Capitolo 6

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Punto di vista di Jason.

Isabel si girò come se avesse percepito il mio sguardo su di lei e la guardai ancora una volta, prima di svoltare l'angolo e allontanarmi dalla sua scuola. Ero arrabbiato.
Arrabbiato perché quello che le avevo detto prima al locale era vero. La conoscevo da poco, ma da quello che avevo potuto vedere fin'ora... lei non sembrava affatto come le altre persone che la circondavano, non era come i suoi genitori, soprattutto come suo padre.
Mark Evans era un uomo senza cuore e lo sapevo, mi chiedevo com'era possibile che sua figlia fosse così diversa da lui. Quella ragazza sembrava così innocente, non c'entrava proprio nulla con quelle persone. Evidentemente mi sbagliavo, non dovevo giudicare una persona solo perché portava abiti firmati. Ma questo complicava tutto.
Tornai al Maple Leaf e parcheggiai l'auto li davanti. Entrai nel locale, ora vuoto e andai a sedermi al bancone che Ralph in quel momento stava pulendo.
«Jason, sei già tornato?»

«Sì, mi porti un caffè?» Chiesi e in quel momento Jane passò lasciandomi ciò che avevo chiesto. «Che servizio veloce, grazie.» Risi e lei mi guardò incrociando le braccia. «Che c'è?» Domandai.

«Lei è la Isabel di cui mi hai parlato?» Domandò a sua volta seria e curiosa.

«Sì, non si era capito dalla sua divisa? Va alla scuola privata.»

«Jason. Non ferire quella ragazza, ok? Sembra tanto dolce...» mi lanciò uno sguardo di avvertimento e io la guardai inarcando un sopracciglio.

«Perché pensi che io possa ferirla?»

«Ti conosco bene, sei un bravo ragazzo ma... a volte combini pasticci.»

Ralph rise da dietro il bancone e lo fulminai. «Stai tranquilla, Jason ormai è un ragazzo a modo, guarda com'è vestito. Quanto guadagni?» Domandò.

«Non ti riguarda, pensa al tuo lavoro e non distrarti.»

«Tu comportati bene.» Disse Jane puntandomi il dito contro.

«Sissignora!» Finii di bere il mio caffè e controllai il cellulare andando nella chat di Isabel. Jane sparì in cucina e Ralph fece il giro sedendosi accanto a me.

«Ti piace la ragazza ricca?» Mi prese il cellulare dalle mani cliccando sulla sua foto per vederla meglio.

«Che? No.» Ripresi il cellulare uscendo dalla chat. «Lei è ok, ma non è il mio tipo.»

«Come no...» prese il tovagliolo, si avvicinò e mi pulì il labbro. «"Sei sporca di cioccolato piccola..."» mi imitò ridendo e lo spinsi via.

«Fottiti.» Risi e Ralph tornò dietro il bancone.

«Dato che sei qui potresti anche darci una mano, abbiamo alcune cose da spostare in magazzino.»

«Va bene.» Mi alzai andando dietro in magazzino e levai la giacca appendendola dietro la porta. Tirai piano la cravatta cercando di non sciogliere il nodo e slacciai i primi bottoni della camicia, finalmente respiravo. Guardai la posta gettata sul tavolo e una busta in particolare attirò la mia attenzione. Lessi un nome familiare sulla busta indirizzata a Jane, era strappata di lato quindi l'aveva letta. La presi tra le mani ma in quel momento, come se avesse avuto un radar, lei arrivò raccogliendo subito tutto e mi fulminò.

«Cosa combini?» Chiese in un tono quasi accusatorio.

«Vi do una mano.» Risposi ovvio.

«Non puoi vestito così, sarebbe un peccato sporcare quella camicia.»

Alzai gli occhi al cielo e sorrisi. «Non ti preoccupare.»
Ci pensò su poi mi lasciò li, portando via tutta la posta e le cartelle che aveva lasciato poco prima sul tavolo. Mi nascondeva qualcosa ma prima o poi avrei scoperto tutto e lo sapeva.

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