E ancora

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Giugno 2009

"Haz, pulce, cosa c'è che non va?"

Louis si stende sul letto accanto al suo migliore amico, che ha trovato qui steso ed avvilito quando è entrato dalla finestra. Sta a pancia in giù e ha i ricci che gli coprono il viso, così glieli sposta per potergli guardare gli occhietti gonfi e arrossati per il pianto. "Piccolo, dimmi che c'è, mi stai preoccupando."

"I Bad Angels faranno un concerto a Doncaster. Non sono mai stati così vicini a me, e ci tenevo tanto a vederli, lo sai, ma mia madre non vuole accompagnarmi. Quindi sarò l'unico sfigato che non ci sarà e che non li potrà vedere" mormora Harry sull'orlo di un pianto. E sì, lo sa che è stupido piangere a quindici anni perché i tuoi genitori non vogliono portarti ad un concerto, ma ci teneva veramente tanto a vedere la boyband del momento e non li potrà vedere. Tutto questo fa schifo.

"E se ti dicessi che mi piacerebbe accompagnarti?" gli chiede Louis, scivolando nel letto accanto a lui e accarezzandogli i capelli. Vede Harry spalancare gli occhi per lo stupore, e gli fa così male vederli velati dalle lacrime. "Io ho la macchina di mia madre. Potremmo partire io e te, andare a Doncaster e vedere quegli sfigati dei Bad Angels se ci tieni davvero così tanto."

"Davvero?" gli chiede Harry, incredulo, perché Louis odia questa band e li insulta di continuo. "Lo faresti sul serio? Io non so se possiamo farlo, Lou, finirà tardissimo e dovremmo rimanere per la notte, non abbiamo abbastanza soldi per permetterci anche un posto dove stare - "

"Porteremo la tenda e faremo un campeggio insieme, non lo abbiamo mai fatto io e te, è da quando ci sono stato con mio cugino che non vedevo l'ora di portartici" gli confessa Louis, elettrizzato alla sola idea di passare tutta la notte fuori insieme ad Harry. "Dai, Haz, ti va? Ci divertiremo."

"Certo - dio, certo che mi va Liù" risponde Harry senza esitazione, mettendosi seduto e gettandogli le braccia al collo. "Grazie, grazie, sei l'amico migliore del mondo. Non vivrei senza di te."

"Lo dici solo perché sei un ruffiano di merda."

Harry lo diceva perché lo pensava veramente.

-

"Lou. Louis. Liù. Dai su svegliati."

"Harry te lo giuro che hai rotto il cazzo."

Harry scoppia a ridere, mentre un Louis visibilmente stanco infila la testa sotto al cuscino per coprirsi dalla luce del sole e dalla voce di Harry, che ogni mattina arriva a svegliarlo puntuale come un orologio svizzero. "Lou, non fare l'antipatico. Non vogliamo perdere la colazione, vero? Poi oggi abbiamo così tanti posti da vedere. Non so ancora quali perché tu vuoi vivere all'avventura, quindi lo scopriremo. Non vuoi scoprirlo?"

"Voglio dormire" mugugna Louis, cercando alla cieca un braccio di Harry, una mano, qualcosa per tirarlo sul letto. Riesce a trovare un polso, il che è perfetto perché per non rischiare di farselo rompere Harry si lascia tirare vicino a lui. "Vieni qui. Dormi pure tu. Dormire è così bello."

"Liù" protesta Harry poggiando la testa sul cuscino, proprio dove sotto c'è la faccia di Louis. "Dai, siamo a Londra, non possiamo dormire sempre."

"Ma se non dormiamo mai" mormora Louis con voce soffocata, ed Harry sorride perché in effetti è vero che non stanno dormendo molto. Solo che Londra è davvero grande e devono stare in giro tutto il giorno tutti i giorni se vogliono vederla tutta.

Louis sospira pesantemente e per qualche secondo nessuno dei due dice nulla, fino a che Louis non abbassa poco alla volta il cuscino. Si ritrova la faccia di Harry davanti, la sua bellissima faccia, il suo sorriso, le sue labbra, il suo nasino, i suoi occhi verdi come lo era il prato del parco quando si sono conosciuti. "Ciao" gli sussurra pianissimo, e il primo sorriso della giornata è dedicato a lui. "Sei troppo bello di mattina. Mi fai male all'autostima."

You bring me homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora