«Quante domande hai già scritto per il college?» Mia madre guardava i fogli sparsi sulla scrivania e raccogliendone alcuni, leggeva qualche riga da ciascun foglio.
«Ne ho fatte due, le stavo rileggendo per accertarmi di averle scritte bene.»
«Dovresti riscriverle a parere mio.» Gettò i fogli guardando poi le pagine aperte sul mio PC. «Sono questi gli indirizzi che hai scelto?» Le sfuggì una risata sarcastica e aprì altre pagine.
«Lettere mi sembra interessante e l'accademia delle belle arti ha diversi settori.»
«Vuoi davvero sprecare così i tuoi anni?» Avvicinò una sedia e si accomodò accanto a me cercando altre università. «Guarda qui.» Iniziò a mostrarmi le due università frequentate da lei e mio padre, a quel punto il mio istinto fu quello di alzare gli occhi al cielo e sbuffare ma mi trattenni come avevo fatto molte altre volte in quei giorni. «Qui ci sono gli insegnanti migliori. Avrai un futuro brillante se scegli uno tra questi posti. Oppure puoi fare medicina, da piccola ricordo che mi stressavi inseguendomi con quel giocattolo... come si chiamava...?» Tamburellò le dita sulla scrivania pensierosa e onestamente mi sorpresi anche solo del fatto che le fosse tornato alla mente quel ricordo. Da piccola fingevo di essere un medico e giravo per casa visitando tutti. I miei non amavano molto stare al gioco e in effetti erano i pazienti peggiori, tutto sommato si lasciavano visitare anche loro ogni tanto. Il personale come al solito era il migliore e quando davo loro le mie caramelle fingendo che fossero medicine, mi ringraziavano per averli guariti.
«Era uno stetoscopio, me lo regalaste a Natale con il kit giocattolo del pronto soccorso e un camice bianco.»
«Sì quello.» Mosse la mano con non calanche e si alzò. «Scrivi qualcosa di meglio e dimentica le facoltà che hai scelto. Io e tuo padre non ti permetteremo di gettare così il tuo futuro, quindi pensa alle altre opzioni che ti ho proposto. Non ti rimane più molto tempo, entro domani devono essere pronte, mi raccomando.»
«Perché non posso scegliere qualcosa che piace a me?»
«Perché quello che piace a te, non ti porterà a niente.» Detto ciò, uscì dalla mia stanza e sbuffando accartocciai tutti i fogli di brutta su cui avevo scritto le mie domande gettando tutto a terra.
Avevano in mano la mia vita e ancora una volta, sembrava non potessi fare nulla. Non avevo nemmeno il diritto di toccare i soldi sul mio conto fino ai ventun'anni e questo, rendeva le cose ancora più complicate. Non sapevo cosa fare, se non fissare il vuoto in attesa di un'illuminazione divina. Ad ogni modo, potevo fare domanda di ammissione lo stesso in tutte le facoltà che avevo appena visto. Almeno da un lato, avrei fatto felici i miei genitori e avrei scelto successivamente.
A distrarmi dai miei pensieri fu Jason, che entrò tranquillamente buttandosi sul letto. Ormai sembrava essere diventata un'abitudine quella di venire a farmi visita in questo modo e i miei non lo avevano ancora scoperto.
«Fai pure come se fossi a casa tua.» Dissi ironicamente e lui ignorandomi, allungò la mano per raccogliere i fogli accartocciati che avevo gettato.«Che cosa c'è che non va in queste richieste di ammissione?»
«Mia madre dice che non vanno. A dire la verità... anche le facoltà che ho scelto, non vanno.» Mi alzai andando a chiudere a chiave e mi gettai sul letto accanto a Jason.
«A me sembrano tutte ottime, sia le domande che le facoltà. Ti ci vedo a lettere.»
«Non mi lasceranno mai andare li, vogliono che segua le loro orme o che faccia di meglio.»
«Dovresti fare quello che ti piace.» Si sollevò su di un gomito guardandomi e io lo imitai. «Comunque non credo tu voglia ancora parlare di questo. Infatti ero venuto qui per invitarti a guardare un film con me stasera. Alla casa sull'albero. Ricordi che abbiamo tanti film da vedere, vero?»
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Second Star To The Right
RomanceIsabel Evans è una ragazza modello, intelligente, figlia di una ricca ma severa famiglia. Ha tutto quello che vuole, o quasi... Per anni ha sempre e solo fatto quello che i genitori le avevano imposto. Voleva renderli orgogliosi, ma loro sembravano...