Basta così

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"Portami altrove
Portami dove non c'è nessuno
che sappia di noi"

"Mi sembra una follia" mormora Gemma, presa dallo sconforto e accasciandosi con la testa tra le mani.

Se ne sta seduta nel soggiorno di sua suocera, mentre il ragazzo che ama è sopra nella sua vecchia stanza, steso a letto al buio da solo perché non vuole vedere nessuno. Gemma non è riuscita ad afferrare il momento in cui Louis è precipitato così velocemente nello sconforto più totale, fino a qualche giorno fa era stranamente affettuoso e presente, mentre la scorsa mattina anziché tornare a casa loro dopo essere stato da Zayn, è andato direttamente a casa di sua madre. Non l'ha neanche affrontata, non le ha detto di non voler più vivere con lei, non le ha neanche detto se è lei il problema in tutta questa storia, l'unica cosa che Gemma sa al momento è che il suo fidanzato è tornato a casa di sua madre, è triste, solo, depresso e non vuole vedere nessuno.

Jay si siede accanto a lei, prendendole la mano e stringendola con dolcezza. "Tesoro, Louis sta attraversando un momento difficile. Nessuno ci può fare niente."

"Sì, ma perché? Cos'è successo così tutto d'un tratto? Non riesco a capire."

Non riesce a capire come ci è passata dal mettersi con Louis quando avevano diciotto anni ed erano così piccoli e spensierati, sempre felici, e come ci è arrivata a sentirsi così fragile e a realizzare che probabilmente la persona con cui è stata per sette anni non l'ha amata mai. Oramai è palese e non le importa se non ha niente a che fare con questo sconforto di Louis, lo sa che c'è qualcosa che non va anche tra di loro. Se lo sente. Adesso è come se Louis fosse esploso e si stesse ribellando, mettendo se stesso al primo posto e quello di cui ha bisogno. Ma cos'è di cui ha bisogno, esattamente?

"Neanche me lo ricordo quand'è stata l'ultima volta che ha mangiato" mormora Jay, lasciandosi prendere dallo sconforto di una madre che vede il proprio figlio precipitare nel baratro della depressione sempre di più, sempre più in fondo, giorno dopo giorno. "Louis è sempre stato così pieno di vita, di energie. Non l'ho mai visto ridotto in queste condizioni. Se ne sta lì steso a letto a fissare fuori dalla finestra e a piangere. Inizio ad essere seriamente preoccupata per lui, mi - mi dispiace che tutto questo ti fa soffrire perché ti senti trascurata e tutto quanto, ma in questo momento vorrei soltanto che mio figlio si alzasse da quel dannato letto e mi facesse uno dei suoi sorrisi, ne avrei proprio bisogno in questo momento - "

"Oh, Jay" sospira Gemma, lasciando scivolare la mano che gli stava stringendo attorno alle sue spalle per abbracciarla. "Louis è forte, si riprenderà. Dispiace a me per aver saputo renderlo felice abbastanza da impedire che crollasse in questo modo. Forse - forse dovremmo - " Gemma si blocca, le costa da morire dire una cosa del genere perché sa che conseguenze potrebbe avere ma al momento non riesce a vedere altra soluzione. "Chiamare Harry. Lui è l'unico che sa prenderlo nel modo giusto. Non volevo arrivare a questo, Harry è a Londra ed è troppo presto per chiedere giorni liberi per venire qui, e sappiamo bene entrambe che se dico ad Harry che Louis sta male si precipita senza pensarci due volte. Potrebbe mettere a repentaglio la sua carriera per questo, ma - "

"Aspettiamo un altro po', okay?" propone Jay, separandosi dall'abbraccio della ragazza e sorridendole forzatamente. Ha trascorso gli ultimi giorni a comporre e cancellare il numero di Harry, a reprimere l'impulso irrefrenabile di chiamarlo e chiedergli di tornare. Solo che anche Harry per Jay è come un figlio e non lo avrebbe mai fatto, non gli avrebbe mai chiesto di rinunciare all'opportunità più importante della sua vita per Louis. "Prima di chiamare Harry, aspettiamo ancora un po'."

Gemma annuisce, fiduciosa, ma qualcosa le sta urlando che le cose non miglioreranno affatto: anche se non dovessero dire nulla ad Harry è una questione di giorni, lui e Louis sono come una cosa sola e se ne accorgerà presto che qualcosa qui a casa non va. Succederà ed Harry correrà qui mollando tutto e prendendosela con chiunque per non essere stato avvertito.

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