Il Professore aveva preso, molto tempo prima della rapina, alcuni appartamenti per noi rapinatori alla fine della rapina. Ma erano solo di passaggio, entro 1 mese eravamo sopra una nave in attesa di scoprire il luogo in cui rifugiarsi.
Era passato solo un mese ma già si notava un accenno di pancia, quella mattina ci siamo alzati prestissimo per imbarci segretamente ovviamente.
Eravamo tutti lì, incappucciati e imbavagliati per non farsi riconoscere, aspettavamo solo l'arrivo del Professore e finalmente potevamo essere liberi e ricchi.Dopo 2 ore di navigazione il Professore annunciò l'arrivo in acque internazionali, dove non potevano accusarci di nessun crimine.
La nostra felicità venne interrotta dal Professore che voleva spiegarci come 'sopravvivere' adesso che eravamo liberi.
Diede ad ogni coppia una specie di cartellina e su una piccola lavagna c'erano scritti dei continenti con dei numeri"Si ritorna sui banchi" disse Tokyo che fece ridere tutti
"Voglio che apriate questa cartellina quando siete da soli, solo io devo sapere dove vi trovate, non adesso Denver" lo richiamò il Professore dato che stava cercando di aprire la cartellina
"Cosa sono quei numeri?" Chiesi io
"Nelle vostre cartelline ci sono delle località in cui andrete a vivere con i vostri soldi e questi sono dei numeri di emergenza che corrispondono al continente in cui vi trovate, se qualora vi succedesse qualcosa chiamerete il vostro telesportatore, dovete memorizzarli ora" continuò il Professore e Denver sbuffò alla parola memorizzare. Dopo quella piccola lezione tornammo tutti nelle nostre cabine per consultare la cartellina
"Indonesia" dissi io leggendo la nostra prossima casa
"Non è che dobbiamo fare dei vaccini, per il bambino" disse Denver, da quando sono incinta non fa altro che preoccuparsi di tutto e soprattutto di me e della mia pancia, sembro fatta di cristallo.
Il Professore ci disse che la barca ci lascerà in un punto comune da cui noi prenderemo strade diverse.
Il momento dei saluti è sempre il più commovente, ognuno prese strade diverse.
Ci incamminammo fino a ritrovarci in una specie di aeroporto e un aereo ad aspettarci.
Il viaggio era molto lungo, sistemati i bagagli e sopratutto quello con i soldi. La casa che il Professore ci fece trovare era stupenda! Piccola ma bella e con una vista mozzafiato.
Il mare era praticamente a 2 metri di distanza e l'unica cosa che potevamo fare dopo 10 ore di viaggio, tuffarci ancora con i vestiti addosso.I mesi passarono velocemente e anche la mia pancia crebbe velocemente, mi ritrovai al nono mese con un pancione enorme e tanta voglia di liberarmene. Non sapevamo qual era il sesso del bambino dato che feci solo un ecografia e non penso sia giusta dato che sembrava di stare in un garage di un meccanico.
Denver era pronto in ogni momento a scattare per portarmi in ospedale.La notte in cui iniziò il travaglio le acque mi si ruppero mentre stavamo dormendo.
"Capisco che sei incinta quindi non dirò niente sulla pipì a letto" disse Denver con la voce assonnata per essersi svegliato sentendo le lenzuola bagnate
"Non penso sia quello" dissi cercando di non urlare troppo per il dolore delle prime contrazioni
"Cazzo stai partorendo!" Disse alzandosi di scatto
"Ma guarda un po' non me ne ero accorta" ormai non riuscivo a controllare la mia acidità.
Mi aiutò a scendere dal letto e a portarmi fuori per arrivare di corsa all'ospedale. Ovviamente lì parlavano tutti indonesiano ma non serviva tanto per capire che stavo per partorire.
Le infermiere mi aiutarono a stendermi e sbatterono la porta in faccia a Denver per non farlo entrare. Lo sentii imprecare mentre si allontanava dalla porta.Fu la cosa più brutta al mondo, il travaglio durò poco ma le contrazioni erano terrificanti. Mi fecero aprire le gambe e mi dissero di spingere, anche se io non capivo neanche una parola
"Cristo santo fatelo uscire" urlai spingendo più forte, ma perché non ho fatto il cesario?
Il piccolino uscì e lo misero subito sopra il mio petto"Ciao piccolo" dissi accarezzandogli la fronte, urlava come un dannato.
Dopo circa una mezz'ora il bambino era lavato e profumato: era un maschio.
Fecero entrare Denver che corse subito dal bambino, l'infermiera gli disse in inglese il sesso del bambino ma lui non capii e allora l'infermiera scosse il dito per cercare di fargli capire che era maschio"Itaboy" disse rivolgendosi verso di me
"Maschio" guardandomi in procinto di piangere ma subito dopo iniziò ad urlare "itaboy" e "maschio" per tutto l'ospedale
"Denver?" Dissi sporgendomi e lo vidi per terra che urlava 'maschio' a gran voce, e menomale che non gli importava il sesso del bambino.
Dopo il momento di sfogo venne vicino a me e prese il bambino che dormiva dolcemente. Lo cullava nelle sue grandi braccia come se fosse fatto di vetro"Non ci credo che lo abbiamo fatto insieme" disse sussurrando per non far svegliare il bambino
"Neanch'io" dissi guardandolo, volevo che quella scena non finisse più.
STAI LEGGENDO
ALASKA || La Casa di Carta
FanficUn uomo misterioso che si fa chiamare Professore sceglie 8 criminali molto diversi tra loro per un solo obiettivo, rapinare la zecca di Stato. Ma in questa storia c'è qualcosa di diverso, ovvero, un personaggio in più! ALASKA Buona lettura! (Sono c...