Non mi ero accorta di essermi addormentata. Già fu sorprendente rendermene conto, potete solo immaginare il mio sgomento quando trovai Jungkook seduto davanti alla scrivania, a cui dava le spalle, con gli occhi fissi su di me.
Dopo che era uscito dalla mia stanza, dicendo che il bacio che mi aveva dato non era stato "nulla di ché", ero convinta di aver udito la porta di ingresso sbattere. Me l'ero immaginata? O, forse, era ritornato? Era il caso di indagare sulla questione.
«Non te n'eri andato via?» bofonchiai, stiracchiandomi sotto le coperte. Mi sentivo infinitamente meglio. La testa, per lo meno, non pulsava più come se qualcuno ci avesse piantato degli aghi.
«Ti è scesa la febbre.» disse, alzandosi in piedi. Lo guardai torva. Lui come faceva a dirlo? «Te l'ho misurata poco fa!»
Spalancai leggermente gli occhi. Aveva seriamente infilato un termometro sotto la mia ascella? Percepii un'ondata di calore prendersi il possesso del mio volto, colorandolo di rosso.
«Tranquilla, sono stato un gentiluomo!» ridacchiò il ragazzo, fermandosi di fianco al letto.
«Non oso immaginare.» borbottai, tirandomi su a sedere. Con un gesto veloce, rimossi la coperta dal mio corpo e mi girai in modo tale da mettere i piedi per terra, trovandomi esattamente di fronte a Jungkook. I miei piedi erano a qualche centimetro dai suoi. Se mi fossi alzata, saremmo stati fin troppo vicini.
Alzai il viso verso di lui, pronta a chiedergli di spostarsi, ma ci ripensai. Tanto valeva iniziare a giocare a questo suo strano gioco di cui non conoscevo le regole. Ma poco importava, io mi sarei creata le mie.
Mi alzai di scatto, sfiorando col volto il suo petto e, una volta in piedi, lo fissai dritto negli occhi. I suoi, tremarono quasi impercettibilmente, ma io lo vidi.
Nulla di ché, eh? pensai.
«Allora? Per quale motivo sei tornato?» riproposi la mia domanda iniziale con un sorriso beffardo, incrociando le braccia sul petto, giusto per creare una sorta di barriera tra i nostri corpi. Avevo detto di voler giocare, e l'avrei fatto, ma mi resi conto quanto effettivamente mi sentissi a disagio in quel momento.
«Mi sentivo in colpa per aver lasciato una persona mezza morta da sola.» mugugnò e, intanto, abbassò lo sguardo sui suoi piedi, non reggendo il mio.
«Pff!» sbuffai, portando le mani sui fianchi, fingendo nonchalance.
«Cosa?» domandò, scrutando il mio volto.
«Stavo solo pensando che ti riesce molto bene di andartene!» ghignai. «Dovresti solo imparare a non tornare.»
I suoi occhi vibrarono nuovamente. Probabilmente, aveva intuito la mia frecciatina velata all'ultima volta in cui ci eravamo trovati solo io e lui in una stanza: aveva fatto ciò che voleva fare e poi era scappato. Come un codardo. Esattamente come aveva fatto poco prima.
«Non dici nulla?» continuai, cercando invano un contatto visivo con lui. Guardava ovunque tranne che nella mia direzione. Riconobbi l'agitazione che stava dominando il suo corpo quando fece un piccolo passo indietro, per allontanarsi da me, e prese a tamburellare col piede sul pavimento. Sarebbe stato chiaro a chiunque che lo stessi mettendo in soggezione. Ciò che non capivo era: perché?
«Dovevo andarmene.» sussurrò tra i denti, senza azzardare ad alzare il volto. Le sue scarpe erano diventate improvvisamente interessanti.
«Dovevi?» chiesi dubbiosa.
«Sì.» confermò. «Per forza.»
«Oh, non farla passare come una questione di vita o di morte, Jungkook!» ridacchiai, superandolo e dirigendomi verso la porta.
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✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓
Romance{COMPLETA} «Pensaci, saremmo proprio una bella coppia. Tu la brava ragazza della porta accanto e io il bastardo di turno che ha occhi solo per te. Un bellissimo cliché, non trovi?» «Che schifo. Come puoi pensare una cosa del genere senza che ti veng...