trentotto

783 27 23
                                    

«Sul serio, mamma?» sbottai al telefono, incazzata nera.

Erano passati alcuni giorni da quando mio padre mi aveva comunicato che non mi avrebbero raggiunta in Corea per poter accompagnare Maya in giro per l'Australia.

«Mi dispiace, Chae.» mormorò mia madre, fingendosi afflitta.

«Oh, piantala di dire stronzate!» tuonai, ricevendo occhiate perplesse da parte di Slow Rabbit e Pdogg.

Era tutto il giorno che mia madre mi mandava messaggi infantili in cui mi chiedeva come andassero le cose, se avessi mangiato abbastanza... Insomma, in cui fingeva di preoccuparsi per me. Ad un certo punto, ne avevo avuta abbastanza e, infischiandomi della presenza dei miei colleghi, avevo deciso di confrontarla. Fortunatamente, lo studio era insonorizzato per cui, a parte Slow Rabbit e Pdogg, nessun'altro avrebbe avuto l'occasione di godersi la mia scenata.

«Cosa dici, tesoro?» mormorò mia madre.

«Dico che mi sono rotta le palle di te che fingi di preoccuparti per me! Smettila con questa messa in scena!» urlai, alzandomi di scatto dalla sedia, facendola sbattere involontariamente contro il muro a qualche metro di distanza. Slow Rabbit e Pdogg sussultarono contemporaneamente. «Il suo stupidissimo tour in giro per l'Australia dura solo paio di mesi! Possibile che preferiate accompagnare lei, piuttosto che vedere vostra figlia che abita da sola in Corea da cinque mesi?»

«È ancora piccola, Chaeyoung. Non possiamo lasciarla andare in giro per così tanto tempo senza nessuno che le stia vicino!»

«Ha sedici anni, mamma! Non è più una bambina! Sa cavarsela benissimo da sola! Senza contare che con lei ci sarebbero un'infinità di persone!» inconsapevolmente, tirai un pugno contro il muro. Successivamente, sentii il rumore di una sedia che strisciava sul pavimento. Mi voltai per vedere uno Slow Rabbit in piedi, intento a fissarmi pieno di inquietudine. Probabilmente pensava che stessi dando di matto. Non era troppo lontano dalla realtà!

«Chae...»

«Dacci un taglio!» ripresi, senza darle la possibilità di parlare. Non volevo sentire ragioni! «Perché tu e papà non ammettete che preferiate passare del tempo con lei, piuttosto che venire a trovare me, eh? Mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte così che possiamo avere l'anima in pace e andare avanti con la nostra vita!»

«Tesoro, perché dici queste cose? Non abbiamo mai fatto preferenze tra voi due, sai benissimo che vi amiamo allo stesso modo!»

«Perché ti ostini a portare avanti questa farsa?» sospirai, avendo perso tutta la rabbia iniziale. Ora, mi sentivo semplicemente vuota, stanca, sconfitta. «Divertitevi tanto in giro per l'Australia, ma fatemi il favore di non farvi sentire per un po'.»

Stavo quasi per mettere giù, quando mi ricordai di un'ultima cosa.

«Ah, quasi dimenticavo!» strinsi i denti, ma parlai comunque. «Non voglio più che mi mandiate dei soldi. Da parte vostra non voglio più avere nulla.»

Mensilmente, i miei mi mandavano sempre un po' di soldi per aiutarmi nel mio sostentamento. Mi avevano sempre fatto comodo, chiaramente. Grazie a loro, avevo potuto permettermi cose che, altrimenti, avrei solo sognato, come ad esempio, dei vestiti nuovi. Pensandoci, però, non era nulla di estremamente necessario e, al momento, volevo solo chiudere i ponti con loro, soprattutto con mia madre. Meno erano i collegamenti tra di noi, meglio stavo. Per cui, avrei fatto a meno di quelli volentieri: ero in grado di mantenermi perfettamente anche con lo stipendio della Bighit.

«Chaeyoung, non essere così precipitosa, parliamone! Io...»

«Vaffanculo.» misi giù e lanciai il telefono verso il divanetto, mancandolo.

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora