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Avevo passato l'intera giornata in agenzia: dopo che Bang PD mi aveva fatto trotterellare per tutto l'edificio alla scoperta dei posti più oscuri, mi aveva letteralmente segregata in uno studio senza darmi alcuno scopo specifico. Personalmente, mi sarei messa volentieri a lavorare a qualche pezzo se soltanto non fossi stata vittima di un andirivieni di persone. A quanto pare, la notizia del mio arrivo si era propagata in tutta la struttura in un battibaleno e tutti accorrevano per salutarmi. Rimasi piacevolmente colpita da ciò. Fino a quel momento, le persone non avevano fatto altro che essere gentili con me senza che io potessi fare nulla per meritarmelo, il che mi spingeva sempre di più a voler dare il massimo. Avevo un anno di tempo ed ero intenzionata a sfruttarlo al meglio!

Mentre uscivo dalla metro, il cellulare prese a squillare prepotentemente in tasca. Sbuffai, convinta che fosse mia madre. Ero tentata di lasciarlo squillare a vuoto, ma quel piccolo aggeggio faceva davvero un baccano assordante. Senza preoccuparmi di controllare che fosse effettivamente mia madre, risposi.

«Mamma, cavolo! Lasciami il tempo di tornare a casa! Si, ho mangiato, sono andata a lavoro, ho conosciuto un sacco di persone di cui non ricordo più i nomi, sono stati tutti molto gentili, mi sono trovata bene ma adesso sono stanca e affamata, ti chiamo più tardi!» stavo quasi per mettere giù quando una voce per nulla simile a quella di mia madre mi fece pentire di non aver controllato chi fosse il mittente.

«Ma come? Quindi hai dimenticato anche il mio nome?»

«Hoseok-ssi! No, scusami tanto! Ero convinta fosse mia madre. Perdonami!»

Mi maledissi mentalmente! Che figuraccia!

Inaspettatamente, Hoseok scoppiò a ridere dall'altra parte del telefono.

«Chaeyoung-ssi!» disse, tra una risata e l'altra. «Sei davvero incredibile! Però sono contento che mi abbia riconosciuto!»

«Come hai avuto il mio numero?» domandai, sinceramente curiosa. Ero sicura di non averlo dato a nessuno. L'unico che poteva averlo era...

«Bang PD-nim! Gliel'ho chiesto perché avevo assolutamente bisogno di parlarti! Ho scritto un pezzo!»

Sospirai lentamente, in modo tale da non farmi sentire. Non poteva proprio aspettare il giorno dopo? Sia chiaro: ero felicissima di poterli aiutare, speravo soltanto di poterlo fare durante l'orario lavorativo.

«Ah si? Bene, ottimo!»

«Si, grandioso! Però sento che c'è qualcosa che non va...»

«Vuoi che ci dia un'occhiata?» domandai, pregando perché mi dicesse di no.

«Mi saresti di grande aiuto! Solo se hai tempo, ovviamente. Non voglio privarti della tua vita.»

«Tranquillo, non è che abbia troppe cose da fare!» ammisi. Ero appena arrivata in una città dove non conoscevo nessuno. A parte disfare la valigia, non c'era proprio nulla che potessi fare. «Dammi solo il tempo di arrivare a casa, sono appena risalita in superficie.»

«Cosa significa? Stai male?» chiese cauto, abbassando il tono di voce.

«Eh? No, no! Parlavo della metro!»

«Ah!» esclamò divertito! «Scusa! Mi sono lasciato influenzare dal brano! A proposito, ti posso mandare anche il testo? Ho bisogno di un parere di qualcuno di esterno alla band!»

«Si, certo! Mandami tutto per e-mail, ok? Adesso vado, ci sentiamo più tardi.»

Salutai Hoseok e sospirai, inviandogli subito un messaggio con su scritto il mio indirizzo.

Nel giro di pochi minuti, mi aveva già inviato il file.

«Aish! Che velocità!»

Entrai nel condominio e, dopo aver salutato con un cenno della mano Mijung, mi diressi verso il mio appartamento. Era strano pensare che quella fosse casa mia. Era così spoglia, non c'era niente che non mi facesse pensare che fosse camera di un estraneo. Un estraneo senza affetti personali.

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora