Capitolo 11 - È tempo di chiarire

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Rudi e Alice uscirono di casa e si diressero all'Università, dove videro Charlie scherzare con Sara; quando il ragazzo si accorse del loro arrivo, gli si avvicinò...

- Oh, ciao amici... devo ringraziarvi per gli strabilianti consigli... penso di aver capito che interesso a Sara. - disse Charlie.
- Bene! Mi fa piacere, amico. - gli sorrise il giovane Cesaroni.
- Davvero Charlie, sono contenta. - continuò la Cudicini.
- Bene, ma ora andiamo... se non vogliamo fare di nuovo tardi... - predicò Rudi, quindi si addentrarono nella sede universitaria.

Intanto, a New York...

- È tutto pronto? - chiese Marco, guardandosi intorno.
- Sembra di sì. - annuì Eva, pensierosa.
- Oi, amore, calmati... abbiamo fatto la scelta giusta. - la rassicurò lui.
- Dici? - rispose lei, preoccupata.
- Fidati, Eva, è anche per il bene di Marta. - disse il cantautore di famiglia.
- Hai ragione... come sempre. - annuì la ragazza, quindi si baciarono.

Dopo un po', in libreria...

- Ma li hai visti? - chiese Stefania.
- Chi? - continuò Lucia.
- No, dico... ma tu li hai visti? - ripeté la Ansaldo.
- Ezio e Walter? - ipotizzó la Liguori.
- E chi sennò, Lucia? Su... - annuì l'amica.
- Non sarà facile per nessuno di voi. - predicò, sospirando, la signora Cesaroni.
- Tu davvero non sapevi niente dell'altra sera? - la interpellò la Ansaldo.
- Te lo giuro, Stefania... ma anche Cesare e Giulio non lo hanno fatto per cattiveria. - continuò Lucia, mettendo una buona parola sul marito e sul cognato.
- Vabbè... non preoccuparti, posso capire... - disse l'amica, non cambiando la propria opinione.
- Ma come devo fa' con te? - concluse la Liguori scherzando, dandole una sberla alla testa.

Intanto nella cucina di casa Cesaroni erano rimasti solo Ezio e Walter...

- Bene, ora che siamo soli... puoi spiegarmi perché cavolo hai lasciato mia madre?!? - chiese il giovane Masetti al padre, deluso dal suo comportamento.
- Walter, che te devo di'? Non c'avevo capito più niente! Sto facendo de tutto per farmi perdona'. - si giustificò l'uomo.
- E come pretendi che lei ti perdoni dopo tutto il male che le hai arrecato? - lo rimproverò il figlio.
- Ho capito che ho sbagliato... ma ormai gli sbagli li ho fatti e quello che posso fare è rimediare... - continuò Ezio, rammaricato per quanto accaduto.
- E tu cosa hai fatto per farti perdonare? - replicò Walter.
- Sto facendo de tutto Walter... ma lei non vuole saperne più niente... - gli rispose l'uomo.
- Sai mamma come fa... - predicò il giovane Masetti.
- No, Walterino, secondo me stavolta fa sul serio. - lo seguì il padre.
- E ce credo! - continuò il ragazzo.
- Sono distrutto, Walter... - disse Ezio, dannandosi.
- Ed io come dovrei sentirmi? Hai tradito mia madre... da te proprio non me l'aspettavo! - urlò Walter, alzandosi e sbattendo i pugni sul tavolo, quindi andando via.
Ezio tentò inutilmente di fermarlo e, rimasto solo, scoppiò in lacrime.

- Sarà meglio che vado a riposarmi un po' sul divano de Giulio... sono distrutto, tanto mò non c'è nessuno... che me frega. - mormorò Ezio che si distese sul divano di casa Cesaroni e si addormentò.

Nel frattempo a scuola, Mimmo e Matilde erano seduti al proprio banco come ogni Mattina...

- Tutto bene? - le chiese lui.
- Sì, Mimmo, scusami se non ti ho fatto sapere più niente riguardo a quella sera... - gli disse lei.
- Non preoccuparti, possiamo sempre rimediare... no? - le propose il giovane Cesaroni.
- Sì, certo, mi fa molto piacere... - annuì la ragazza.

Intanto le si avvicinò un suo amico e la salutò...

- Ciao, Emilio. - disse Matilde, salutando colui che era sopraggiunto.
- Ti trovo molto bene, e soprattutto bella. - le rispose questi, facendole avance.
- Grazie Emilio, sei gentile. - gli sorrise lei.
- Come non esserlo con una persona dolce come te Matilde? - disse il ragazzo, continuando a flirtare, porgendole un pacchetto incartato sotto lo sguardo di Mimmo. - Ecco, questo è per te.
- Bene Emilio, grazie... lo aprirò dopo... ma posso farti una domanda? - gli chiese la ragazza.
- Anche tre per te. - le sorrise lui.
- Oggi non è il mio compleanno... come mai questo regalo? - continuò Matilde.
- Perché le donne vanno apprezzate sempre... e non solo nel giorno del loro compleanno, per non parlare di donne come te... tu sei una persona d'oro, Matilde. - predicò il ragazzo, baciandole la mano.
- Grazie davvero, Emilio. - gli rispose, imbarazzata.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora