Capitolo 64 - Un vecchio amico della Garbatella

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Il giorno dopo, nella cucina di casa Cesaroni...

- Buongiorno a tutti... Mimmo, Matilde 'ndo sta? - chiese Cesare.
- Starà dormendo ancora, zio... - gli rispose il nipote.
- Ammazza... - esclamò il vecchio Cesaroni.
- E lasciala anna', poverina... - lo richiamò Giulio.
- Fa schifo 'sto caffè stamattina... - si lamentò Lucia.
- C'hai ragione. - affermò il cognato.
- Allora, amore, andiamo a studiare? - continuò Alice, rivolgendosi a Rudi.
- Sì, andiamo, dai... - annuì il giovane Cesaroni.

Intanto arrivò la sera...

- Oh, ecco finalmente il tanto atteso barbecue. - disse Giulio.
- Scemo. - sghignazzò Lucia.
- È che mi piace vedere la famiglia riunita... tutto qui. - le spiegò il signor Cesaroni.
- E lo saremo, guarda là... come sono belli i nostri figli. - sorrise la moglie.
- Se penso ad un po' di anni fa... mamma mia...- predicò l'uomo.
- Ma dici che Ezio e Cesare ci faranno mangiare qualcosa? - continuò la Liguori.
- Ma non so... devo crederci? - la seguì Giulio, facendola ridere, quindi si baciarono appassionatamente.
- Ma ho sentito aprire il cancelletto... chi è ora se siamo tutti qui? - disse Lucia.
- Eh, chi è? - soggiunse il signor Cesaroni, voltandosi verso l'ingresso della casa.

- Annibale! - esultò Cesare sorridendo.

- Annibale? E chi è? - chiese la Liguori.
- Annibale... no, dai, non ce credo... annamo a vede'. - continuò sorpreso Giulio, avvicinandosi. - Annibale... fratellone mio, tutto bene? Come mai da queste parti?
- Ciao, Giulio... ciao a tutti, sono venuto a trovarvi... anzi, a restare... rimarrò qui per sempre. - annunciò il quarto fratello.
- Ci fa molto piacere, Annibale, davvero... ma 'ndo sta la ragazza? - disse il signor Cesaroni.
- Ci siamo lasciati, Giulio... ma non preoccuparti, non sono più gay... - lo rassicurò Annibale.
- Ah, me dispiace che ve siete lasciati... comunque lei è mia moglie Lucia... - proseguì Giulio.
- Piacere, Lucia. - si presentò la donna.
- Piacere, Annibale, gran donna! - la elogiò sorridendo l'uomo.
- Grazie. - concluse lei compiaciuta.
- Ah, ma allora non me ero sbagliata... Anni', sei tornato. - lo raggiunse Stefania.
- Ciao, amica mia. - la salutò calorosamente Annibale, quindi si abbracciarono fortemente.
- E tu dovresti essere Ezio. - continuò il quarto fratello.
- Già, lui è Ezio. - annuì la Ansaldo.
- Piacere. - si presentò il signor Masetti.
- Beh, piacere mio, caro... ma allora ve siete rimessi insieme? - domandò Annibale.
- Eh no! No! Annibale... - negò la donna.
- Beh, dai, raccontateme un po'... allora, come vanno le cose qui? - chiese il Cesaroni.
- Eh, diciamo bene, dai... - gli rispose Giulio.
- Cesare, allora? Che fai te? Il mastrofocaio? - continuò Annibale.
- Ecco... ora che sei tornato, non fa' lo spiritoso pure te... - gli raccomandò il vecchio Cesaroni.
- Ma quale spiritoso, fratellone?... Fatte da' 'na mano, vieni. - lo rassicurò il quarto fratello, aiutandolo con il barbecue.
- Ammazza, Anni'... non te facevo così... ecco, te immaginavo sempre vestito per bene con la valigetta da avvocato... - gli confidò Stefania, sorprendendolo, quindi gli sorrise. - In senso buono... davvero, mi sei mancato.
- Beh, allora, la famiglia ora è davvero riunita. - disse Giulio.
- Non del tutto però... manca Augusto. - puntualizzò Annibale.
- Quello là è venuto già... poi se n'è annato però. - gli spiegò Cesare.

Dopo un po', in salotto...

- Zio, allora, come va? - chiese Mimmo.
- Bene, bello, grazie. - gli sorrise Annibale.
- Annibale, un po' di gelato, dai... - gli propose Stefania.
- E va bene... solo perché me lo chiede una mia carissima amica. - annuì il Cesaroni.
- Vabbè, allora io vado, eh... poi mi racconti. - concluse il nipote, lasciando soli il padre e lo zio.
- Vi ritrovo sempre uguali... mi fa piacere, davvero. - disse Annibale.
- A te invece te ritrovo cambiato... te ritrovo più... come Cesare. - continuò il signor Cesaroni.
- Andiamo non esagerare... - sghignazzò il quarto fratello. - Sì, certo, sono cambiato ed è grazie alla donna che amavo un tempo.
- Beh, me dispiace che sia finita poi... - lo seguì Giulio.
- Anche a me... però ora sono pronto a rifarmi una vita... davvero. - predicò Annibale.
- Mi fa piacere, fratello. - gli sorrise il signor Cesaroni.

Intanto in cucina...

- Devo dire che è carino Annibale, davvero. - affermò Lucia.
- Hai visto?... Che te dicevo? - la seguì Stefania.
- Stefania, tutto bene? - continuò la Liguori.
- Perché, tesoro? - le chiese la Ansaldo.
- Beh, sorridi quasi come sorridevi ad Ezio... - le spiegò l'amica.
- Ah?!? Ma no, ma che dici, Lucia?... È solo che ci tengo tanto ad Annibale... ecco, è grazie a lui se io mi sono ripresa in passato... altrimenti ammazzavo anche lui. - si giustificò la donna.
- Non so se è stato un bene o un male non esserci stata. - disse Lucia.
- Te lo dico io, meglio che sei stata con Eva e Marta. - la rassicurò Stefania, quando improvvisamente entrò Annibale.
- Lucia, Giulio voleva un altro po' di vino... sai dove posso prenderlo? - domandò l'uomo.
- Sì sì, Annibale. - annuì la cognata, prendendo il vino.
- Non preoccuparti, ci penso io. - le sorrise il quarto fratello.
- Ah, va bene, grazie... gentilissimo come tutti i Cesaroni. - concluse la Liguori.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora