<<Salve. Come posso aiutarla?>>, mi domanda un agente di polizia.
<<Devo vedere la signora Harris>>, rispondo con il cuore che mi batte forte nel petto.
L'agente sfoglia un libro pieno di pagine fermandosi alla lettera H. Scorre con un dito tantissime righe e annuisce soddisfatto quando trova il cognome Harris.
<<Un documento, prego>>, richiede l'agente alzando un sopracciglio nella mia direzione.
Prendo il portafoglio dentro alla borsa e gli allungo la mia carta d'indentità.
Quest'ultimo la guarda scrupolosamente e dopo un'infinità di tempo annuisce.
<<Prego, mi segua>>.
L'agente di polizia inizia a camminare con lunghe falcate e io devo correre per raggiungerlo.
<<Aspetti qui>>, ordina prima di entrare dentro a una stanza.
Mi sfrego le braccia improvvisamente fredde e batto ritmicamente un piede sul pavimento.
Le pareti grigie e le luci al neon che illuminano a tratti questo stretto corridoio mettono i brividi. Sembra la scenografia di un set cinematografico per un film horror.
<<Mi scusi per l'attesa>>, esclama l'agente ritornando da me.
<<Non si preoccupi>>, mormoro con il respiro accellerato.
Sono molto nervosa e le mani non smettono di tremarmi.
Faccio un respiro profondo e seguo l'agente che prosegue per un breve tratto girando verso sinistra.
Apre un'altra porta e mi lascia entrare per prima.
Eccola lì. Con la tuta arancione da carcerata.
Il male in persona.
Rose.
<<Avete dieci minuti>>, dichiara l'agente lasciandoci da sole.
Mi avvicino al tavolo sedendomi su una sedia nera, proprio di fronte a Rose.
<<È uno scherzo, vero?>>, esclama ridendo.
<<Credimi, vorrei tanto essere da un'altra parte in questo momento e invece sono qui>>, ribatto incrociando le braccia al petto.
<<Sei la prima persona che vedo dopo tre anni>>, ammette continuando a ridere.
<<Non stento a crederlo>>.
<<Neanche i miei figli sono venuti a trovarmi. Come sta Chris?>>, domanda curiosa.
<<Non ne ho idea. Non stiamo più insieme>>, ammetto con il cuore dolente. <<Sarai contenta della notizia>>, proseguo aspettando una sua reazione.
<<Finalmente ha aperto gli occhi e si è reso conto che frequanteva una puttana>>, risponde sorridendomi.
Non è cambiata affatto.
<<E la mia bambina? Come sta?>>, continua a chiedere.
<<Sta benissimo, senza sua madre che le fa il lavaggio del cervello>>, rispondo senza scompormi quando lei sbatte un pugno sul tavolo.
<<Come osi?>>, mi urla in faccia alzandosi in piedi.
Immediatamente due agenti di polizia si avvicinano al tavolo per rimettere Rose seduta.
Aspetto paziente che si calmi e ricomincio.
<<Non sono venuta qui per parlare né di Chris né di Viktoria, ma di me>>, dichiaro appoggiando le mani sopra al tavolo.

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Reflection 3
ChickLitApro gli occhi. Sono in ospedale. Ricordo tutto. Ho protetto il mio ragazzo da quella psicopatica di sua madre. Chris. Dove sei? Mio padre entra dentro alla stanza e mi abbraccia forte piangendo. Mi prende una mano e la stringe. Devi essere forte. È...