Capitolo 4 - Non sai quale intimo metterti

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Casa sua è al centro di Milano e dal balcone si riesce a vedere perfettamente il duomo per intero. La vista è mozzafiato e l'appartamento è enorme: ha la grandezza di una casa per 5 persone, ma in realtà (adesso) ce ne sono solo due. Deve costare tanto, a partire dall'arredamento, dallo stile e dai costosi oggetti che decorano e abbelliscono la (già bella) casa.

''Ho una camera in più con un armadio e un letto abbastanza grande da farci un ménage à trois. Che, per la cronaca, non mi dispiacerebbe'' mi dice accennando un impercettibile sorriso. Certo che non ha molto in testa oltre al sesso eh... penso.

''Pensi ancora che sia la cosa giusta?'' chiedo timorosa e diffidente.

''No'' per un momento la sua strafottenza mi colpisce, ma poi accenna il suo solito sorriso e capisco che scherza ''Per colpa tua non posso scoparmi più nessuna a casa mia''

''Fanculo'' dico tirandogli un pugno sulla spalla, pari a zero data la sua forte e grossa corporatura.

''Cosa ti va di fare?'' mi chiede mentre io poso le cose dalla valigia all'armadio intanto che lui, steso sul 'mio' letto, guarda il soffitto strofinandosi l'accenno di barba che ha.

''Dipende dalla tua giornata tipo... Mi adatterò io, non cambierà la tua routine'' dico senza guardarlo negli occhi, anche se nel momento in cui mi sono avvicinata alla valigia accanto a lui sul letto, ho notato che mi sta scrutando.

''Mi sveglio, scrivo, registro, cazzeggio, disco. In loop'' guarda il soffitto e un tono di sufficienza che mi lascia intendere che vorrebbe di più dalla vita.

''Adesso sei al punto di cazzeggio?'' domando.

''Si'' non sembra infastidito, come, al contrario, è sempre.

''Quindi dopo c'è la discoteca'' lo sto interrogando e ancora non ha sbottato... record.

''Si'' ripete con lo stesso tono di prima.

''Okay'' acconsento ''Ti starò addosso per oggi. Da domani indipendenti''

''Basta che non mi stai addosso quando una bella culona mi si siederà su'' odio la sua ironia e il suo modo di scherzare perché mi infastidisce al punto da rendermi gelosa. E non posso essere gelosa di un ragazzo, a quanto pare anche famoso, che ho conosciuto stamattina.

''Disgustoso'' dico facendo una smorfia che lo fa ridere di gusto ''Ora esci'' gli ordino poiché ho intenzione di andare in doccia e passare una bella serata stasera, a cui voglio dedicare l'intero pomeriggio (quello che ne è rimasto, dato che sono le 6 circa).

''Mi piacerebbe rimanere, ma passerò tra due ore. Fatti bella'' è così contraddittorio e incoerente. Prima mi fa credere di non piacergli, poi mi dice che vorrebbe fare sesso a tre con me, poi che non sono il suo tipo, poi mi permette di andare in discoteca con lui e mi dice anche di farmi bella per l'occasione, dando per scontato che io non lo sia. Il che è vero, ma preferisco dirmelo da sola, anziché sentirmelo dire (vai a capirmi...).

''Sono già bella'' dico, quasi come se stessi rispondendo ad un ipotetico affronto, che in realtà non mi ha fatto...

Di tutta risposta, scatta in piedi e mi tira uno schiaffo superficiale sul sedere, uscendo dalla stanza ridendo e lasciandomi con una espressione contrariata, ma allo stesso tempo divertita, sul volto.

L'istante successivo sono in doccia e dopo ancora 10 minuti mi avvolgo in un'asciugamano bianco che mi copre dal seno all'intimità perfettamente, anche se lascia intravedere il sedere. Però poco importa perché sono sola in stanza.

Mi siedo sulla sedia davanti alla scrivania accanto al letto, dove uno specchio molto grande e uno più piccolo poggiato su, mi aiutano a truccarmi. Adoro truccarmi quanto adoro mettere i tacchi alti. Passo così tanto tempo davanti allo specchio, rallentando ogni mia mossa, perché consapevole che non ho la fretta di Gabriele addosso o l'ansia che incuteva Vittoria, che non mi accorgo che sono passate due ore. Così mi ritrovo Cosimo che spalanca la porta facendomi sussultare dallo spavento.

Giù Con Me - Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora