Capitolo 6 - Non provo più niente... o forse sì?

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Intanto all'Università...

Charlie stava per raggiungere i suoi amici... il ragazzo cominciò a correre, mentre ricordava i momenti della sua adolescenza... anche una nuova ragazza, castana dagli azzurri, andava di fretta con alcuni fogli in mano... e i due finirono per scontrarsi...

- Ma certo che ce ne vuole proprio di intelligenza! Idiota! - lo insultò la ragazza.
- Scusa, non volevo, non... - le rispose Charlie che rimase imbambolato.

Non appena i due sguardi si incrociarono, il tempo sembrò scorrere lentamente... sembrava un colpo di fulmine per l'amico di mio zio...

- Credo di averti già visto qualche giorno fa... - disse la fanciulla. - Comunque piacere, mi chiamo Sara.
- Il piacere è tutto mio, Sara... il mio nome è Charlie, scusami ancora... - continuò il ragazzo, rammaricato per lo scontro.
- Direi che sei un ragazzo tenero... ma sbadato! - concluse lei, sorridendogli.

Alice e la sua amica Iolanda, assistendo alla scena tra i due, parlarono tra di loro...

- Non ci credo... - esclamò la giovane Cudicini.
- Non può essere! Sara e Charlie... una coppia. - sghignazzò Iolanda.
- Dici? - continuò Alice.
- Ma li vedi gli occhi di Charlie? - insistette Iolanda, evidenziando il dettaglio.
- Sì, ma... ricordi cosa ha fatto all'ultimo ragazzo con cui è stata? - ribatté Alice, osservando colei che non aveva mai avuto in simpatia.
- Io la vedo cambiata, Alice... - mormorò l'amica.
- Le persone possono solo nascondere il proprio carattere... ma non cambiarlo! - predicò saggiamente Alice.
- Sarà... eppure la trovo molto diversa. - le rispose Iolanda, pensierosa.

Mentre Sara si allontava, Charlie continuò a guardarla ed il suo gruppo gli si avvicinò...

- Quella ragazza... wow! - esclamò il ragazzo.
- Amico, toglici le mani... - gli consigliò Lorenzo.
- In che senso? - chiese questi, confuso.
- Una lunga storia, Charlie... - sospirò Alice.
- Ma sbaglio o manca il capo? - soggiunse Charlie, non vedendo Rudi.
- È vero... dove sta il mio amore? - lo seguì Alice, guardandosi intorno quando le arrivò un messaggio sul cellulare.

<<Amo', sono io... ti aspetto fuori, devo dirti una cosa che mi ha un po' sconvolto... non dire niente>> - era quanto recitava il testo.
- Ehm... ragazzi, andate pure in aula... vi raggiungo tra qualche minuto. - li rassicurò Alice, recandosi fuori dall'università mentre il suo gruppo andò in aula.

- Oi... cosa è successo? - chiese Alice a Rudi, seduto su un muretto del cortile.
- Ho sentito... un dialogo di tua nonna con Lucia... - sospirò lui.
- Quindi? - continuò lei.
- Quindi... lei non si fida di me... dice che io non sono all'altezza per renderti felice... - disse Rudi.
- Perché mai? - lo accarezzò Alice.
- Dice che la nostra storia è identica a quella di Marco ed Eva... e che io sono uguale a Marco... ti farò soffrire come Marco ha fatto soffrire ad Eva... - predicò lui.
- Rudi... non credo che lo abbia detto per malvagità... credo che si sia solo preoccupata per me... dopo quello che Eva ha passato per colpa di Marco... - tentò di tranquillizzarlo.
- Lo so! Ma io non sono Marco... io sono Rudi... e tu non sei Eva... tu sei Alice! E la nostra storia è diversa. - dedusse lui.
- Prometto che le parlerò... per chiarirle le idee.... e comunque la nostra storia è migliore di quella di Marco ed Eva. - gli sorrise.
- Come due anelli... - la seguì lui.
- ... più che fratelli... - concluse lei, rassicurandolo.

I due su baciarono appassionatamente. Nel frattempo in aula...

- Charlie! Che piacere rivederti... bentornato a Roma! Come stanno i tuoi genitori? - gli chiese la professoressa Zuppante, sorridendo.
- Molto bene prof. - le rispose il suo vecchio alunno.
- Mi faresti la cortesia di andarmi a prendere un caffè alla macchinetta? Devo compilare alcuni fogli. - continuò lei, lasciandogli alcuni spiccioli sulla cattedra.
- Certo, prof. - annuì lui, alzandosi e prendendo i soldi.
- Grazie, Charlie, quasi non ti riconosco più... sei diventato un brav'uomo... - concluse la donna, ripensando al passato.

Nel frattempo in classe entrarono Rudi e Alice...

- Mentre qualcuno invece è sempre riconoscibile... accomodati, Cesaroni! - predicò l'insegnante, rivolgendosi al giovane Cesaroni.
- Scusate il ritardo... prof, buongiorno. - disse lui che si accorse che questa stava per commuoversi, quindi le chiese. - Prof, va tutto bene?
- Va meravigliosamente! Non siete degli alunni... siete i miei alunni! Gli alunni più fantastici che io abbia mai avuto nella mia carriera. - li elogiò con le lacrime agli occhi.
- La Zuppante che si commuove vedendoci? Se questa è la realtà, i conti non tornano... - pensò perplessa Alice.

Eh già, quasi impossibile anche solo immaginarlo... della Zuppante ora si poteva veramente dire che in fondo aveva anche lei un cuore.

Intanto, per le strade di Roma, sembrava che il destino volesse far incontrare Stefania ed Ezio. I loro sguardi si incrociarono, lei era pronta a tornare indietro ma così avrebbe fatto la parte di colei che si arrende di fronte agli ostacoli... ed ora Ezio era per lei un ostacolo... mentre lui non aveva altro da aspettare, doveva abbracciarla e riempirla di baci, di amore... ma purtroppo un muro lo bloccava... e quel muro era l'odio di Stefania nei suoi confronti... i due finirono comunque per scontrarsi...

- Quanto tempo ancora pensi di passarmi davanti senza dirmi niente? - disse Ezio, non riuscendo più a sopportare quell'atteggiamento indifferente.
- Sapevo che un giorno saresti tornato a tormentarmi, Ezio... che vuoi ancora? - gli chiese freddamente lei.
- Parlarti... - continuò lui, desideroso di ricongiungersi con la sua Ciù Ciù.
- Ancora? Non ti basta quello che ci siamo detti l'altro giorno?... Comunque sto qua! Dimme... - continuò lei.
- Non trattarmi così... - la pregò lui, tentanto un approccio.
- Come vuoi... che ti aspettavi? Che ti avrei baciato? O rincorso ad abbracciarti? - proseguì lei, quasi rimproverandolo.
- Stefa'... me manchi! - le disse.
- Hai rovinato tutto Ezio... sei tu quello che mi ha tradita... non sono io... io ho fatto di tutto per te... Ezio, nella mia vita mi sono capitati mille uomini affascinanti e pieni de soldi... disposti a darmi di tutto... ma io ho scelto sempre te... per amore e per rispetto... e tu invece?... Per la prima volta che incontri una... ce vai pure... ora dimmi la tua... - predicò, rinfacciandogli tutto il male che le era stato arrecato.
- Ho sbagliato... - si rammaricò lui, mettendosi le mani in faccia.
- Almeno questo, dai... - ironizzò lei.
- Però voglio sapere una cosa... - continuò il meccanico.
- L'ultima però... devo andare! Non me piace stare al tuo fianco, non me fido più de te! - ammise a malincuore la Ansaldo.
- Tu mi ami ancora? - le chiese, guardandola negli occhi.
- Amarti?!? Io?!? Ma sei fuori de testa, Ezio... posso ancora amare un uomo che mi ha distrutto la vita? - si sfogò lei, osservandolo inferocita.
- Stefa'... - tentò nuovamente lui.
- Ezio, ti ripeto, per quante parole posso sprecare... non potrai mai capire quanta sofferenza ho provato in questi anni... se non fosse stato per i tuoi amici, a quest'ora sarei rinchiusa in un ospedale per pazzi... e non me lo meritavo... visto che qui l'unico pazzo sei tu... - gli disse freddamente.
- Forse è meglio che vado... - continuò lui, voltandole malinconicamente le spalle.
- Aspetta... sapevi del ritorno de nostro figlio con Carlotta? - soggiunse lei.
- No... che sorpresa. - sorrise, contento per la notizia.
- Eh... anche per lui... Walter non sa che sei tornato a Roma... e sa tutto il male che mi hai fatto... io non so come potrà prenderla... - sospirò lei.
- Sono pronto a tutto... gli errori si pagano... - disse fermamente Ezio, deciso più che mai a rimediare al passato.
- Ora devo proprio andare, scusami... sarà meglio che mi vada a prendere un caffè in bottiglieria... - concluse Stefania, dirigendosi verso l'osteria Cesaroni, mentre il meccanico la osservò a lungo per poi andarsene per la propria strada.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora