Sono passati pochi giorni da quando sono atterrata a Miami ed è come se non me ne fossi mai andata. Questa è la mia casa, il posto dove sono nata e cresciuta. Ho vissuto un milione di momenti qui, sia belli che brutti. È il luogo che racchiude tutto il mio passato. Non posso voltargli le spalle in questo modo. Avrà sempre un posto dentro al mio cuore.
Questo è quello a cui penso mentre mi avvicino alla tomba di mia madre.
Mamma.
Sono anni che non mettevo piede in questo cimitero. Non è cambiato assolutamente nulla. Il custode pigro e burbero è sempre seduto sopra alla sua sedia con le braccia incrociate al petto prominente, dove tiene sotto controllo l'ingresso. Sul lato opposto, è rimasta la fiorista dolce e gentile che regala sorrisi a tutti i suoi clienti abituali, dove vengono a porgere dei fiori a qualcuno di caro che hanno perso. È una ragazza piena di vitalità, non dovrebbe lavorare in un posto come questo. Qui le persone piangono i loro cari, recitano delle preghiere e soffrono in silenzio. È deprimente tutto questo.
Con una singola calla in mano, il fiore preferito di mia madre, arrivo ai piedi della pietra tombale e sospiro.
<<Ciao, mamma>>.
Mi siedo davanti alla lapide grigio chiara e appoggio delicatamente la calla sulla lastra di pietra. Immediatamente traccio con i polpastrelli delle dita il suo nome inciso perfettamente sulla targa commemorativa.
"LILY CLARK
Moglie e madre adorata"
Abbasso lo sguardo e inizio a torturarmi nervosamente le dita delle mani.
<<Scusami se non sono venuta spesso a trovarti, anzi questa sarebbe la prima volta>>, rido tra le lacrime. <<Che razza di figlia sono?>>, domando mentre tiro su con il naso.
<<Non so se da lassù tu abbia visto tutto, ma sono capitate molte cose in questi anni. Papà si è risposato con un'altra donna, io sono finita in coma e stavo per raggiungerti. Chris, il ragazzo di cui mi sono innamorata, è andato avanti per la sua strada e non si è voltato indietro. Victoria, sua sorella, è una delle mie migliori amiche insieme a Celine, la mia sorellina e l'altra metà di me, che tu e papà avete concepito e che mi avete nascosto per tantissimi anni>>, dico asciugandomi le guance bagnate.
Alzo gli occhi al cielo.
<<Perché, mamma? Perché mi hai taciuto una notizia del genere? Potevamo crescere tutti e quattro uniti, come una famiglia>>, sussurro arrabbiata. <<Potevamo farcela, insieme>>, urlo.
Alcuni uccellini volano via spaventati dall'improvvisa crescita di tono della mia voce.
<<Celine ti assomiglia tanto. Saresti orgogliosa di quello che è diventata>>, ammetto sorridendo.
Riporto lo sguardo sulla lapide e altre lacrime continuano a cadere copiose dai miei occhi.
<<Non dovresti essere qui, mamma. Quella notte...>>, ricordo con voce tremula.
Faccio una pausa, prendendo un respiro profondo.
<<Quella notte potevamo morire tutti e tre, o soltanto io e papà, invece il destino o come diavolo si chiama, ha voluto te. La mia mamma. Non ero pronta a lasciarti andare>>, ammetto singhiozzando. <<Non sono pronta a lasciarti andare>>.
Mi inginocchio sull'erba calda, resa tale grazie alla luce del sole, appoggio la fronte sopra alla lapide e piango. Mi sfogo, come non ho mai fatto dalla data della sua morte.
<<Mi hanno strappato dalle tue braccia troppo presto. Mi manchi tantissimo. Sei la mia mamma e mi dispiace. Mi dispiace tanto, mamma. Non sono forte come credevi tu>>, mormoro con il cuore che mi fa male per il dolore della perdita.

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Reflection 3
ChickLitApro gli occhi. Sono in ospedale. Ricordo tutto. Ho protetto il mio ragazzo da quella psicopatica di sua madre. Chris. Dove sei? Mio padre entra dentro alla stanza e mi abbraccia forte piangendo. Mi prende una mano e la stringe. Devi essere forte. È...