Capitolo 10

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Mi sveglio grazie all'odore del bacon e dei pancake che si sta diffondendo in tutte le stanze dell'attico. Immediatamente il mio stomaco inizia a brontolare e decido di alzarmi.

Siamo già ad agosto. Il tempo è volato da quando mi sono risvegliata quasi quattro settimane fa in quel letto d'ospedale.

Sto ricominciando a gestire la mia vita e ho deciso di guardare avanti, verso il futuro. Ho deciso di lasciarmi il passato alle spalle. Fa troppo male ricordare.

Con un sorriso sulle labbra mi dirigo verso la cabina armadio e rispetto all'ultima volta che ci ho messo piede, prendo il mio tempo per osservare tutti i dettagli di questa stanza. Sul soffitto pende un lampadario pieno di cristalli che illumina perfettamente lo spazio circostante e davanti a me ci sono tantissimi vestiti suddivisi per colore. Ogni colore ha un suo scaffale privato.

Neanche un maniaco dell'ordine saprebbe fare meglio.

Incomincio a toccare tantissimi capi d'abbigliamento e noto che oltre ad essere suddivisi per colore, sono suddivisi anche per tipologia di tessuto.

Scuoto la testa incredula e immediatamente prendo un paio di short di jeans bianchi con una maglietta a maniche corte blu.

Improvvisamente sento il telefono squillare nell'altra stanza e come una pazza corro per raggiungerlo.

Arrivo giusto in tempo e rispondo alla chiamata.

<<Pronto?>>.

<<Ciao sorellina>>, esclama Viktoria dall'altra parte della cornetta. <<Sei pronta? Sto venendo a prenderti>>.

Viktoria. Mi sono dimenticata completamente dell'appuntamento.

<<Ehi, ciao. Mi sto vestendo>>, ammetto mentre prendo l'astuccio con all'interno tutti i trucchi per le emergenze come questa.

Sono in ritardo e non ho pensato ieri sera a mettere una stramaledetta sveglia.

Imposto la chiamata con il vivavoce e inizio a mettermi l'eyeliner.

<<Non indosserai mica una squallida t-shirt di cotone, vero?>>, domanda disgustata.

Merda. Potrei mentirle, ma non servirebbe a niente. È di Viktoria che stiamo parlando.

<<Posa immediatamente quella maglietta e indossa qualcosa di femminile>>, continua senza che io le abbia detto niente.

<<La maglietta è femminile>>, ribatto cercando di non cavarmi un occhio con il mascara.

<<Hannah>>.

Okay, quando mi chiama con il mio nome non si prospetta nulla di buono.

<<Va bene>>, mi arrendo nel momento esatto in cui finisco di truccarmi gli occhi.

Prendo il telefono in mano e ritorno nella cabina armadio.

<<Il tuo guardaroba è il sogno di ogni ragazza. Trova un bel vestitino sexy e provocante. Metti in mostra le tue qualità>>, esclama Viktoria facendomi ridere.

<<Non metterò in mostra un bel niente>>, ribatto mentre sposto abiti su abiti di ogni colore possibile.

<<Sono quasi arrivata all'attico. Se non ti trovo pronta entro dieci minuti, penso proprio che incomincerò una chiaccherata con la dolce mogliettina di tuo padre>>, dichiara tranquilla.

<<Che cosa? Vuoi farle il terzo grado?>>, affermo sorpresa.

<<Solo se non sarai puntuale. A dopo, sorellina>>, dice prima di riattaccare.

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