Capitolo 25

125 4 4
                                        

È calata la sera qui a New York e il freddo inizia a farsi sentire. Alcune nuvolette di fumo escono dalle mie labbra ogni volta che respiro. Assaporo l'aria fredda che trapassa la mia pelle, regalandomi dei brividi di freddo lungo la schiena.

Mi mancherà questa sensazione.

Guardo con calma tutto quello che mi circonda.

Potrebbe essere l'ultima volta.

Gli altissimi grattacieli illuminati circondano l'intera città come se fossero delle mura e di notte, con tutti gli schermi luminosi, si trasformano in un manto scuro di stelle.

Non mancano i turisti curiosi che girano la grande mela in lungo e in largo, assaggiando anche gli hotdog dei venditori ambulanti.

Come dimenticarsi del traffico newyorkese, una caratteristica tipica di questa città. I taxi gialli sfrecciano a tutte le ore e centinaia di persone camminano dalla mattina alla sera in mezzo alle strade di questa magnifica metropoli. Sia per andare al lavoro sia per prendere un caffé da Starbucks.

Mi manca il luogo dove sono nata e cresciuta.

Miami è la mia casa e mi rattrista l'idea che non potrò più vederla, che non potrò più sentire il rumore delle onde del mare, l'odore salmastro della spiaggia.

Non potrò più sentire le braccia di mia zia stringermi a sé, conoscere meglio suo marito Jordan. Non potrò mai più far visita alla tomba della mamma.

Sembrano delle cose scontate, ma per me valgono molto.

Decido di non pensare alle persone che mi vogliono bene, soprattutto a Chris e velocizzo la camminata per raggiungere il luogo dell'incontro.

Rose sa scegliere bene le sue carte.

Ha deciso di incontrarmi nella zona più malfamata di New York, in un magazzino abbandonato.

Non prendo un taxi, perché arriverei prima del previsto.

Voglio godermi questi ultimi attimi di libertà e di serenità.

Quando arrivo davanti ad un negozio di armi, mi fermo.

Dovrei comprare una pistola o almeno avere qualcosa con cui difendermi.

Rose sicuramente ha provveduto alla sua sicurezza e non vedrà l'ora di farmi fuori.

Mi ha sempre odiata.

Aspettava da tanto questo momento.

Entro determinata dentro al negozio e immediatamente un tizio panciuto e lurido mi sorride.

<<Cosa porta una bella ragazza in un posto come questo?>>, domanda curioso.

<<Ho bisogno di un'arma>>, ammetto con voce ferma.

Non so usare una pistola ed ho una mira pessima.

Finirei con il fare del male a qualcuno. So solo che, il pensiero di avere un'arma a portata di mano, mi fa stare più tranquilla.

<<Che tipo di arma? Una pistola? Un fucile?>>, chiede mentre tira fuori qualche modello da farmi vedere.

<<Una pistola va più che bene>>, rispondo prendendo in mano la prima rivoltella che vedo.

<<Ottima scelta>>, dichiara il venditore ridendo.

<<Ecco, tenga>>, dico piazzandogli in mano qualche banconota da cento.

<<Buona fortuna>>, ammette prima che io esca dalla porta.

Nascondo l'arma dentro al reggiseno.

Reflection 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora