Giù all'inferno

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Le prime due settimane di Harry a Londra sono state piuttosto strane.

Ha appena ci ha messo piede gli è ritornato in mente Louis, era inevitabile, ci sono stati per venti giorni insieme e anche se è una città grandissima hanno visitato la maggior parte dei luoghi in cui Harry è passato. Compreso la strada che fa per andare a lavorare tutte le mattine. Appena arrivato il suo primo pensiero è stato quello di andare a salutare Elizabeth e Catherine. Le due donne lo hanno abbracciato fortissimo e gli hanno offerto una tazza di tè caldo, rivelandogli di aver sentito tantissimo la mancanza di lui e Louis. Senza rendersene conto hanno toccato un tasto dolente ma l'espressione di Harry parlava chiaro. Lo hanno abbracciato di nuovo, dicendogli che qualsiasi cosa fosse successa tutto si sarebbe risolto e poi gli hanno offerto ospitalità considerando che "da quando voi ragazzi siete andati via, la vostra stanza è rimasta libera". Harry non avrebbe voluto approfittare, non è mai stato il tipo, ma quel posto somiglia così tanto a casa e gli faceva male il pensiero di lasciarlo. Non sarà ovviamente una sistemazione definitiva, ci starà fino a quando non potrà permettersi un posto tutto suo, e in compenso dovrà collaborare alle spese e alle bollette. Dopo questo semplice accordo stipulato con una stretta di mano, Harry ha realizzato di aver trovato una famiglia.

Ritornare nella stanza in cui lui e Louis hanno dormito insieme, però, non è stato facile. Appena ha varcato quella soglia è stato investito dai ricordi, dalle loro voci, dalle loro risate. Guardava il letto e gli sembrava di vederli ancora lì, abbracciati e accoccolati sotto le coperte dopo una giornata insieme trascorsa a fare i turisti. Quella è stata più o meno la diciottesima volta in cui Harry ha dovuto trattenere le lacrime.

Il lavoro è semplicemente incredibile. Pesante, caotico, i primi due giorni è tornato a casa con un mal di testa atroce, per adesso non ha fatto ancora nulla di importante ma è certo che gli piacerà. Stranamente gli piace l'ambiente, gli piacciono le persone che ci sono lì, gli piace pure il caffè della macchinetta che prende tutte le mattine. A fine giornata sente di aver fatto qualcosa di utile.

Non ha ancora fatto amicizia con nessuno, in tutta onestà non ne ha avuto tempo, c'è qualcuno che gli sembra davvero simpatico a lavoro ma non hanno ancora avuto modo di parlare. Così le sue giornate si susseguono così: sta tutto il giorno in redazione, poi esce, prende la metro, torna a casa, cena con Elizabeth e Catherine (qualche ospite c'è, ma mai nessuno mangia lì) e dopo torna in stanza, spegnendo subito le luci per non lasciarsi invadere dai ricordi che ha con Louis tra quelle quattro mura.

Questa ha tutta l'aria di essere una giornata come le altre, è partita nello stesso identico modo e sembra destinata a finire come sempre, ma quando alle sei esce dalla redazione correndo per andare a prendere la metro e non tornare a casa troppo tardi, si imbatte in qualcuno che mai, mai avrebbe pensato di vedere qui. A Londra. Fuori la sua redazione, a braccia conserte e a guardarlo sorridendo. Viene investito improvvisamente da un enorme senso di familiarità, perché dopo due settimane trascorse lontano da casa e senza alcun conoscente intorno, gli era mancato davvero scorgere il volto di qualcuno che conosce così bene.

"Jesse. Porca puttana, Jesse!" esclama, incredulo, abbracciandolo senza pensarci due volte. Solo quando si ritrova con il mento sulla sua spalla si rende conto che forse non è appropriato, perché il ragazzo che sta abbracciando è stato preso in giro ed è rimasto solo col cuore spezzato, ma quando sente le braccia dell'altro ricambiare e la risata rumorosa contro il suo orecchio un po' si sente meglio. "Che ci fai qui? Come fai a sapere che fossi qui? Mi stavi cercando? Cazzo. Come ho fatto a non pensarci, tu sei di Londra!"

"E sono tornato qui dopo che ci siamo lasciati due mesi fa" gli ricorda Jesse, quando si separa dal suo abbraccio. "Sto facendo la scuola di avvocato qui, ho vissuto dai miei genitori qualche giorno fino a che mio padre non ha avuto la brillante idea di prendermi un appartamento, quindi ora sto da solo. E so che sei qui perché ho sentito Liam stamattina, quindi ho pensato di farti una sorpresa."

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