Quella mattina, non mi aspettai di trovare Megan nella mia sala da pranzo. Stava parlando con mia madre di qualcosa, mentre la colazione veniva servita. Mi avvicinai e loro, notando la mia presenza, si voltarono entrambe guardandomi.
«Buongiorno cara, Megan è venuta a trovarti. Suppongo andrete a scuola insieme.» Mise la sua borsa in spalla pronta per andare al lavoro.«Suppongo di sì.» Risposi, ancora confusa nel vedere li la mia amica.
Mia madre si avvicinò salutandomi con un bacio sulla guancia, ma solo per sussurrarmi qualcosa. «Quando io e tuo padre torniamo, dobbiamo parlare.» Non disse nulla di più e se ne andò. Questa frase mi confuse maggiormente e non sapevo se dovevo preoccuparmi.
Guardai Megan bere il caffè latte che le avevano portato e mi sedetti accanto a lei. «Buongiorno.»
«Bella, come stai?» Chiese allegra facendo una foto alla colazione da poter mettere sulle storie di Instagram.
«Bene. Cosa ci fai qui?» Non volevo sembrare scortese o altro, ma non mi aveva nemmeno avvisata del suo arrivo.
«Mi sono svegliata presto oggi e ho pensato di passare da te per andare a scuola insieme.»
«Potevi chiamarmi o mandarmi un messaggio, così andavamo al Luxury.»
«Anche casa tua va bene, è meglio qui che al Luxury!» Mosse un po' la mano e si bloccò subito dopo come se le fosse venuta in mente qualcosa. «Effettivamente, andando al bar avremmo potuto invitare Andrew, Matt e gli altri ragazzi.»
«Mm... no.» Pressai le labbra e presi la mia brioche dandole un morso, anche se avrei tanto voluto i pancake di Jane in quel momento.
«Non capisco perché tu non dia una possibilità a quel ragazzo. Dai... Andrew è tra i più carini della scuola.» Si spostò i capelli dietro le spalle e prese il cellulare iniziando a mandare una serie di messaggi a qualcuno.
«Non mi piace, basta con le solite domande.» Sospirai cercando di capire se mi stesse ascoltando, ma sembrava troppo presa dal cellulare. Forse era per quello che dovevo ripeterle le cose mille volte.
«Uh quasi dimenticavo!» Abbassò finalmente l'iphone riportando l'attenzione su di me. «Alla fine mia madre ha deciso di non candidarsi.» Disse alzando gli occhi al cielo seccata.
«Come mai?»
«Ne ha discusso con mio padre e in conclusione ha deciso di continuare a fare l'avvocato. Che stupidaggine.» Sbuffò e io rimasi un po' spiazzata al suo ultimo commento.
«Non credo ci sia qualcosa di male.»
«E invece sì, perché ho detto a Susan Hunt che mia madre si sarebbe candidata. Invece, a quanto pare, all'ultimo ha deciso di ritirarsi. Patetica.»
«Io dico che ha fatto bene invece. Queste elezioni credo saranno più truccate del solito e, spietati come sono, rischiava di farsi rovinare la reputazione con qualche notizia falsa o pettegolezzi... non ne vale la pena.»
«Dovresti essere dalla mia parte.» Disse in tono di rimprovero.
«In realtà, dovrei essere in macchina.» Dissi guardando l'ora. Se non partivamo subito, avremmo beccato il traffico arrivando tardi a scuola. Presi la borsa e corsi con Megan alla macchina, dove Jason ci aspettava in piedi. Aprì la portiera dietro guardandomi con un piccolo sorriso che ricambiai e dopo averlo salutato, entrai spostandomi dietro il sedile di Jason per lasciare libero l'altro lato a Megan.
«Il tuo nuovo autista è carino.» Sussurrò al mio orecchio e sorrisi.
«Sì, non è male.»
STAI LEGGENDO
Second Star To The Right
Storie d'amoreIsabel Evans è una ragazza modello, intelligente, figlia di una ricca ma severa famiglia. Ha tutto quello che vuole, o quasi... Per anni ha sempre e solo fatto quello che i genitori le avevano imposto. Voleva renderli orgogliosi, ma loro sembravano...