Punto di vista di Jason
Scesi di sotto come mi aveva chiesto Isabel e restai vicino alle scale aspettandola. Era chiaro che qualcosa non andava, sua madre era stata esagerata con lei poco fa. Le aveva anche impedito di tornare a casa, per il semplice fatto che avrebbe dovuto fare presenza. Non sapevo cosa fosse successo minuti prima, quando l'ho vista stava parlando con la sua amica Megan e dopo averle urlato un "basta!" era scappata via. L'avevo seguita cercando di fermarla per farmi spiegare cosa fosse successo, invece, girandosi era corsa ad abbracciarmi. Aveva bisogno di un posto tranquillo e in qualche modo, l'avrei portata via da questo luogo. Iniziai a fare avanti e indietro li intorno, notando successivamente Andrew fissarmi. Non mi era servito troppo tempo per inquadrarlo, avevo capito subito che persona era. Ciò che mi domandavo, era se lo avesse capito anche Isabel. Quel ragazzo non mi piaceva per niente e io non piacevo a lui.
«Davies, giusto?» Si avvicinò con un bicchiere di vino in mano. Lo guardai semplicemente senza rispondergli. «Vedo che Isabel sta iniziando a portarti proprio ovunque. In effetti ha sempre voluto un cagnolino.»Stavo cercando di trattenermi con tutte le mie forze dal tirargli un pugno in pieno viso. «Ti senti minacciato Larson?»
«Minacciato io? Da te?» Rise guardandosi intorno. «Divertente questa.»
«Ti senti minacciato perché tu vorresti Isabel al tuo fianco, ma lei non ti guarda nemmeno. Invece preferisce passare il tempo con me, parlare con me, mi vede come un amico. Tu non sei nemmeno quello.» Risposi in tono tranquillo, mentre potei vedere la sua espressione cambiare in una più irritata.
Posò il bicchiere e chiuse la mano in un pugno. «Ringrazia che siamo qui dentro.» Sussurrò a denti stretti.
«Non avresti fatto nulla comunque.»
«Fossi in te, smetterei di parlare. Perché posso farti perdere il lavoro e impedirti di trovarne un altro.» Si allontanò da me e raggiunse gli altri.
Sapevo che Andrew era uno di quelli che parlava e basta, le sue armi erano le minacce.
Mi voltai non appena notai qualcuno scendere le scale, Isabel. Passò tra le persone sorridendo e salutando, fermandosi poi a parlare con una donna. La guardai attentamente, i suoi sorrisi erano bellissimi e in altre circostanze, forse, avrei sorriso anche io contagiato, ma non stavolta. Questi sorrisi erano diversi da quelli che avevo visto io altre volte... erano tristi. Non era felice e lo si poteva capire dagli occhi, ma gli altri non ci facevano caso. Non vedevano la maschera sul suo viso. Mi avvicinai ma non troppo, lasciandola libera di conversare senza che sentisse la mia presenza addosso. Appena finì di parlare, sua madre le passò accanto sussurrandole qualcosa all'orecchio. Isabel guardò in direzione di Megan e le si avvicinò iniziando a parlarle. Non riuscii a sentire, ma dal sorriso trionfante della sua amica, potei intuire si fosse scusata. Andrew la affiancò subito poggiandole una mano sulla schiena e mi fulminò con lo sguardo. La strinse leggermente a se e solo dopo notai di avere le mani strette in due pugni. Andarono tutti e tre a sedersi ad un tavolo, io continuavo a seguirli con lo sguardo, non volevo perdere d'occhio Isabel. Andrew provò a poggiare una mano sulla sua ma lei la ritrasse e alzandosi, entrò nel ristorante. La seguii ma passando accanto al loro tavolino, Megan si alzò di scatto fermandosi proprio davanti a me.
«Eccoti qui, non ti avevo visto. Come stai?»«Una meraviglia.» Come se le fosse interessato davvero. Non sapevo nemmeno perché mi stesse rivolgendo la parola.
«Stai meglio vestito così, sai?» Poggiò una mano sul mio petto toccando il tessuto della camicia.
«Se non ti dispiace, ho da fare.» Spostai la sua mano superandola ma mi fermò di nuovo. «La segui sempre ovunque?»
«Te l'ho detto, è il suo cane.» Rispose Andrew restando seduto. «Per di più straccione. Non l'hai visto ieri sera?»
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Second Star To The Right
RomanceIsabel Evans è una ragazza modello, intelligente, figlia di una ricca ma severa famiglia. Ha tutto quello che vuole, o quasi... Per anni ha sempre e solo fatto quello che i genitori le avevano imposto. Voleva renderli orgogliosi, ma loro sembravano...