglie 8 criminali molto diversi tra loro per un solo obiettivo, rapinare la zecca di Stato. Ma in questa storia c'è qualcosa di diverso, ovvero, un personaggio in più! ALASKA Buona lettura! (Sono c...