Dopo un viaggio durato cinque ore, finalmente siamo atterrati a Los Angeles e non vedo l'ora di riabbracciare l'altra metà della mia famiglia. Frettolosamente, tutti e quattro prendiamo le nostre valigie che abbiamo riempito con le cose essenziali per una settimana e ci dirigiamo all'uscita dell'aeroporto.
<<Sei emozionata?>>, domanda Viktoria sorridendomi.
<<Sì. Non vedo Celine e Nate da tre anni. Chissà com'è diventato il piccolo Erik>>, esclamo ad alta voce agitata.
<<È diventato un ometto bellissimo. Puoi accertartene tu stessa tra pochissimo>>, risponde ridendo.
<<Tesoro, devi stare tranquilla. Ho avvisato Nate e Celine del nostro arrivo, ma non sanno che ci sei anche tu. Sarà una sorpresa>>, continua mio padre stringendomi una spalla in segno confortevole.
Già. Loro pensano ancora che io sia in coma.
Mio padre voleva chiamare mia sorella lo stesso giorno in cui avevo aperto gli occhi, ma l'ho fermato. Non ero pronta e non lo sono tuttora. Sono tre anni che non sento il suono della sua voce, della sua risata e che non vedo i suoi occhi.
Oggi finalmente cambierà tutto.
Annuisco e faccio dei respiri profondi mentre carichiamo le nostre valigie sul baule dell'auto noleggiata da papà. Io e Viktoria saliamo sui sedili posteriori, invece mio padre e Violet su quelli anteriori e una volta che tutte le cinture di sicurezza sono state allacciate, papà parte verso la casa di Nate e Celine.
Sono nervosa. Non lo sono mai stata in tutta la mia vita.
Non vedo mia sorella, il suo fidanzato e mio nipote da tre anni, quindi dovrei essere felice e contenta in questo momento. Invece sento l'ansia che mi fa battere il cuore velocemente.
Ho bisogno solo di una persona.
Una persona che dovrebbe essere con me e che invece è dall'altra parte del Paese.
Sono le sei di sera, il cielo incomincia a diventare buio e la città inizia a colorarsi di tantissime luci.
<<Lo so a cosa stai pensando>>, ammette Viky appoggiando una mano sopra alla mia.
<<Ah, sì?>>, chiedo sorpresa.
<<Si legge nei tuoi occhi, Hannah>>, risponde stringendomi la mano. <<Lo capisco>>.
<<Sono migliori amici, Viky. Almeno penso che lo siano ancora>>, sussurro con le lacrime che vorrebbero uscire e rotolare lungo le mie guance.
Chiudo gli occhi e faccio piccoli respiri profondi.
Chris e Nate.
Nate e Chris.
<<Lo sono ancora>>, conferma.
<<Ricordo ancora la prima volta che li ho incontrati>>, incomincio ridendo.
Apro gli occhi e mi giro verso di lei.
Viky mi guarda in silenzio e aspetta che io continui. Violet e mio padre rimangono semplicemente in silenzio.
<<Chris mi stava antipatico. Dio, gli ho anche tirato una ginocchiata sulle palle>>, dico mentre mi asciugo qualche lacrima che è sfuggita al mio controllo.
<<Sì. Mi ricordo quel giorno>>, annuisce ridendo.
<<Mi ha chiamata per la prima volta Rossa>>, proseguo sorridendo. <<Ero talmente infuriata che alla fine gli ho dato anche del coglione>>.
STAI LEGGENDO
Reflection 3
ChickLitApro gli occhi. Sono in ospedale. Ricordo tutto. Ho protetto il mio ragazzo da quella psicopatica di sua madre. Chris. Dove sei? Mio padre entra dentro alla stanza e mi abbraccia forte piangendo. Mi prende una mano e la stringe. Devi essere forte. È...