Capitolo 17

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Luce.

Luce bianca, accecante e calda.

È questo quello che sento sulla pelle.

È questo quello che mi circonda.

Un vento forte inizia a muovermi i capelli e alcune ciocche ricadono davanti al mio viso.

Le sposto e strizzo gli occhi guardandomi intorno.

È tutto così tranquillo, così silenzioso.

Mi trovo in mezzo a una strada deserta che non ho mai visto e sono sola.

<<Papà>>, urlo sperando in una risposta da parte sua.

Una risposta che non arriva.

<<Celine>>, continuo urlando.

Anche questa volta nessuno mi risponde.

<<Viky, Nate>>, grido disperata.

È solo il rumore assordante del silenzio a rispondermi.

Metto le dita tra i capelli e inizio a camminare avanti e indietro agitata.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.

<<Ti sei persa?>>, chiede una voce dietro di me facendomi sobbalzare dallo spavento.

Non può essere.

Oh mio Dio, è la sua voce.

Mi giro immediatamente e rimango senza parole.

È lui.

Con i suoi capelli biondi baciati dal sole e i suoi occhi più azzurri che mai.

È il mio Chris.

<<Hannah?>>, sussurra sorpreso e incredulo.

<<Chris>>, bisbiglio senza voce.

<<Oh mio Dio. Sei davvero tu?>>, domanda con gli occhi lucidi.

<<Sono io>>, rispondo avvicinandomi a lui. <<Sono io, amore mio>>.

Lui inizia a correre per raggiungermi e immediatamente reagisco allo stesso modo.

Corro, corro e corro.

Ma non lo raggiungo mai.

<<Chris!>>, urlo con il cuore dolorante. <<Chris!>>.

<<Chris!>>, urlo svegliandomi con il cuore che batte all'impazzata nel mio petto.

<<Hannah, è stato solo un sogno>>, dice Viktoria mentre mi raggiunge sul letto.

Mi guardo intorno nella stanza e immediatamente ricordo le ultime ore passate.

Siamo atterrati a Boston e abbiamo raggiunto il nostro hotel.

Non appena ho toccato il cuscino mi sono addormentata.

Mi passo una mano sulla fronte sudata e scuoto la testa.

È stato solo un sogno.

Non era reale.

Inizio a piangere silenziosamente, ma Viky appoggia un braccio sopra alle mie spalle e mi attira sul suo petto.

<<Va tutto bene, Hannah. Puoi sfogarti se vuoi>>, mormora baciandomi la tempia pulsante.

Piango ancora più forte singhiozzando sopra alla sua camicia da notte e mi stringo di più vicino a lei.

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