L'estate era passata velocemente, avevo fatto tutto quello che avevo programmato e di più. Continuavo a fissarmi nuovi progetti, nuovi obbiettivi. Avevo iniziato l'università da ormai un mese e mezzo, era tosta ma continuavo lo stesso a fare del volontariato all'ospedale nel fine settimana. Diana aveva preso una stanza nella sua università e ogni tanto facevamo delle video-chiamate per tenerci aggiornate sugli ultimi avvenimenti. Salendo in macchina, gettai lo zainetto sul sedile accanto e partii dopo aver messo la cintura. Da quando erano finite le vacanze, io e mia madre avevamo praticamente fatto a cambio, io ora avevo la Range Rover tutta per me e lei si faceva dare i passaggi da Gabriel. Quando arrivai al locale di Andrew, parcheggiai e scesi dall'auto andando verso l'ingresso. Lui e mio padre mi stavano aspettando da alcuni minuti, ma non ebbi nemmeno il tempo di entrare che sentii una voce alle mie spalle chiamarmi. Mi fermai qualche secondo pensando di essermelo immaginata e mi voltai, vedendo un viso familiare all'ingresso del parcheggio. Erano passati quasi sei mesi dall'ultima volta che lo avevo visto alla festa a casa mia. Il mio cuore batteva dalla felicità e sorridendo, corsi verso di lui che mi stava venendo incontro. «Non sai quanto io sia felice di vederti!» Lo abbracciai e lui ricambiò facendosi sfuggire un sorriso. «Ma dove sei finito tutti questi mesi? Non ho più visto nessuno.»
Jaden pressò le labbra e mi guardò. «Lo so, è che... da quando Jason se ne è andato, le cose sono un po' cambiate. Poi non avevamo più il solito posto dove riunirci.» Disse indicando il locale con un cenno della testa. «Una volta potevi trovarci tutti al Maple Leaf.»
«Mi dispiace...» sospirai guardandomi le scarpe.
«Non è colpa tua. Ad ogni modo, cosa mi racconti?»
«Ho iniziato l'università alla St. William, è a mezz'oretta da qui. Ma dimmi qualcosa di te piuttosto...»
«Grande! Io lavoro nell'officina di mio cugino e ogni tanto continuo a lavorare con la squadra catering. Non è cambiato molto.» Disse facendo spallucce.
«Ethan, Mike e gli altri li vedi ancora?»
«Sì, ogni tanto la sera ci riuniamo per qualche amichevole di basket.» Rise mettendo le mani nella tasca della felpa.
«Bene...» sorrisi poi iniziai a torturarmi le mani. «Jason...? L'hai più sentito?» Non pronunciavo il suo nome ad alta voce da tanto ed ero quasi riuscita ad evitare che occupasse i miei pensieri costantemente. Ora però, avevo quasi paura di averlo "liberato".
«Sì, parliamo spesso.» Sembrò sentirsi quasi a disagio, ma io lo ero di più.
«Sta bene? E Jane? Ralph?» Domandai.
«Stanno tutti bene.» Disse semplicemente guardando poi l'orologio al polso. «Ora devo andare alla fermata, tra poco passa il bus.»
«Ma tu non avevi la macchina?» Chiesi confusa.
«Sì, ma non oggi purtroppo.» Pressò le labbra e mi guardò. «Mi ha fatto piacere rivederti...»
«Anche a me...» accennai un sorriso e con un lieve imbarazzo, mi salutò indietreggiando. Io sospirai voltandomi e tornai verso il locale da cui erano appena usciti Andrew e mio padre.
«Chi era quello?» Sbottò subito fulminandomi.
«Una vecchia conoscenza.»
«Con quel nero?» Chiese guardando male Jaden che stava andando tranquillamente avanti.
«Cosa ci sarebbe di male?» Domandai cercando di contenere la rabbia che saliva ogni volta che mio padre iniziava a fare commenti razzisti.
«Non ti voglio vedere accanto a quella razza.» C'era disprezzo nelle sue parole.
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Second Star To The Right
RomanceIsabel Evans è una ragazza modello, intelligente, figlia di una ricca ma severa famiglia. Ha tutto quello che vuole, o quasi... Per anni ha sempre e solo fatto quello che i genitori le avevano imposto. Voleva renderli orgogliosi, ma loro sembravano...