Capitolo 59 - Bastardi senza gloria

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Cosimo

Scendo dal palco seguito da urla e applausi che continuano mentre il cuore mi si riempe sempre di orgoglio ad ogni passo. Non lo do a vedere, ma tutto questo affetto verso le persone che capiscono quello che dico o che solo apprezzano la melodia e le mie parole mi fa sentire stimato.

''Cosimo viè qua'' mi dice Massimiliano, facendomi cenno di seguirlo.

Ci allontaniamo da tutti e inizia a parlarmi con una sigaretta tra le dita e uno sguardo più serio di quello che gli abbia mai visto fino ad ora.

''Cosa succede fra?'' gli chiedo in maniera spontanea.

''Si tratta della tua ragazza, Sofia'' quando sento il suo nome, mi rendo conto che è più importante di quanto pensassi e adesso sono tutt'orecchie ''Non dovrei dirtelo'' dice prima di iniziare.

''Ti ha chiesto lei di non dirmelo?''

''Si''

''E' così grave?'' chiedo. Sofia non chiederebbe di non dirmi certe cose se non fosse davvero importante.

''Non lo so. Non potrei non dirtelo. Ma se fosse successo alla mia ragazza, lo vorrei sapere''

''Dimmelo e basta''

''Prometti che non farai scenate o darai di matto, però''

''Muoviti''

''Mentre eravamo in videochiamata, ho notato sul suo zigomo e sul sopracciglio dei tagli. Ne sai qualcosa?''

''Non ne so nulla'' dico prendendo il telefono nel tentativo di chiamarla ''Quando sono partito non aveva niente''

''Non azzardarti a chiamarla'' mi dice strappandomi il telefono di mano.

''Non posso far finta di niente. E se quelle ferite prendessero infezione? E se non le curasse? Sono pericolose le infezioni e lei non ne deve prendere. Se avesse bisogno di punti? E' così orgogliosa da non andare in ospedale nemmeno se il piede le si staccasse dalla gamba'' la mia bocca parla senza filtri, senza nemmeno che ci pensi.

''Cosimo, capisco che tu sia ipocondriaco con te stesso ma sono sicuro che Sofia non morirà per un graffio''

''Almeno la chiamo per sentire come sta. Lo faccio sempre''

''Non permetterti di accennare qualcosa di quello che ti ho detto''

''Non dirò nulla''

Provo a chiamarla su FaceTime, ma rifiuta la chiamata e mi risponde con un messaggio:

È finito il concerto?

Si, ma perchè non mi rispondi su Facetime

Sono nuda, appena uscita dalla doccia

Ed hai vergogna che io ti veda?

No, ma di stare essere sul display del tuo telefono che chiunque potrebbe vedere passandoti davanti si

Tra qualche ora ho il treno

Si lo so

È tutto okay?

Perché non dovrebbe

Non lo so, dimmelo tu
Visualizzato

"Qualcosa non va" dico a Massimiliano che ha assistito alla conversazione senza dire nemmeno una parola.

Accendo una sigaretta e ritorno dai ragazzi, mentre non riesco a togliermi dalla testa l'idea di Sofia che ha dei graffi sul volto.

Dopo qualche ora, sono alla stazione di Gallarate, in provincia di Varese, per prendere il treno che in un'ora mi porterà da Sofia.

Desidererei vederla dormire su Facetime e passare la notte in treno a guardarla, invece devo accontentarmi di vedere il paesaggio buio della notte.

Alle quattro del mattino fumo l'ultima sigaretta sotto casa, mentre il leggero freddo si posa sulla mia pelle. Poi salgo finalmente a casa, ma per la prima volta ho paura di vedere cosa mi aspetta. Non appena spalanco la porta, cercando di non fare rumore, mi ritrovo davanti i pezzi di vetro che scintillano poiché illuminati dalla Luna che si intravede dalla finestra del balcone. Cos'é successo qui? Raggiungo la camera da letto, dove Sofia giace sulle morbide lenzuola con solo l'intimo addosso.

Vorrei chiederle la ragione di quei pezzi di vetro sul pavimento, vorrei guardarla negli occhi e leggere i suoi sentimenti, vorrei trovare sul suo viso i segni di cui Massimiliano parlava. Ma farla riposare è anche più importante. Così mi spoglio dei gioielli e della maglietta, per stendermi di fianco a lei.

"Sei arrivato" la sento sussurrare. La voce è così sottile e rotta che sono sicuro abbia pianto e ancora non so il perché.

"Si, vieni a darmi un bacio" le dico fingendo che tutto sia normale, ma dentro di me so che non è tutto apposto.

Si alza e mi posa un bacio sulla guancia. Sulla guancia? Poi accendo la luce sul comodino dietro di me e lei di scatto gira la testa dall'altro lato per nascondersi da me.

"Guardami" le ordino. Perché si sta nascondendo?

"Guardami" le ripeto quando non accenna a spostarsi.

"Perché c'è del vetro rotto nell'ingresso? Ti sei fatta male?"

"Mi sono scivolati i bicchieri da mano mentre volevo pulirli e qualche scheggia mi è arrivata addosso" finalmente mi guarda e riesco a vedere tutti le ferite di cui parlava Massimiliano nei punti precisi che mi aveva descritto.

"Vieni con me" riesco solo a dirle dopo l'enorme bugia che creda io mi beva.

La porto in bagno e mi affretto a prendere tutto ciò di cui ho bisogno che disinfettare le lesioni che ha.

"Dimmi che non ti sei fatta del male di proposito"

"No, ti ho detto come sono andate le cose" il suo tono ora è così freddo da non riuscire a riconoscerla.

"Sofia non dirmi puttanate" evidentemente le deve aver bruciato il contatto tra l'acqua ossigenata e la pelle viva, tanto che la sua mano stringe la mia. Poi dopo, come se si fosse resa conto della sua azione, la sposta alla velocità della luce.

Fingo di non notare il suo insolito comportamento e gliene ri-parlo solo quando tutto il suo bel visino è stato ripulito dal sangue che le colava un po' dappertutto.

"Ora che sei apposto" dico attaccando l'ultimo cerotto sullo zigomo "Puoi dirmi cosa è successo davvero"

Si allontana da me senza dire una parola e ritorna da me dopo qualche secondo con in mano una busta con su scritto Cosimo.

Giù Con Me - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora