Intanto in bottiglieria, Giulio vide Ezio disperato e decise di portargli una birra...
- Per il mio amico... ecco una bella birretta fres... o cazzo! - esclamò il signor Cesaroni.
- No, guarda che a me piace sempre la birretta. - lo rassicurò l'amico.Ma Giulio non si riferiva a quello. In quell'istante era appena entrato Annibale nel locale e ci fu un momento di tensione...
- Buongiorno, fratelli e sorelle. - predicò il Cesaroni.
- E che stamo? In chiesa? - ironizzò Cesare.
- Beh, te vedo particolarmente felice stamattina. Come mai? - chiese Giulio.
- Ho tagliato la barba. - sghignazzò il quarto fratello.
- Fai pure 'o spiritoso mò? - soggiunse Ezio.
- Stavo solo scherzando con mio fratello... - lo seguì Annibale.
- Forse è meglio che me ne vado... sennò non so che può succedere. - continuò il signor Masetti, uscendo dalla bottiglieria e lasciando il quarto fratello senza parole.
- Stavo meglio con la barba? - domandò il Cesaroni.
- No, stai bene con la barba... Annibale, devi dirci qualcosa? - gli rispose Giulio.
- Magari tra fratelli... - aggiunse Cesare.
- Qualcosa da dire c'è... ma ora non è il momento, perché ho molto lavoro da fare in autofficina... però promesso, dopo ne parleremo. - li rassicurò Annibale.Nel frattempo, al parco della scuola...
- Ciao, Emilio. - gli sorrise Clara.
- Oi, amica. - le rispose il ragazzo.
- Davvero mi ritieni amica? - continuò lei.
- Certo che sì... mi fai copiare in ogni compito con l'aiuto di Matilde. - affermò lui.
- Certo che Matilde ha proprio ragione. - sghignazzò la ragazza.
- In che senso? - le domandò l'amico.
- Beh? lei dice che sei un tipo molto divertente. - gli spiegò Clara.
- Davvero dice questo di me Matilde? - continuò Emilio, mentre la ragazza rievocò un ricordo.- Non una parola con Emilio! Intesi?!? - la raccomandò Clara.
- Ehm sì sì, certo. - lo rassicurò, ricevendo un sorriso compiaciuto, mentre nella propria mente pensò. - Ma come fa Matilde a non amarti più? Guarda che sorriso figo che hai.
- Ti va se oggi pomeriggio usciamo insieme? - le propose Emilio.
- Sì, perché no? - annuì l'amica sorridendo.
- Così mi distraggo anche un po' dal litigio con Matilde. - continuò il ragazzo.
- Avete litigato? - lo seguì lei.
- Diciamo che ultimamente mi sta evitando... lei pensa che io non me ne sono accorto, ma in realtà è dal primo momento che l'ho capito. - le spiegò lui.
- Non credo. - disse Clara.
- Mmh... - rispose dubbioso Emilio.
- Beh, se lo pensa allora vorrà dire che non ne capisce poi così tanto di ragazzi. - dedusse l'amica.
- Oi... grazie. - le sorrise il ragazzo.
- Siamo o non siamo amici? - gli chiese lei.
- Ad oggi pomeriggio, amica mia. - asserì lui.Intanto Stefania andò in libreria da Lucia...
- Sai che a volte me manca lavorare qui? - disse la Ansaldo.
- Oi, che spavento... sei sempre la benvenuta qui. - la rassicurò la Liguori, quindi si strinsero in un caloroso abbraccio. - Beh, te vedo particolarmente felice...
- Sì... sarà l'aria fresca di primavera... - predicò Stefania.
- Sì, magari anche con i fiorellini o le margherite mentre le rompi petalo per petalo, dicendo "M'ama o non m'ama, Annibale Cesaroni?"... - la seguì Lucia.
- Ma che stai a di'... - continuò l'amica.
- Stefania... - mormorò la Liguori.
- Guarda che te sbagli. - le disse la Ansaldo.
- Stefania... - ribatté Lucia.
- E va bene... sì, ci siamo baciati, ma non sono sicura. - le confidò l'amica.
- Se, vabbè. - rispose la Liguori, rimanendo ferma sulle sue convinzioni.
- Io comunque ora devo andare, che ci sono dei bulli a scuola che... mamma mia... ciao, amica mia, poi te racconto meglio e... - predicò Stefania che, uscendo dalla libreria ed intraprendendo una rincorsa, si scontrò con Ezio. - Ciao, Ezio.
- Ciao, Stefania... - le rispose lui.
- Ti trovo bene. - lo elogiò lei.
- Sì, benissimo. - annuì l'uomo.
- Ora vado però, che è tardi. - continuò la Ansaldo.
- Non sarò io a fermarti. - la seguì il signor Masetti.
- No, infatti, non avrebbe senso... - concluse Stefania che, toccandogli il braccio, se ne andò mentre Ezio si recò in bottiglieria.- Falsa bugiarda... - disse furibondo l'uomo.
- Non esagerare ora però. - tentò di calmarlo Cesare.
- Andiamo, Ezio, non fare così. - provò a fare lo stesso anche Giulio.Nel frattempo in bottiglieria entrò una sagoma misteriosa...
- Ciao, amore mio. - sghignazzò una donna.
- Oddio, Camìla, un altro di quegli incubi! Svegliame Giulio... 'a Ce', te prego, svegliame! - delirò il signor Masetti, in preda al panico, iniziando a prendersi a schiaffi in faccia, ma la brasiliana gli si avvicinò e gli accarezzò il viso. - Quindi io non sto sognando... lei è qui veramente?
- Ma non è un sogno, sono qui... amore mio bello. - lo rassicurò lei mentre lui, guardandola, svenne crollando a terra.
- Oddio, è morto! - esclamò Cesare.
- Povero amoruccio mio bello, solare, e... - predicò Camìla.
- ... e deficiente! - concluse Giulio.
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I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)
FanfictionTutti i diritti riservati. Questo sceneggiato è da considerarsi una semplice proposta volta a continuare le vicende lasciate in sospeso al termine della sesta serie della fiction, ma è approvato ed appoggiato dal cast storico e da chi ha lavorato pe...