dodici

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«Quando l'ho saputo, non ci potevo credere!» urlò Hoseok, quando li raggiunsi in aeroporto, dopo i controlli di sicurezza.

«Allora era serio!» si accodò Jimin, correndomi in contro e avvolgendo di slancio le sue braccia intorno a me cogliendomi totalmente impreparata.

«Jimin-ah lasciala andare!» ridacchiò Yoongi, osservando la scena divertito.

«A cosa non potevi credere?» domandai quando il ragazzo dai capelli arancioni finalmente si staccò da me, rivolgendomi ad Hoseok.

Lui mi guardò, sorridendo stralunato.

«Che saresti venuta con noi.»

«Fidati, nemmeno io ci volevo credere.» bofonchiai, lasciandomi cadere su una sedia, facendoli ridere divertiti.

«Ci divertiremo un mondo!» annunciò Jimin, alzando le braccia al cielo. Io lo guardai torva.

Io ero lì per lavorare, non per divertirmi.

«Non sono mica in vacanza.» risposi con un po' troppa acidità a cui Jimin, però, non diede assolutamente peso.

«Oh, andiamo! Pensi davvero che ti lasceremo rinchiuderti in camera tua a produrre canzoni?»

«Mi pagano per fare quello.» scrollai le spalle, non capendo quell'improvvisa eccitazione per la mia comparsa. E non si trattava esclusivamente di Jimin e Hoseok. Anche Yoongi, Jin, Taehyung e Namjoon si erano avvicinati tutti a me, guardandomi speranzosi. L'unico era Jungkook che, con le cuffiette nelle orecchie, non si era nemmeno accorto del mio arrivo. Meglio così.

«Va bene, farai anche ciò per cui vieni pagata.» ridacchiò Taehyung, lanciando un'occhiata sospetta a Jimin e Hoseok che si limitarono a sorridergli.

Fortunatamente, di lì a poco i manager dei ragazzi ci chiamarono: l'aereo era pronto a partire.

Non so cosa avessi pensato, quando mi aveva chiamato Bang PD, quel mattino. Sicuramente, però, non avevo riflettuto sul fatto che, vista la fama dei ragazzi nella nazione, non avremmo preso un aereo ordinario; bensì quello dell'agenzia, privato. Era abbastanza grande per ospitare tutto lo staff, me compresa, e i sette ragazzi. Guardandomi intorno, mi sorpresi nel constatare che fossi l'unica produttrice presente. Come mai Pdogg e Slow Rabbit non erano venuti?

Non feci nemmeno in tempo ad approcciarmi ai manager per trovare risposta alla mia domanda che fui letteralmente trascinata via da qualcuno che mi afferrò delicatamente per il polso.

«Vieni a sederti con noi!» dichiarò Jimin, spingendomi verso un gruppo di poltroncine, con in mezzo un tavolino. «Stai pure vicino al finestrino!»

Mi accomodai dove mi era stato indicato e quando alzai lo sguardo sui due posti di fronte ai nostri, sgranai gli occhi. Di fronte a me c'era Taehyung, intento a leggere una rivista e di fianco a lui c'era niente meno che Jungkook, ancora con le cuffiette nelle orecchie. Questa volta, si accorse della mia presenza e, dopo aver fatto roteare gli occhi in modo teatrale, grugnì esasperato.

«Bene!» esordì Jimin, battendo le mani per attirare l'attenzione degli altri due. Taehyung alzò lo sguardo su di lui, poggiando la rivista sul tavolino. Jungkook, invece, si limitò a fissarlo, senza accennare a spegnere la musica nelle orecchie. «Abbiamo un sacco di domande per te!»

«Che domande?» chiesi, incrociando le braccia al petto.

«Sappiamo che sei di Sydney, che hai una sorella di nome Maya e una migliore amica dai capelli biondi con le sfumature rosa acceso.» spiegò Jimin.

«Suoni la chitarra e scrivi canzoni.» aggiunse Taehyung. «Le produci anche, divinamente oserei dire.»

Ridacchiai imbarazzata, non ancora abituata a ricevere complimenti per il mio lavoro. Prima, il massimo che ricevevo era qualche commento sotto i video che pubblicavo sul mio canale di youtube. E, un conto era riceverli da qualche mio coetaneo di cui non sapevo nulla e un altro era sentirselo dire da qualcuno che lavora nel campo della musica da moltissimi anni. Quello, era tutt'altro livello.

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora