<<Eccoci arrivati>>, esclama mio padre nel momento esatto in cui il taxi si ferma davanti all'ingresso imponente di un hotel di lusso.
<<Pensavo che avessi affittato un appartamento>>, mormoro confusa mentre guardo affascinata, ma al tempo stesso spaventata, la "scelta temporanea", parole sue non mie, dell'abitazione di mio padre.
<<Lo sai che voglio il meglio per noi>>, risponde tenendomi aperto lo sportello del taxi.
Scendo e alzo lo sguardo verso l'altissimo e sontuoso hotel nel bel mezzo di New York. Non oso neanche pensare a quanti soldi spenda mio padre per permettersi un appartamento in un posto del genere.
<<Ecco a voi>>, sento dire dall'autista del taxi prima di ripartire sgommando.
Un signore anziano, molto probabilmente il portiere dell'hotel, ci viene incontro seguito da due addetti al personale, che iniziano a caricare i miei effetti personali sopra ad un carello scorrevole dorato.
Immediatamente penso a James, il maggiordomo della villa dove fino a tre anni fa abitavo. Un brivido mi scende lungo la schiena nel ripensare a quel luogo che ha portato soltanto dolore e lacrime. Dove sarà adesso? Per chi lavorerà? E Jane? La cuoca della villa? Mi mancano entrambi. Moltissimo.
<<Signor Clark, è sempre un piacere vederla>>, afferma il signore sorridendoci affettuosamente.
<<William, lo è anche per me>>, ribatte papà sorridente.
<<Lei deve essere sua figlia. È un piacere vederla, signorina. Come ha passato gli studi in Europa?>>, domanda William interessato.
Studi in Europa? Di che diavolo sta parlando?
<<William, se non le dispiace noi ci ritiriamo. Hannah è molto stanca per il viaggio>>, si intromette mio padre appoggiandomi una mano sulla spalla.
Sposto lo sguardo sulla sua mano robusta e grande, prima che mi trascini lungo l'atrio dell'hotel. Come avrete immaginato, l'atrio è ricco di ricami e di oggetti scintillanti. Sotto ai miei sandali estivi, si estende un lungo tappeto rosso con i bordi rifiniti da fili sottilissimi dorati, al soffitto si trovano diversi lampadari di cristallo, che illuminano l'ambiente circostante e lungo le pareti sono posizionate diverse piante, ma una in particolare attira la mia attenzione.
Un'orchidea.
FLASHBACK
<<Lo sai che cosa si dice delle orchidee, Hannah? Le orchidee sono delle piante molto diffuse e apprezzate, per la loro indiscutibile bellezza. Sono colorate, sgargianti ed esotiche. L'orchidea è una pianta tropicale perenne, destinata a fiorire e rifiorire, ma ha bisogno delle cure giuste>>.
Chiudo gli occhi e scaccio via i cattivi pensieri.
Distolgo lo sguardo e lo poso davanti a me, dove c'è la reception. Dietro al bancone, rigorosamente di legno lucido, ci sono alcune ragazze con le divise da receptionist con computer all'avanguardia e super costosi che si trovano davanti a loro.
Cammino velocemente per tenere il passo di mio padre e non appena arriviamo davanti ad un ascensore, un ragazzo ci accompagna all'interno della cabina, chiedendoci il nostro piano.
<<L'ultimo>>, risponde papà.
L'ultimo? Di solito all'ultimo piano...
<<L'attico? Papà stai affittando un attico?>>, esclamo sorpresa.
<<Non lo sto affittando, Hannah. L'ho comprato>>, ammette sorridendomi.
Per fortuna che mi sono appoggiata al corrimano dell'ascensore, perché a quest'ora sarei già caduta per terra.
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Reflection 3
ChickLitApro gli occhi. Sono in ospedale. Ricordo tutto. Ho protetto il mio ragazzo da quella psicopatica di sua madre. Chris. Dove sei? Mio padre entra dentro alla stanza e mi abbraccia forte piangendo. Mi prende una mano e la stringe. Devi essere forte. È...