Episodio 33

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Le bombe esplosero e crearono il caos più totale sia dentro sia fuori. Gli ostaggi rimanenti iniziarono ad agitarsi e i poliziotti fuori non riuscivano a capire cosa stava succedendo.
Palermo continuò la sceneggiata del militare cercando di ristabilire la calma, mandò me e Nairobi a prendere il governatore.
Aveva 5 agenti di scorta pronti a dare la vita per lui, soprattutto uno: Gandiá

"Governatore sono il tenente Lorenzo siamo qui per portala fuori." Dissi io entrando nel suo ufficio

"La banca è sotto attacco" replicò Nairobi

"Io non lascerò la banca in questo momento" disse lui senza spostarsi di un millimetro dalla sua sedia

"Ma signore.." cercò di rispondere Nairobi ma fu interrotta

"Io e i miei agenti di scorta rimarremo qui con o senza i presunti ladri"

"E adesso che ho anche voi come doppia protezione, prego accomodatevi" ci disse facendo segno alle due sedie davanti alla sua scrivania.
I nostri sguardi si incrociarono, incerte sul da farsi, il piano non stava andando come doveva. Io avevo solo una cosa in mente: sparare agli agenti di scorta e prendere il governatore ma non sapevo se anche Nairobi pensava la stessa cosa.
Il governatore iniziò a chiedergli quanti tipi di bombe esistono e la loro funzione.
Mentre Nairobi parlava notai che stava estraendo le due pistole, segno che dovevo mettere in atto il mio piano

"Posso usare il bagno?" Chiesi io interrompendo la loro conversazione

"Ma certo, può usare il mio, Amanda" la sua cameriera mi indicò il bagno, sentii tutti gli occhi della scorta su di me come se avessero intuito qualcosa.
Decisi di aprire l'acqua del rubinetto e  aspettare che Gandiá si accorgesse che qualcosa non andava in bagno.

In quel momento mi tornò in mente la discussione con Denver la sera prima del colpo, non facevamo che litigare.
Questa volta era perché il Professore mi aveva messa a capo della missione per prendere il governatore.
Subito dopo la lezione del Professore, quando tutti se ne erano andati, iniziò a farmi la predica come quando mi diceva che non potevo far parte del colpo. Diceva che era troppo pericoloso per me, che sono una madre e non potevo più fare certe cose.
Odio quando fa così , si preoccupa troppo per me, me la cavo benissimo da sola. Spero che quando usciremo da qui tutto sarà risolto tra noi due.

L'acqua strabondava dal lavandino, io ero davanti alla porta con due pistole in mano pronta a tendergli una sorpresa. Ad un certo punto non sentì più le voci di Nairobi e il governatore ma quella di Gandiá si. Si stava avvicinando alla porta e bam! Aprii la porta del bagno sbattendola contro la sua faccia, uno era k.o.
Nairobi si alzò e puntò le sue due pistole contro due dei quattro agenti rimasti.

"Penso che adesso debba venire con noi governatore" dissi io cercando di farlo ragionare, la sua cameriera stava tremando dalla paura.

"Ok vengo con voi" appena si alzò gli puntai la pistola alla tempia e piano piano indietreggiai.
Pensavamo che era tutto finito, adesso che avevamo il governatore, ma Gandiá si risvegliò dal piccolo trauma e prese Nairobi

"Lasciala o sparo" dissi agitando la pistola che era puntata alla tempia del governatore

"Tu lascialo andare ma io l'ammazzo questa cagna" disse prendendo Nairobi per il collo
In quel momento interveni il governatore, chiedendo a Gandiá di lasciar andare Nairobi ma senza risultati, gli ordinò di farlo e lui mise da parte l'orgoglio e lasciò andare Nairobi.
Mentre stavamo uscendo dall'ufficio gli agenti ci seguirono fino all'ascensore.
Poco prima di riuscire a chiudere le porte dell'ascensore il governatore mi tirò un calcio allo stinco, liberandosi dalla mia presa, gli agenti iniziarono a sparare contro di noi ed è solo grazie a Nairobi, che riuscì letteralmente a buttarmi dentro l'ascensore, se non mi presi una pallottola in fronte

"CRISTO SANTO"

"COSA FACCIAMO" mi chiese andando nel panico

"Dobbiamo salire e affrontarli"

"Cristo quel vecchietto mi ha rotto un osso" esclamai sentendo un forte bruciore allo stinco

ALASKA || La Casa di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora