<<Hannah? Oh, mio Dio. Cosa ci fai qui?>>, chiede sopresa mia zia mentre mi abbraccia stretta a sé.
<<Sono tornata a casa>>, rispondo ricambiando l'abbraccio.
<<Stai bene? Tuo padre è con te?>>, domanda facendomi entrare in casa.
È proprio come la ricordavo.
Un salotto immenso e la cucina sulla sinistra, separati da un arco con un muretto pieno di fotografie incorniciate e sulla destra una stanza che fa da cabina armadio per appendere i cappotti.
La scala a chiocciola troneggia davanti a me, che porta al piano superiore.
<<No, mio padre non è con me>>, mormoro posizionando la valigia ai piedi delle scale.
<<Mi fa piacere vederti, dopo tutto quello che è successo>>, ammette mettendomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Sì, mia zia sa tutto.
Sa quello che ha fatto Rose e che sono finita in ospedale. Non sa però che sono caduta in coma. Mio padre non gliel'ha mai detto.
<<Rose è in carcere, adesso>>, dichiaro rassicurandola.
<<Lo so. È dove merita di stare>>, ribatte pienamente d'accordo con la decisione del giudice. <<Allora, come stai? Sei cresciuta molto dall'ultima volta che ti ho visto>>, esclama cambiando argomento.
<<Sto bene>>, dico seguendola in cucina.
Lei si gira immediatamente e mi lancia un'occhiataccia.
<<Sputa il rospo>>.
<<Cosa?>>, chiedo confusa.
<<Andiamo, lo sai benissimo. Mi stai mentendo>>, ribatte incrociando le braccia al petto.
<<Non è vero>>, mormoro difendendomi.
<<Hannah>>, sospira.
<<Okay, va bene>>, rispondo sconfitta. <<È meglio se ci sediamo>>.
Mia zia è sempre stata brava in questo. Sa quando mento. Con i miei ero bravissima a recitare, ma a lei basta solo uno sguardo e capisce subito.
<<Non porti buone notizie, allora>>, dice quest'ultima preoccupata.
<<Ho solo paura di come reagirai>>, ammetto sedendomi su una sedia.
Lei fa altrettanto mentre si versa un bicchiere d'acqua.
<<Tieni>>, dice mettendomi in mano quel bicchiere. <<Avrai sete>>.
<<Sì, grazie>>.
Bevo l'acqua tutto d'un fiato e deglutisco. Immediatamente la gola si rinfresca e non sento più tanto caldo.
Le temperature di Miami non mi sono mancate per niente.
<<Cosa devi dirmi, Hannah?>>, domanda impaziente la zia.
<<Ehm...mio padre ti ha mentito>>, mormoro imbarazzata.
<<Dylan mi ha mentito? E su cosa?>>, chiede confusa e curiosa allo stesso tempo.
<<Sono stata in coma tre anni, zia>>, sussurro con le lacrime agli occhi.
<<Che cosa?>>, esclama ad alta voce. <<Dimmi che è uno scherzo. Dimmi che quel cretino di tuo padre non mi ha nascosto una cosa del genere>>.
STAI LEGGENDO
Reflection 3
ChickLitApro gli occhi. Sono in ospedale. Ricordo tutto. Ho protetto il mio ragazzo da quella psicopatica di sua madre. Chris. Dove sei? Mio padre entra dentro alla stanza e mi abbraccia forte piangendo. Mi prende una mano e la stringe. Devi essere forte. È...