Capitolo 64 - Hotel

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Sofia

''Vi lascio soli per qualche minuto, passerà tra poco una dottoressa pronta ad eseguire l'intervento'' dice il medico uscendo dalla stanza.

Mi metto a sedere, mi accarezzo la pancia come facevo quando volevo sentire i suoi piedi battere contro la parete e guardo Cosimo. 

Ha gli occhi rossi come quando ci siamo incontrati e fumava così tanto da avere il contorno degli occhi costantemente arrossato. Questa volta non si tratta di erba o di fumo, ma di dolore e la cosa mi spezza ancora di più se possibile.

''Perché non piangi?'' non mi tocca, si limita a fermarsi davanti a me e guardare le mie mani stringere forte la pancia.

''Piangere non servirà a riportarlo in vita''

''Lo so, ma abbandonati ai sentimenti per una volta'' mi dice quasi come se mi stesse implorando.

''Proprio tu me lo dici?'' 

''Sofia non mi va di litigare'' nemmeno a me ''Ma non comportarti come se dovessi affrontare tutto da sola perché io sono qua con te''

Lo guardo negli occhi e guardo le sue mani tremare, così le prendo tra le mie e le poso sulla mia pancia costringendolo ad avvicinarsi a me. Fa qualche passo e si posiziona tra le mie gambe e accarezza la pancia mentre nei suoi occhi si fa strada un desiderio di poter riportare in vita suo figlio, nostro figlio.

''Sofia, è ora'' mi dice il medico di prima entrando nella stanza e interrompendo il momento di noi tre tutti insieme.

Cosimo non si stacca da me e aspetta che io mi alzi prima di togliere le sue mani dal suo bambino.

Guardo il medico con uno sguardo sicuramente impaurito, tanto che deve aver capito:

''Si tratta di un intervento chiamato raschiamento - si lo so che non è un bel nome - e dura poco, ma è necessario farlo in anestesia totale'' 

Annuisco anche perché, come pensavo, nessuna sua parola mi è stata d'aiuto. E nessun'altra lo sarà.

Con l'aiuto di Cosimo, scendo dal lettino su cui sedevo e insieme a me una lacrima che finisce davanti ai miei piedi in pochi millisecondi. 

L'asciugo velocemente come per nasconderla a chi mi sta guardando e mi fermo davanti a Cosimo, prima di raggiungere la porta.

Allungo una mano e accarezzo il viso di Cosimo che sta cercando di tirare indietro una lacrima che minaccia di uscire. 

Mi alzo in punta di piedi e gli poso un bacio sulle labbra.

Poi esco dalla stanza e raggiungo il lettino che mi aspetta fuori la porta, seguito da sguardi compassionevoli di medici che attendono il mio arrivo ma l'unico sguardo su cui mi concentro è quello di Cosimo che da lontano mi vede andare via. 


NOTA DELL'AUTRICE

Capitolo breve si lo so, ma ne seguiranno altri anche un po' diversi dal solito prima di raggiungere la fine della storia. Non uccidetemi :)


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