C'è ancora tempo

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"Che mi prende? Mi stai chiedendo davvero che mi prende, Harry?" sbotta Jesse, spalancando le braccia e guardandolo con gli occhi pieni di lacrime. Harry non lo ha mai visto così, mai, e si sente una persona orribile per averlo ridotto in questo stato. Il problema è che nemmeno lui sa cosa gli ha fatto. Forse il problema è proprio questo, è quello che non gli ha fatto, tutto quello che non gli ha dato.

Vivono insieme da più di sei mesi, erano così felici dopo la laurea e così innamorati che non ci hanno pensato due volte a prendere in affitto un appartamento vicino al campus dove si sono conosciuti per cominciare la loro vita insieme: non hanno avuto neanche il tempo di godersi l'estate o l'inizio della loro convivenza, però, perché sono stati travolti dalle prime responsabilità da adulti. Harry è stato respinto per lo stage al New York Times che sognava e ha dovuto accontentarsi di un giornale locale, che sì, è sempre qualcosa ma non è quello che sognava. Lui voleva qualcosa di grande. Voleva fare il reporter, viaggiare, scrivere sugli autobus e seguire qualcosa che lo avrebbe fatto sentire vivo, non stare bloccato dietro ad una scrivania di un ufficio così triste.

Però va bene, si è accontentato, come si sono accontentati del piccolo appartamento in cui vivono, e come forse si è accontentato anche di Jesse perché anche se lo ha amato davvero in qualche modo, non è mai stato lui la sua prima scelta. E se ne rende conto pienamente adesso, mentre lo guarda crollare dopo l'ennesima lite che li ha coinvolti nell'ultimo mese. Troppo stress accumulato, troppe cose che non stanno andando per il verso giusto. Però Harry negli ultimi anni ha adottato la filosofia del carpe diem, ha cercato di non soffermarsi più troppo sui problemi come adesso ovviamente sta facendo Jesse.

Quindi di nuovo, fa finta niente. "Jes, andiamo, non puoi essere arrabbiato con me perché ieri non ho lasciato che mi scopassi. Te l'ho detto, avevo mal di testa, non stavo così perché avevamo litigato - "

"Oh Dio Harry, non è il sesso il problema, cazzo" lo interrompe Jesse, quasi offeso dal fatto che Harry, il suo Harry, l'Harry con cui è stato fidanzato nell'ultimo anno e mezzo, abbia anche soltanto osare pensare una cosa del genere di lui. Lui che lo ha amato, protetto ma lasciato libero, che lo ha lasciato vivere, lui che gli ha dato tutto e che gli avrebbe dato ancora altro se lo avesse avuto. "Il problema è che sei distante. Non me ne rendevo conto quando stavamo al college e non passavamo insieme ogni secondo libero, ma da quando viviamo insieme sei freddo, distaccato, sembri quasi insofferente. E non volevo dirtelo perché ti amo così tanto, ma io non riesco più ad andare avanti in questo modo."

Harry spalanca gli occhi, incredulo, per la prima volta sembra avere una vera e propria reazione. Ora che sente che sta per perdere anche Jesse, scatta in piedi dal divano e si avvicina al suo ragazzo che è vicino alla cucina e lo sta guardando con degli occhi infinitamente tristi. Non può perderlo. Non può perdere l'unica persona a cui è riuscito a legarsi in tutti questi anni. "Jes, andiamo, ma che dici? Lo sai che ti amo anch'io - "

"Tu ami Louis."

Tre parole non sono mai state così forti, così pungenti, così spaventose. Lo sono da morire adesso che ha ventidue anni, una laurea, una vita che a questo punto dovrebbe essere cominciata seriamente. Così lo guarda ferito, spaventato, ma è Jesse quello più ferito ora e lo spinge via per mettere della distanza tra di loro perché non ce la fa più a stare così male. "Tu ami Louis, Harry. Non hai mai smesso di amarlo. Quando ti ho conosciuto eri così legato a lui, dicevi di volerti liberare di quel sentimento, di voler andare avanti, fare esperienze e rinnamorarti ma la verità è che non è cambiato niente. Sei ancora il ragazzino di diciotto anni che stava nel mio letto e pensava a lui dopo che lo avevo scopato."

"Non è vero, Jesse, non puoi dirmi che sono ancora - "

"Sei paralizzato, Harry" insiste Jesse, furioso, perché ha perso quattro anni della sua vita ad essere innamorato di una persona che non gli ha mai dato davvero tutto se stesso. "Racconta pure a te stesso di stare bene e di averla superata se ti fa dormire bene la notte, ma sappi che non è così. Hai lasciato casa tua, la tua vita, tutto, per venire qui e dimenticarlo e farti una nuova vita ma la realtà è che hai tentato inutilmente di scappare da qualcosa che tieni radicato dentro te stesso. E che né io, né Zayn con le mille esperienze che ti ha aiutato a fare e né nessun altro potrà mai strapparti via."

You bring me homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora