Capitolo 96 - Sono il tuo papà, figlia mia

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Annibale ritirò l'esito del test del DNA e decise di leggere il risultato....

- È positivo! Sono io il padre de Nina, so' io. - disse tra sé e sé il Cesaroni.

Nel frattempo in ospedale arrivò Giulio e si precipitò da Sofia...

- Ciao Sofi', m'ha chiamato Annibale per dirmi della bella notizia. Mamma mia, meno male, perché non dormivo più la notte. Come sta ora? - domandò il signor Cesaroni.
- Stai tranquillo Giulio, adesso Nina sta riposando, più tardi potremmo vederla - rispose la Scaramozzino.
- Ciao Giulio, Nina sta bene. Tranquillo, l'ho vista poco fa e mi ha parlato - si insinuò nella conversazione Francesco, tornato dalla macchinetta del caffè.
- Oh France', ce sei pure te! Ma Annibale? - domandò Giulio.
- Non lo so, sarà andato a prendersi un caffè. - ipotizzò la donna, ignara da tutto ciò che stava accadendo.

Nel frattempo arrivò Annibale, meravigliato dalla notizia appena saputa...

- Ah, eccolo là! - esclamò il signor Cesaroni.
- Annibale, ma dove stavi? - domandò Sofia.
- Ve devo di' 'na cosa. 'A Sofi', te sto pe' dare una notizia che potrebbe cambiarti, anzi cambiarci, la vita. Io te amo, tu m'ami... e se te dicessi che abbiamo anche una figlia insieme? - disse Annibale, rivolgendosi maggiormente a Sofia.
- Annibale, cosa stai dicendo? - lo seguì la donna confusa.
- Nina è nostra figlia! Qui ce sono le prove, io sono er padre. - annunciò il quarto fratello Cesaroni, mostrando il foglio con i risultati del test.
- Siamo una famiglia, amore mio! - esultò entusiasta Sofia, quindi baciò Annibale che però non sapeva se dire o meno la verità a Nina.

- Annibale, è giusto che Nina sappia chi è realmente suo padre - affermò la donna.
- Si Sofi', ma che confusione c'avrà questa ragazza in testa? È cresciuta credendo che il padre fosse tuo marito, poi Giulio e adesso io? Quanti padri c'ha? - ragionò Annibale confuso.
- Ha solo un padre e sei tu. Inizialmente sarà confusa, ma poi capirà, vedrai! La conosco, è mia figlia - lo rassicurò Sofia.

Giulio e Francesco rimasero sconcertati e molto confusi...

- Ahò, stanno torna' tutti proprio ora. Io che non so' più er padre e invece lo è mi' fratello... che giornata! - concluse il signor Cesaroni, prima di andarsene.

Intanto nei pressi della casa di Walter e Carlotta...

- Dai, bella, parti... santo Dio, parti... dannazione, parti... - supplicava il giovane Masetti alla propria automobile, che sembrava quasi volerlo abbandonare nel momento del bisogno.
- Walter, ma c'è il pieno nel serbatoio? - chiese la Alberti.
- C'è il pieno, c'è l'olio, ci sono gli pneumatici cambiati da poco... c'è tutto... tutto... ma dannazione! Non vuole partire! - urlò furibondo l'uomo, prendendo a pugni il clacson.
Walter tentò di mantenere i nervi saldi fin quando, improvvisamente, un segno del destino giunse in loro aiuto...
- Un'ambulanza! Lì! Corriamo all'ambulanza! Presto! Non c'è un minuto da perdere! Abbiamo già lasciato correre troppo tempo.
I due si precipitarono lì sul posto e, avvicinatisi, trovarono un individuo in preda a lamenti...
- Gesù mio! Che le prende? - chiese il giovane Masetti per sincerarsi delle condizioni di questi, piegato dal dolore.
- Aaahi, aaahi, forse è mal di stomaco, forse è appendicite... non lo so, ma ora vado in Ospedale e vediamo... grazie per l'interesse... - rispose indolenzito, massaggiandosi la pancia.
- Eh no, caro mio! Mi dispiace, ma non posso transigere su questo... - lo anticipò Carlotta, quindi si rivolse a Walter. - Sali! Forza! La bambina chiama!
- Sono desolato, mi devi perdonare, ma mia figlia vuole nascere... soffri in silenzio ed abbi pazienza, un mal di pancia non è mica tutta questa grande sofferenza... - disse Walter all'individuo, dandogli un ultimo cenno di considerazione prima di essere mandato a quel paese a distanza.
- AH! AAH! AAAH! - strillò la Alberti in preda al dolore.
- Santo Dio! Non ti agitare! Lo so che è dura, ma non mollare... la nostra bambina sta per arrivare! - cercò di rassicurarla l'uomo, quindi proseguirono verso l'Ospedale.

Nel frattempo, con le parole di Sofia, Annibale si convinse a parlare con la figlia...

- Ciao, Nina. - incominciò la conversazione Annibale.
- Oi ciao Annibale, come stai? - domandò la ragazza.
- Lo chiedo a te, come ti senti? - rispose il Cesaroni.
- Ancora un po' stanca, ma molto bene e pronta a ripartire! - continuò Nina entusiasta.
- Mi fa piacere! Senti Nina, io te devo di' 'na cosa... - disse Annibale con tono impaurito.
- Dimmi, Annibale, sono qui. - sorrise la ragazza.
- Non so da dove incominciare... 26 anni fa incontrai una ragazza molto bella, la nostra relazione fu fugace ma molto intensa. 25 anni dopo scopro di avere una figlia, frutto del nostro amore... - le spiegò il Cesaroni.
- Beh Annibale, e questa ragazza sarebbe? - domandò la figlia.
- Tu... - disse Annibale sospirando.
- Io?! Ma di chi sono figlia realmente? - domandò la ragazza quasi scandalizzata.
- Sei mia figlia, Nina... non te la prendere, Nina, né con me e né con tua mamma. - la supplicò il Cesaroni.
- Ma io non mi arrabbio con nessuno, sono solamente turbata. - si mise a ridere la ragazza.
- Nina... - continuò il padre.
- Non dire niente... vorrà dire che chiamerò te papà, e Giulio zio. - lo rassicurò Nina, abbracciandolo.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora