Capitolo 10

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Mi stavo per svegliare, me lo sentivo... ma da un lato, i miei occhi sembravano non volerne sapere di aprirsi. Sentivo di non avere più la testa sul cuscino, ma ero comunque comoda e sempre al caldo. Udii un lamento e due braccia mi strinsero. Il petto di Jason si alzava e si abbassava regolarmente, sentivo i battiti del suo cuore ed era rilassante. La sveglia iniziò a suonare e la maledii mentalmente mentre Jason si lasciò sfuggire un altro lamento tenendomi a se. Nascosi il viso contro il suo petto mentre le nostre gambe si intrecciarono.
«Odio le sveglie.» Sussurrò con voce roca e alzando lo sguardo lo vidi socchiudere gli occhi.

«Anche io...» sussurrai e dopo un po' calò di nuovo il silenzio.

«Riprenderà a suonare tra cinque minuti, vero?»

«Sì...» annuii e mettendoci tanta forza di volontà, mi misi seduta. Passai una mano sul viso e mi alzai stiracchiandomi. Andai a prendere il cellulare e staccai la sveglia successiva per poi correre a prepararmi. Oggi a scuola ci sarebbe stata un'assemblea quindi le lezioni, fortunatamente, erano state sospese. Dopo aver indossato la divisa corsi in bagno scontrandomi quasi con Jason, che stava uscendo e sembrava prendersela comoda. Misi del correttore attorno all'occhio e andai a prendere gli occhiali da sole. «Pronto?»

«Io da un pezzo. Oggi non devo litigare con la camicia e la cravatta.» Si passò una mano tra i capelli e infilò la giacca. «I tuoi sono già usciti?»

«Sì, di solito escono molto presto.» Presi la borsa e andando alla porta, la socchiusi controllando il corridoio. «Nessuno in vista. Se ti vedono, inventa qualcosa.»

«Va bene, se chiedono dirò che sono entrato di nascosto a notte fonda e ho passato la notte con te a parlare di tatuaggi.» Disse sarcastico e lo fulminai.

«Che stupido che sei, dai vieni.» Percorsi il corridoio seguita da Jason e scesi velocemente le scale facendogli cenno di proseguire dritto verso l'uscita. Io intanto girai l' angolo andando in sala da pranzo per prendere qualcosa da mangiare.

«Signorina Isabel, non si ferma nemmeno oggi?»

«Oh, buongiorno Gloria!» La guardai tenendo una brioche in mano. «Devo scappare a scuola per l'assemblea. Posso chiederti se per favore posso portare via due brioche?»

«Ma certo! Gliele metto in un sacchettino di carta, va bene?»

«Sì!» Sorrisi rimettendo a posto la brioche e aspettai.

Gloria arrivò subito dopo seguita da Marisol che mise le brioche nel sacchetto e me lo porse. «Vuole anche qualcosa da bere?»

«No, va bene così. Ora devo scappare!» Salutai entrambe e andai verso la porta «Muchas gracias ad entrambe!»

«De nada signorina!» Risposero all'unisono sorridendomi.

Jason aveva già preso l'auto e mi aspettava. Salii al posto del passeggero e allacciai la cintura mentre partiva. «Ti ho preso una brioche calda.»

«Grazie. Oggi non hai libri vedo.»

«Niente lezioni, c'è un'assemblea.»

«Allora cosa vai a farci a scuola? Meglio andare a fare un giro.»

«Ma si parlerà anche delle elezioni per i rappresentanti del corpo studentesco.» Spiegai trattenendomi dal mangiare subito la brioche.

«Ti candidi?» Mi guardò di sfuggita curioso.

«Non fa per me. Anche se ai miei genitori farebbe piacere.» Qualsiasi cosa che portasse ad essere il numero uno o al potere, a loro era gradita. Anche una banale candidatura a scuola.

«Alla fine devi fare quello che piace a te.»

«Non sempre è possibile.»

«Tutto è possibile.»

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