Annodai la cravatta, misi le scarpe e presi lo zainetto pronta per andare a scuola. Era passato qualche giorno dall'episodio con mio padre e tutto era tornato come prima, ovvero con lui che si comportava normalmente faceva finta di nulla. Scesi di sotto e andai nella sala da pranzo, dove Marisol e le altre avevano già apparecchiato e preparato la colazione per me.
«Signorina Isabel, suo padre mi ha chiesto di informarla del fatto che il signor Ronald non lavorerà più per lei.»A quelle parole quasi mi soffocai bevendo il cappuccino, non potevano privarmi dell'autista. Ronald era al mio servizio da molti anni, mi aveva sempre portata ovunque. «Perché? Non può licenziarlo, a me serve l'autista.»
«No signorina, non è stato licenziato, Ronald è semplicemente passato al servizio di suo padre. Lavorerà per lui queste ultime settimane, prima di andare in pensione.» Mi spiegò con calma.
«Oh...» avevo quasi dimenticato che Ronald era ormai arrivato alla pensione e l'idea di non avere più lui alla guida, era strana. «Ma oggi come vado a scuola?»
«I suoi genitori hanno già assunto un nuovo autista che lavorerà esclusivamente per lei.»
«Oh, bene...» annuii finendo di fare colazione, ancora un po' sorpresa dagli ultimi aggiornamenti. «Allora io andrò a presentarmi al nuovo autista, buona giornata Marisol.»
Uscii con lo zainetto in spalla e scendendo i gradini, mi avvicinai perplessa all'auto parcheggiata.«Buongiorno signorina Evans...» sussultai girandomi verso la voce che mi aveva chiamata e socchiusi le labbra guardando il mio nuovo autista sorridermi. «O posso chiamarti Isabel?»
Non potevo credere ai miei occhi, non poteva essere vero. «Che cosa ci fai tu qui?!» Inizialmente pensai quasi ad uno scherzo, ma nella mia famiglia non c'era spazio per gli scherzi.
«Mi sembra ovvio, ti porto a scuola... e in giro quando lo richiedi.»
«No, so cosa fai ma, tu... voglio dire...» sbuffai alzando gli occhi al cielo, «non facevi il cameriere da qualche parte? Eri in quel gruppo catering...» il mio sguardo cadde sulla sua cravatta annodata male e scossi leggermente la testa trattenendo una risata.
«Si possono fare più lavori se uno lo desidera. Qui serviva un autista e tua madre, la sera della festa ha chiesto se uno di noi cercasse lavoro...» notando il mio sguardo sembrò sentirsi leggermente a disagio e senza distogliere gli occhi dai miei si toccò la cravatta.
«Ok.» Guardai l'auto e inarcai un sopracciglio. «Questa è una Range Rover...»
«Acuta osservazione signorina Evans, se ne intende di macchine.» Disse prendendomi palesemente in giro e socchiudendo gli occhi, lo fulminai velocemente con lo sguardo.
«Io non vado in giro con la Range Rover. Dov'è la mia Rolls Royce Phantom?»
«Mi dispiace principessa, ma quella macchina la guida l'altro autista che ha portato tuo padre a fare delle commissioni.»
«Non chiamarmi "principessa".» Aspettai alcuni secondi ma quando capii che non avrebbe aperto la portiera, sospirai entrando da sola in auto. Mi accomodai ai posti dietro mentre il ragazzo di cui non conoscevo ancora il nome, si mise al posto del guidatore e mi osservò dallo specchietto. «Ti hanno già dato il mio orario scolastico?» Domandai.
«Sì, per il resto mi hanno detto che sei tu a dovermi avvisare, suppongo dovrai darmi il tuo numero.» Sorrise quasi compiaciuto mentre realizzavo che aveva ragione.
«Suppongo dovrai dirmi il tuo nome allora...» stavolta sorrisi io compiaciuta, ma lui continuava ad avere un'espressione divertita.
«Puoi salvarmi come "autista".» Lo fulminai per l'ennesima volta e presi il suo cellulare segnando il mio numero, poi andai indietro per sbirciare qualche contatto ma si riprese il cellulare alla velocità della luce. «Sei una principessa ficcanaso, eh?»
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Second Star To The Right
RomanceIsabel Evans è una ragazza modello, intelligente, figlia di una ricca ma severa famiglia. Ha tutto quello che vuole, o quasi... Per anni ha sempre e solo fatto quello che i genitori le avevano imposto. Voleva renderli orgogliosi, ma loro sembravano...