Parte 5

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Arrivati in chiesa Tsu sta per avere un esaurimento nervoso, ma per cosa si agita tanto non riesco a capirlo, lui e Aya stanno insieme da una vita e credo che non abbiano mai litigato da quando si conoscono, non vedo che ci sia da agitarsi tanto. Gli invitati hanno preso posto, il sacerote aspetta con noi, sta andando tutto bene, gli do una piccola botta in testa per calmarlo "Adesso basta, ti rendi ridicolo!" gli dico senza farmi sentire dagli altri invitati. Lui si massaggia la testa e annuisce, speriamo che abbia capito.

Parte la musica e entrano Fuka e Hisae, le due amiche di Aya, che ovviamente fanno da damigelle, raggiungono la prima fila tutte sorridenti, poi entra lei, dire che rimango incantato è dire poco, è bella da far sfigurare chiunque altro in chiesa, anche se ha un abito abbastanza semplice. Sana avanza sorridente e si guarda intorno, poi quando si avvicina, mi vede e mi rivolge un sorriso ancora più bello e il mio stomaco si ingarbuglia, per fortuna l'attenzione di tutti viene attirata dall'ingresso di Aya con il suo abito bianco, e mentre tutti si voltano a guardarla io non riesco a smettere di guardare la damigella d'onore.

La cerimonia è la solita sceneggiata in cui, le mamme piangono e gli sposi si fanno promesse assurde, per fortuna non dura molto. Quando tutto finisce, ci fermiamo a firmare i documenti, poi Aya e Tsu si avviano all'uscita della chiesa emozionatissimi, mentre io rimango indietro, ma mentre sto aspettando che loro siano usciti sento qualcuno afferrarmi la mano. Sana super sorridente cerca di trascinarmi con se "Dai musone, vieni, sarà divertente!"

Vorrei opporre resistenza, ma quel sorriso continua a spiazzarmi e mi lascio trascinare, la sua mano stretta nella mia, per lei è un gesto così normale, ma per me che evito accuratanemte il contatto fisico con chiunque è disarmante.

Usciamo dalla chiesa e veniamo travolti da una pioggia di petali di fiori che vengono lanciati verso gli sposi, ma che in realtà vanno ovunque, sento Sana che ride e cerca di ripararsi i capelli avvicinandosi a me, la sua risata è così pura che mi ritrovo a sorridere, mentre lei mi guarda divertita "Allora non sei sempre un musone" esclama.

Aya ci chiama per fare delle foto con loro, lei lascia la mia mano e si mette dal lato della sposa mentre io vengo spinto dal fotografo vicino a Tsu, la gente ride e si congratula, mentre io non posso fare a meno di pensare a quella mano stretta nella mia e quel sorriso. Che diavolo mi succede?

Quando hanno finito di fare le foto, Tsu mi chiama "Hayama, tu sai dov'è il ristorante vero?"

"Si certo" rispondo cauto.

"Puoi venire con la tua macchina e accompagnare Sana?" me lo dice con una tale faccia da schiaffi che lo ucciderei volentieri, ma alla fine in verità non mi dispiace, quindi annuisco e lui corre tutto trionfante verso Aya urlando "Problema risolto! Accompagna lui Sana!"

Sana sentendo il suo nome si volta e guarda nella mia direzione e di nuovo mi rivolge quel sorriso. Sono proprio un idiota, mi sto lasciando influenzare da questa stupida giornata. Cerco di darmi un contegno e mi avvicino a lei "La mia macchina è da questa parte" dico indicandogli la via "andiamo?"

"Certo!" Poi si blocca trandomi la manica della mia giacca e guarda prima il prato davanti a lei e poi i suoi piedi "Mi presti il tuo bracio? Sai com'è tacchi e erba non vanno d'accordo!"

"certo" dico rassegnato.

"Sei un vero cavaliere!" dice appendendosi al mio braccio e sorridendo.

Arrivati alla macchina sento una voce molto ironica "Akito Hayama che fa il galoppino? Questa si che è una novità!"

Le lancio un'ochiataccia, ma è Sana a rispondere con entusiasmo "Fuka! Amica mia!"

"Ciao Sana" lei le rivolge un sorriso forzato "ci vediamo al ristorante" poi si volta e sale in macchina.

"La conosci?" chiedo a Sana spontaneamente.

Di nuovo quel alone di tristezza passa sul suo volto mentre mi risponde "Era la mia migliore amica quando andavamo a scuola, ma poi quando sono partita abbiamo avuto qualche difficoltà, ci sentiamo ogni tanto, ma non è più come prima, non è come con Aya per esempio."

La vedo pensierosa, mi pento subito della mia curiosità, sono due giorni che faccio danni: ieri la domanda sulla mamma e oggi questo, devo proprio ricominciare a farmi i fatti miei.

Saliamo in macchina e lei torna sorridente e chiaccherona come ieri sera, ma sembra un po' sforzata la interrompo dicendo "posso chiederti una cosa?"

Lei mi guarda incuriosita e stupita, ha capito anche lei che io non parlo molto, ma sta volta continuo "Tu sei una brillante attrice, ti capita mai di recitare nella vita reale?"

Rimane bloccata e distoglie lo sguardo, guardando fuori dal finestrino.

"Perchè mi fai questa domanda? Ti do quest'impressione?" chiede questa volta seria.

"Non lo so, non ti conosco, ma ogni tanto mi sembra di verere che ti sforzi a sorridere"

"Sei il primo che se ne sia accorto, sai? Ho promesso che avrei continuato a sorridere alla mia mamma e così faccio anche quando non c'è nulla per cui sorridere."

Di nuovo quel alone, se non stessi guidando vorrei abbracciarla, questa ragazza ha una forza di volontà che io non posso nemmeno sognarmi, io non faccio altro che rispondere male alla gente e lei invece, anche quando si sente male sorride? Per me è una cosa davvero incredibile "Sai? Io non ci riuscirei" confesso.

"Fino a due anni fa, ho avuto la vita più bella che si possa desiderare, la mamma migliore del mondo e un lavoro invidiato da tutti, infatti adesso mi sono buttata sul mio lavoro che amo. Per questo sorrido, e quando mi viene la tristezza ripenso sempre che sono stata fortunata, e caccio via i brutti pensieri con un sorriso, la mia mamma diceva sempre che se io sorrido gli altri intorno a me stanno subito meglio, quindi non posso fare altro." mi spiega lei.

"Che si fottano gli altri! Come riesci a pensare agli altri quando non stai bene tu? Promettimi che non ti sforzerai di sorridere con me, io so come ci si sente senza una famiglia, e fa schifo!"

Lei mi gurda e vedo un sorriso, questa volta genuino, di quelli che solo lei riesce a fare e mi tolgono il fiato "Grazie Akito" mette la sua mano sopra la mia sul cambio della macchina e si volta a guardare fuori dal finestino, non posso fare a meno di stirngerle la mano e non la mollo più fino a che arriviamo al ristorante.

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