Capitolo 91 - La lettera

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Nel frattempo a casa Cesaroni...

- Sono venuta qui per salutarti, amica mia... questa volta per sempre, tranquilla. - disse Stefania.
- No, ma quale per sempre?... Questo è un arrivederci, non è un addio. - la rassicurò Lucia.
- Te lo prometto, Lucia, ritornerò appena possibile... - affermò la Ansaldo.
- Il profumo dei tuoi dolci che preparerai lì per Annibale, arriverà fin qui alla Garbatella... - predicò la Liguori.
- Grazie, tesoro. - concluse Stefania.

Le due amiche si abbracciarono per l'ultima volta, poi la Ansaldo si allontanò.

Intanto, al piano di sopra, nella camera di Rudi e Alice...

- Non essere triste... tra pochi giorni sarà il nostro matrimonio, devi sorridere. - la incoraggiò il giovane Cesaroni.
- Lo sarò... anche se mia sorella mi manca. - gli spiegò la Cudicini.
-Tranquilla, Eva si ricorderà di tutti noi... e poi non te ne libererai facilmente... - continuò Rudi.
- Ti amo. - gli disse Alice.
- Come due anelli, più che fratelli. - le canticchiò il ragazzo, quando lei lo baciò appassionatamente.

Nel frattempo Eva, frugando nella sua borsa, trovò un vecchio lettore mp3 e decise di portarlo con sé per andare a fare una passeggiata. La ragazza, per le strade di Roma, mise gli auricolari alle orecchie ed avviò la riproduzione musicale della canzone "Tutto quello che ho"...

- Marco... - pronunciò commossa.

Intanto Stefania si incontrò con Giulio...

- Sei sicura di volerlo fare? - le chiese il signor Cesaroni.
- Sì, Giulio... mi mancherai tanto... mi mancherete tutti... - annuì la Ansaldo.
- Ezio? Te manca? - continuò Giulio che venne prontamente abbracciato dall'amica.
- Senti, Giulio... dalla ad Ezio... è una cosa che ci appartiene... - disse Stefania, porgendogli una lettera.
- Va bene, sarà fatto, signora capo... - annuì il signor Cesaroni.
- Ciao, Giulio. - proseguì la Ansaldo sorridendo.
- Divertitevi... - concluse Giulio.

Stefania si allontanò con Annibale, lasciando abbattuto Giulio che si era illuso di poter vedere il ricongiungimento della donna con Ezio.

Intanto il mattino seguente in bottiglieria, il signor Cesaroni diede la lettera all'amico...

- Questa è per te, valla a leggere fuori al fresco. - gli disse Giulio.
- Una sorpresa? - gli chiese Ezio.
- In un certo senso, sì...- annuì lui.

Il signor Masetti uscì fuori dal locale, si sedette ad un tavolino e cominciò a leggere...

<< Ed eccoci, Ezio... ricordo ancora quante lacrime ho versato e quanta rabbia ho sputato su tutti, quando tu eri andato via con Camìla... in Brasile... ed ora è il mio turno, caro Ezio... non ci vedremo più... parto, lontano da Roma... forse per dimenticarti... o forse già ti ho dimenticato, chi lo sa... no, Ezio... ti mentirei se ti dicessi che ti ho dimenticato, perché io non ti dimenticherò mai... sei stato il mio primo amore, e non sarà facile rifarmi una vita senza di te... quando non c'eri, nascondevo la mia voglia assurda di abbracciarti, di stringere forte il mio meccanico e farti rimanere senza respiro... anche se hai 1000 difetti, sei un uomo speciale perché hai saputo farti amare, caro Ezio... non rimpiangerò mai nulla della nostra storia... nemmeno le nostre 100000 litigate, anche quelle erano perfette per noi, pensa un po'... forse una cosa la rimpiango, di non aver capito il perché sei andato via, lasciandomi sola e distrutta... cosa è che noi non avevamo? Ti confido una cosa però... non c'è stato un solo istante in cui io abbia smesso di pensarti, da quando quella mattina suonò quel campanello, e aprendo mi ritrovai di nuovo il tuo volto davanti ai miei occhi... mi manca la tua gelosia, mi mancano i tuoi occhi, da brav'uomo... mi manca il tuo modo di farmi incazzare e cantartene di santa ragione... quando stavo con te, sembrava che il mio amore scorresse nelle mie vene e arrivasse tutto al cuore... sono stata distrutta, Ezio... e sono stata distrutta da te! Forse è per questo che non sono riuscita a perdonarti, perché forse sono troppo orgogliosa di me stessa per dirti che ti amo ancora... tu eri tutto quello che io ho sempre desiderato, e tutto quello che pensavo di volere... beh, caro Ezio, in questa lettera ho voluto dimostrati quanto ti amo ancora, certo... ma di quanto hai fatto anche schifo nei miei confronti, ero la pazza della Garbatella, avevo perfino tinto i capelli di bianco... e me la sono presa con quei poverini di Giulio e Cesare... ma poi è arrivato Annibale che mi ha scombussolato la vita fortunatamente... non puoi immaginare una donna tradita come si sente... è come una casa senza il tetto... davvero uno schifo... addio, caro amore mio... che la vita possa sempre sorriderti.

Dalla tua Ciù Ciù >>

- Ciù Ciù miaaa! - urlò Ezio stringendo la lettera a sé e scoppiando in lacrime, quindi, piangendo ininterrottamente, si alzò in piedi e disse. - No, non finirà così! Ti ho già persa una volta perché sono un deficiente, non ti abbandonerò di nuovo!

Il signor Masetti prese il cellulare e compose un numero...

- Camìla, puoi minacciarmi quanto vuoi! Non ricadrò ai tuoi piedi! Vado dall'unica donna con la quale sarei dovuto essere da sempre e per sempre! Vai a mori' ammazzata!

Quindi, osservato con profonda ammirazione dai due fratelli Cesaroni, uscì dalla bottiglieria e corse da Stefania.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora