Capitolo 88 - Carte false

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In casa Cesaroni si respirava tensione come sempre in quei giorni che passavano così lentamente...

- Amica mia, forse ora è meglio se resti qui e... ok, sì, per il fatto di Nina che è figlia di Giulio... ti capisco, però ora pensa a quella poverina di Eva, su... - disse Stefania per confortare l'amica.
- Eh ecco... io non so cosa sia successo... hai capito? Cioè mia figlia è felice e contenta, poi da un giorno all'altro la investono e perde la memoria... - si dannò Lucia.
- Oi, calma, ti capisco, ok? Però devi essere forte, certo ci vuole coraggio, Nina in coma... Eva con la perdita della memoria... - predicò la Ansaldo.
- Il divorzio mio e di Giulio... - la seguì la Liguori.
- 'A Luci', falla finita, eh... e poi vi ricordo che voi già siete divorziati. - puntualizzò Stefania.
- Lascia perdere... - continuò Lucia.
- Che vuoi dire ora?... - ribatté la Ansaldo.
- Ho fatto finta, Stefania, quelle carte erano scritte da me, non c'è mai stato nessun divorzio tra me e Giulio... - le spiegò la Liguori.
- Ma stai scherzando? E Giulio lo sa? - le chiese Stefania.
- Gliel'ho detto appena sono tornata a Roma anni fa... - affermò Lucia.
- Vabbè, meglio, no?!? - continuò la Ansaldo sorridendo.
- Ma che meglio e meglio, Stefania? E su... Giulio mi ha tradita... - predicò la Liguori.
- Non ti ha tradita, Lucia... tu non esistevi proprio a quell'epoca. - puntualizzò Stefania.
- È che gli uomini sono tutti stronzi, ecco... - la seguì Lucia.
- No, Lucia... anche io la pensavo così, ma sappi che non è vero... Giulio è un brav'uomo... ha fatto un errore anni fa... ma aveva anche sui 25 anni... invece Ezio è stato uno stronzo... Ezio mi ha lasciata con una lettera piena de orrori grammaticali... - disse la Ansaldo.
- Ti voglio bene. - continuò la Liguori.
- Già... e anche io... e guarda che ti ho portato appena fatta. - proseguì Stefania.
- Oddio, amore, la torta al cioccolato... te amo. - esultò Lucia, dopo aver aperto entusiasta la ciotola contenente il dolce.
- Eheh a me riesce sempre bene. - si vantò la Ansaldo.
- Lo so bene. - asserì la Liguori.

Intanto arrivò Marta...

- Che odore, nonna, posso averne una fetta? - chiese la bambina.
- Certo, amore... - annuì Lucia.

Marta prese la porzione del dolce e si recò in salotto per guardare i cartoni animati in televisione...

- Come le dico della mamma? - domandò la Liguori.
- Non devi dirglielo, Lucia... ad Eva prima o poi tornerà la memoria, no?- predicò la Ansaldo.
- Speriamo, guarda... non ne posso più di questo periodo, ed ora tu mi abbandonerai anche... - la seguì Lucia.
- Oi, no no, eh... questo mai... io sarò sempre con te anche se sarò a Milano - affermò Stefania.

Nel frattempo, in ospedale, Carlotta andò a trovare Eva...

- Oi. - la salutò entrando la Alberti.
- Ciao. - rispose la Cudicini.
- Non so se ti ricordi... io sono una tua amica delle superiori... - continuò Carlotta.
- Mi dispiace ma non ricordo... comunque piacere, Alessandra. - disse Eva sorridendo.
- Piacere, Carlotta... eh sono in dolce attesa, eh... - le spiegò la Alberti ridendo.
- Auguri... maschietto o femminuccia? - le chiese la Cudicini.
- Sento che sarà una femmina... sai? Le mamme la sentono questa cosa. - affermò Carlotta.
- Chissà cosa si prova ad essere mamma? Me lo sono sempre chiesto da quando ero piccola... ed un giorno vorrò una bambina. - continuò Eva.

Intanto entrò il dottore. Era un medico dai capelli abbastanza lunghi, arruffati ai lati, ed aveva degli occhi color nocciola, con un po' di barba che gli sporgeva dal viso. Eva lo guardò affascinata...

- Buongiorno, dottore. - lo accolse la Cudicini.
- Buongiorno... allora, come si sente? - le domandò l'uomo.
- Un po' meglio. - affermò lei.
- Ora che ci sono io... dica la verità. - disse sorridendo il medico.
- Può darsi... - annuì ridendo Eva.

Carlotta osservò attentamente l'amica e non ebbe dubbi: Eva aveva mostrato un cenno d'intesa con il dottore...

- Beh, in effetti sembra quasi Marco... - pensò la Alberti.

Nel frattempo in bottiglieria...

- Cesare... non lo so come fare con il fatto di Nina, ora pure la perdita de memoria de Eva... - predicò Giulio.
- Vabbè, ma che problema c'è?... Vi ricordate Oreste? - chiese Ezio.
- Oddio, non paragonarlo ad Oreste! Ti prego. - lo seguì il signor Cesaroni.
- Comunque, 'a Giu', tutto se risolve, tranquillo... certo però che potevi risparmiartela 'a scappatella de anni fa con Sofia... - continuò Cesare.
- A ridaje... è stato un errore... - ribatté Giulio.
- Lo so, allora tranquillo... sono sicuro che Lucia capirà... e che Eva si riprenderà... - lo rassicurò il fratello.
- A parte gli scherzi, Giulio... la penso come Cesare. - affermò l'amico.
- Eh menomale. - disse il vecchio Cesaroni.
- Non ti facevo così forte, fratellone... - lo elogiò Giulio.
- Beh, non ti dimenticare che sono il Cesaroni più duro che esista... - continuò Cesare.
- Ma con un cuore sensibile che pochi hanno. - puntualizzò il fratello.
- Buongiorno, fratelli. - disse Annibale, appena entrato nel locale.
- E dove stiamo? In chiesa? - ironizzò Ezio ridendo.
- Annibale, come mai da queste parti? - gli chiese Giulio sorridendo.
- Beh... ho saputo della vostra situazione e volevo dirvi che mi dispiace e vi sono vicino... e se avete bisogno, io ci sono. - gli spiegò il quarto fratello.
- Grazie, fratellone. - annuì Cesare.

Intanto a casa di Walter e Carlotta...

- Oi Marcoli', ti ho detto che ti aiuto io... tranquillo. - lo rassicurò il giovane Masetti.
- Sicuro? Ti assicuro che pagherò tutto. - gli chiese il cantautore.
- Lo faccio con piacere, davvero. - affermò Walter.
- È che io sto una merda... Eva non me riconosce ed è tutta colpa mia... - gli spiegò Marco.
- Non è colpa dell'incidente? - continuò l'amico.
- Sì, ma è colpa mia... - ribbatté il giovane Cesaroni.
- Non ti sto capendo, Marco... - disse Walter.
- Walter... hai presente Maya? - gli domandò Marco.
- Ah, sì... la Principessa sul pisello? - ironizzò il giovane Masetti.
- Già... - annuì il cantautore.
- Beh, che vuole? - gli chiese l'amico.
- E' tornata con un bambino di nome Dylan... e lo spaccia per mio figlio... - gli spiegò Marco.
- Cioè tu mi stai dicendo che hai fatto la stessa fine di tuo padre? - continuò Walter.
- Da quel che ricordo... io non ho avuto molti rapporti con Maya... come è potuto accadere, Walter? - gli domandò il cantautore.
- Eh c'è un motivo... - predicò Walter ridendo.
- Falla finita... - lo rimproverò Marco.
- Stavo scherzando. - lo rassicurò l'amico.
- È che io voglia di scherzare non ne ho, Walter. - ribatté il giovane Cesaroni, sbattendosi un pugno su una gamba.
- Adesso calmati che tutto si sistemerà e io ti sarò vicino, ok? - lo tranquillizzò Walter.
- Grazie, Walter... e ti raccomando... non una parola con Marta, lei è molto sensibile e se scopre che la mamma non la riconosce più, succede un casino... - gli raccomandò il cantautore.
- Terrò la bocca chiusa, promesso... non sono più un ragazzino. - concluse il giovane Masetti.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora