Entro con il respiro affannoso dentro al negozio e mi guardo intorno emozionata. Non c'è nessuno. Le pareti sono tappezzate da disegni fatti a mano di tatuaggi sia colorati che in bianco e nero. Sono così realistici. Chiunque li abbia fatti ha talento.
<<Ciao, come posso aiutarti?>>, mi domanda un ragazzo giovane pieno di tatuaggi e piercing dietro al bancone.
<<Hannah Clark, non scappare così mai più>>, esclama arrabbiata Viktoria mentre entra dentro al negozio.
<<Voglio farmi un tatuaggio. Anzi due>>, dichiaro prima di cambiare idea.
<<Okay. Li vuoi piccoli o grandi?>>, domanda il tatuatore.
<<Che cosa? Vuoi farti dei tatuaggi?>>, esclama sorpresa Violet che nel frattempo ha raggiunto Viktoria.
<<Sì, voglio farmi dei tatuaggi>>, rispondo voltandomi verso di lei. <<C'è qualche problema?>>.
<<Non hai l'approvazione di tuo padre>>, dice preoccupata.
<<Ho ventidue anni. Posso tranquillamente decidere da sola>>, ribatto prima di rivolgere tutta la mia attenzione al tatuatore.
<<Li voglio piccoli. In realtà sarebbero due scritte>>, ammetto con l'adrenalina in circolo.
<<Okay. Dove le vorresti?>>, continua il tatuatore con il suo interrogatorio.
<<Hannah, ne sei sicura?>>, chiede Viktoria appoggiandomi una mano sulla spalla.
Annuisco in silenzio.
<<Okay, allora. Va bene se ti aspetto fuori? Odio gli aghi>>, ammette rabbrividendo al solo pensiero.
<<Certo>>, rispondo ridendo.
Viktoria mi sorride e subito dopo esce dal negozio. Osservo Violet che parla al telefono con qualcuno e quel qualcuno lo conosco bene. Non può farsi gli affari suoi? Non la volevo neanche per questa uscita tra ragazze.
<<Hannah, tuo padre ti vuole parlare>>, dichiara Violet porgendomi il suo telefono.
<<Una scritta la vorrei all'interno del polso destro e l'altra sotto al seno sinistro, sulle costole>>, rispondo al tatuatore che mi sorride e annuisce.
<<Hannah>>, richiama la mia attenzione Violet. <<Tuo padre>>, dice porgendomi nuovamente il telefono.
<<Puoi dirgli dove ficcarsi le sue idee. Sono maggiorenne e posso fare quello che voglio>>, dico ad alta voce cosicchè anche mio padre mi possa sentire dalla cornetta del telefono. <<Cominciamo?>>, domando al tatuatore che mi fa strada verso lo studio.
Mi stendo sul lettino e faccio un respiro profondo.
Lo sto facendo davvero.
Sorrido come una pazza e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi.
<<Incominciamo dal polso. Ti avverto che farà male da morire>>, ammette sincero il tatuatore.
<<Non preoccuparti. Ho sopportato di peggio>>, mormoro tranquilla.
Sono sopravvissuta a un coma di tre anni e a una pallottola nel petto. Il dolore di un tatuaggio posso benissimo sopportarlo.
<<Con quale tipo di scrittura vorresti le due scritte?>>, chiede il tatuatore facendomi aprire gli occhi.
Prendo il libro che mi porge quest'ultimo e inizio a sfogliare pagine e pagine di scritture tutte diverse.
<<Per la scritta sul polso vorrei qualcosa che rappresentasse la grazia e la bellezza>>, dichiaro improvvisamente.

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Reflection 3
ChickLitApro gli occhi. Sono in ospedale. Ricordo tutto. Ho protetto il mio ragazzo da quella psicopatica di sua madre. Chris. Dove sei? Mio padre entra dentro alla stanza e mi abbraccia forte piangendo. Mi prende una mano e la stringe. Devi essere forte. È...