Capitolo 21

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<<Dove stai andando?>>, mi chiede papà non appena scendo le scale.

Sono giorni che non gli parlo, che non parlo a nessuno, ma lui ancora non si arrende.

Premo il pulsante dell'ascensore e aspetto paziente che si apra.

<<Hannah, tesoro. Parlami>>, continua mio padre raggiungendomi.

Incrocio le braccia al petto dandogli le spalle indecisa se dire qualcosa o meno, però le mie labbra non si aprono. Rimangono sigillate tra di loro.

<<Hannah>>, dice Violet. <<So quello che stai provando. Anch'io ho avuto una delusione d'amore e non è facile superarla. Io e tuo padre vogliamo soltanto dirti che ti vogliamo bene e che quando sarai pronta a parlare noi saremo qui>>, conclude facendomi cadere qualche lacrima sul viso.

L'ascensore si apre davanti a me e io entro subito. Mi asciugo le lacrime dalle guance e premo il pulsante per il piano terra.

Faccio un respiro profondo e mi giro verso di loro.

<<Vi voglio bene, anch'io>>, mormoro guardandoli negli occhi prima che le porte metallizzate dell'ascensore si chiudano.

La discesa verso il piano terra è lenta. Il tempo inizia a farmi riflettere molto sugli ultimi mesi passati.

Mi sono svegliata dal coma.

Ho riabbracciato le mie sorelle e mio padre.

Ho conosciuto Violet.

Ho rivisto Luke, Nate e il piccolo Erik.

Ho scoperto di avere una nipotina bellissima.

Chris, il mio unico amore, mi ha dimenticata.

Susan me lo ha portato via.

Adesso Chris vuole vedermi per cosa?

Per lasciarmi definitivamente?

Per cercare di risistemare le cose?

Che cosa si aspetta da me?

Che lo accolga a braccia aperte dopo tutto il dolore che mi ha fatto passare?

Se lo può scordare.

Prendo il telefono dalla borsa e gli mando un messaggio.

"Sto arrivando."

Finalmente l'ascensore arriva al piano terra ed esco velocemente dal palazzo, mentre cerco di fermare un taxi.

<<Signorina, il suo taxi è già arrivato>>, esclama alle mie spalle William, il portiere dell'hotel.

<<Grazie William>>, rispondo sorridendogli.

<<Ringrazi suo padre, signorina>>, ribatte aprendomi lo sportello del taxi.

Papà.

Alzo lo sguardo verso il cielo nuvoloso cercando di vedere da quaggiù l'attico e sorrido.

<<Dica a mio padre che lo ringrazio molto>>, mormoro entrando dentro al taxi. <<E mi chiami Hannah>>.

<<Sarà fatto, signorina>>.

Chiudo sorridendo la portiera del taxi e informo il tassista della mia destinazione.

Sono nervosa e non dovrei esserlo, però pensare che sto andando proprio nel luogo dove tutto ebbe inizio, nel luogo dove mi ha fatto incontrare delle persone fantastiche, ma anche Rose, il mio cuore comincia a battere all'impazzata.

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