Capitolo 20

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Dopo tante ore passate in volo, finalmente ritorniamo a New York.

Fuori piove.

Il cielo sta riversando sulla Terra tutta la sua furia con fulmini e tuoni. Un po' come il mio stato d'animo in questo momento. Il mio cuore non smette di sanguinare per la perdita di Chris, i miei occhi guardano il mondo senza felicità e gioia, senza quel tipico luccichio delle persone felici e la mia mente è isolata da tutto e tutti. Mi sta facendo rivivere tutti i momenti più belli passati insieme a Chris.

Una lacrima solca il mio viso, ma non l'asciugo.

Sono stanca di piangere, stanca di non essere felice.

<<Hannah, siamo arrivati>>, dice Celine riportandomi alla realtà.

Scendo dal taxi insieme a Nate e mia sorella e prendiamo le nostre valigie. Viktoria e Luke stanno pagando il tassista dietro di noi e ci raggiungono.

In silenzio entriamo tutti insieme dentro all'hotel e successivamente nell'ascensore che porta all'attico di mio padre.

Nessuno osa parlare.

Viktoria e Celine si lanciano in continuazione degli sguardi preoccupati e Nate è perso nei suoi pensieri. Luke è triste, probabilmente per come è andata a finire la storia tra me e Chris.

Io sono l'unica senza emozioni. Sono una tavolozza di colori scuri e deprimenti.

Il suono dell'ascensore ci indica che siamo arrivati all'attico e mi fa alzare lo sguardo verso l'ingresso sfarzoso dell'appartamento di papà.

I ragazzi entrano per primi e Celine immediatamente chiama il nome di nostro padre. Io non mi muovo. Le mie gambe non vogliono rispondere ai miei comandi.

<<Ehi, tesoro>>, mormora Viktoria prendendomi per mano come se fossi una bambina. <<Vieni>>.

Mi aiuta a uscire dall'ascensore mentre prende la mia valigia.

<<Siete tornati>>, esclama raggiante Violet salutando tutti i ragazzi.

Mio padre segue l'esempio di sua moglie salutando tutti con un sorriso sulle labbra, ma quando il suo sguardo raggiunge il mio la sua felicità si spezza.

<<Hannah, tesoro. Cos'è successo?>>, domanda raggiungendomi. <<Dov'è Chris?>>.

Non rispondo.

Il mio sguardo rimane fisso davanti a me, sul petto di mio padre, però non lo vedo veramente. Non sento neanche le sue mani appoggiate sopra alle mie spalle.

Sono viva, ma è come se non lo fossi.

<<Tesoro?>>, riprova papà con una voce più dolce.

Quando vede che rimango in silenzio stringe i pugni e si gira verso i ragazzi.

<<Qualcuno sa spiegarmi che cosa cazzo è successo?>>, tuona arrabbiato.

<<Dylan>>, sussurra Violet mentre cerca di calmarlo invano.

<<Cosa ha fatto quel figlio di...>>.

<<Papà, calmati>>, dice Celine interrompendo nostro padre sul punto di non ritorno.

<<Non sto calmo. Perché mia figlia è partita con la speranza e la felicità negli occhi e adesso è come se fosse in trance?>>, chiede pretendendo una spiegazione.

<<È complicato>>, ammette Viktoria con la rabbia negli occhi.

<<Cosa ci può essere di complicato? L'ha tradita? Le ha fatto del male? Cosa. È. Successo?>>, grida disperato le ultime parole.

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