You bring me home

La cosa giusta

Giugno 2014

"Haz. Harry. Gnocco pauroso a ore dodici. A ore dieci, nove, otto, tre, due - ciao, meraviglia. Io mi chiamo Zayn, ma tu puoi chiamarmi benissimo stasera."

Se Harry non indossasse un paio di occhiali da sole si coprirebbe lo sguardo per quanto si sente in imbarazzo in questo momento, mentre è seduto con Zayn nella sala esterna della mensa di Harvard, che è stata aperta in primavera, a prendere uno degli ultimi caffè prima della fine dell'anno accademico. Del suo secondo anno accademico. Ad Harry sembra assurdo pensare che siano passati già due anni, che a settembre tornerà qui come laureando per studiare e viversi il suo ultimo anno al college. Però è anche fiero di se stesso perché gli ultimi due anni li ha vissuti tanto, e a pieno. Lo studio va benissimo, è stato anche eletto direttore dell'Harvard Daily News e questo è un punto a favore per il suo curriculum, ha studiato, ha avuto ottimi voti, ma si è anche divertito. E tanto.

Prima di ritrovare Zayn al college, era una mina vagante che si aggrappava a qualsiasi cosa, assetato di esperienze ma comunque piccolo e imbranato. Oggi Harry invece sente a pieno i suoi vent'anni, perché se li sta godendo e ha acquisito un po' di quella leggerezza che ha tanto cercato. Quando ha finito di scoparsi Zayn in quel bagno a gennaio di un anno e mezzo fa, hanno stranamente parlato. Sono usciti dal bagno, sono tornati dai ragazzi che Zayn aveva conosciuto quella sera, glieli ha presentati, hanno bevuto qualcosa insieme e poi si sono ritrovati a parlare da soli per tutta la serata. È stato inevitabile, perché tra il sesso nel bagno e le presentazioni agli amici Harry potrebbe aver pianto un po', disperato, e Zayn che era sempre stato impassibile e indifferente sentì stranamente l'esigenza di stargli accanto e di ascoltarlo. È stato l'inizio di una grande amicizia.

Harry e Zayn sono rimasti sempre loro stessi, ma il loro desiderio di cambiare li ha portati ad apprezzarsi di più l'un l'altro. Non ci riuscivano quando erano al liceo, bloccati nel loro punto di vista e convinti di essere nel giusto. Da quella sera sono diventati straordinariamente amici. Certo, hanno fatto sesso altre volte - in realtà quando sono annoiati lo fanno ancora, ed è stato a dir poco divertente quando qualche mese fa ad una festa qui ad Harvard hanno puntato entrambi lo stesso ragazzo, e per non litigare hanno pensato di portarlo a letto entrambi. Nello stesso momento. Harry, il piccolo, pudico e facilmente traumatizzabile Harry si è risvegliato un'ora dopo ubriaco, nudo e con Zayn e quel ragazzo di cui neanche più ricorda il nome che gli dormivano addosso.

Di quell'Harry che un anno e mezzo fa ha dormito accoccolato a Louis sul divano di casa sua sembra essere rimasto ben poco, ma la verità è che è un anno e mezzo che non vede Louis e spesso non può fare a meno di domandarsi se quell'Harry sia rimasto lì con lui. Perché anche se si sente cresciuto, cambiato, più forte, più uomo e più virile, sa che non ci penserebbe un istante di più a lasciarsi coccolare da Louis se soltanto lo avesse qui con lui.

"Cazzo, è chiaramente etero" lo riporta alla realtà Zayn, quando quel ragazzo lo guarda di traverso e continua a camminare per raggiungere degli amici. "Non avrebbe resistito al mio fascino. Voglio dire, mi sono fatto tutti i froci di questo fottuto college."

"Non c'è bisogno di essere scurrili, Zay" lo rimprovera Harry, mentre gioca con la cover del suo cellulare. "E poi l'anno è finito, non ti sei stancato di scopare?"

"Se mi fai questa domanda significa che non ti ho educato bene" risponde Zayn, indignato, prima di sorseggiare un po' di caffè. "Non sei ancora tornato in Inghilterra e già stai diventando noioso."

Harry si sistema gli occhiali da sole tra i capelli, perché lanciargli un'occhiataccia coperta ovviamente non vale. "Disse quello che ieri sera si è perso l'ultima festa dell'anno per rimanere in camera mia con il mio compagno di stanza. Si può sapere che avete fatto tu e Liam?"