Capitolo 35 - I got things I don't wanna say

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FLASHBACK DEL CAPITOLO 33 

"Dove vai?" le chiedo poi ritornando serio.

"A lavoro"

"Hai una lavoro?"

"Si, in uno studio legale"

"Forte" è l'unica parola che esce dalla mia bocca perché in realtà sono sorpreso da quanto lei intelligente e di come neanche la malattia che ha avuto non sia stata in grado di buttarla giù "Ti accompagno"

"E perchè dovresti?"

"Così mi presenti st'avvocato"

"E perché dovrei"

"Perché mi vuoi bene" 

FINE FLASHBACK

// Qualche giorno dopo \\

''Non dirmi che un tipo come Guè Pequeno è di tuo gradimento'' dice Silvio quando Cosimo abbandona lo studio. Marca, inoltre,  il suo nome quasi a voler sottolineare... Cosa? Che non gli piace? E sti cazzi! ''Non posso credere che stai con uno così''

''Non stiamo proprio insieme, ma se anche fosse non capisco cosa dovrebbe importarti. Voglio dire...'' dico cercando di non lasciar intendere i miei toni arrabbiati per evitare faide ''Cosa ci trovi di male''

''La domanda è cosa ci trovi tu, in uno come lui'' dice sorridendo e roteando gli occhi al cielo. 

Ad ogni secondo, sento la rabbia attraversarmi il corpo e le pareti di questo maledetto ascensore - che sembra andare a rallentatore - stringersi sempre di più intorno a me.

''Uno come lui?'' mi limito a chiedere con un tono sarcastico.

''Uno così... diverso''

''Diverso?'' dico seguendo tutto da una breve risata isterica che cerca di nascondere l'istinto omicida bloccato in gola, ma pronto a saltare via.

''Si. Diverso'' conferma lui, quasi soddisfatto.

''In effetti hai ragione... Lui è diverso da tutti'' 

Mi guarda con convinzione e soddisfazione, più di prima.

''E' diverso perché migliore di tutti'' dico uscendo finalmente da questo benedetto ascensore e allontanandomi dal condominio che ospita lo studio.

Nel tragitto verso la macchina, non posso che continuare a pensare a quanto sia stato sgarbato Silvio e ad ogni passo corrucciare le sopracciglia senza nemmeno accorgemene.

''Ciao'' mi dice Cosimo, rispondendo velocemente alla mia chiamata.

''Ehi'' rispondo timidamente come se fosse qui davanti a me.

''Che fai?'' 

''Torno a casa. Tu?''

''Mi sto preparando per il concerto''

''Beh allora ci sentiamo stanotte''

''Ho ancora qualche minuto prima di salire sul palco. Come mai mi hai chiamato? E' tutto okay?''

''Oh si, devo per forza avere un motivo per chiamarti?''

''Si, per forza. O ti stai masturbando e vuoi sentire la mia voce o qualcosa non va''

''Cosimo!'' lo rimprovero ridendo ''Non mi masturbo pensando a te''

''E chi ti crede. Non oso immaginare cosa combini quando non sono con te''

Giù Con Me - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora