Capitolo 17 - Il filo dell'amicizia non si spezza mai

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Intanto alle scuole superiori, nei corridoi del terzo piano...

- Sì, certo... no, io non canterò, Emilio... magari Mimmo, no? Tu hai un cantautore come fratello... chi meglio di te può cantare? - disse Matilde.
- No no, che dite?... Non posso... - ribatté il piccolo Cesaroni.
- Magari puoi chiedere aiuto a tuo fratello? - gli propose Emilio.
- Beh, posso provarci... ma ora lui è molto impegnato... però ci provo. - disse Mimmo.
- Grazie, sei il miglior cugino del mondo. - gli sorrise Matilde.
- Anche tu. - la ricambiò lui.
- Beh... ai passi ci pensi tu, Matilde, giusto? - predicò Emilio.
- Sì sì, tranquilli... fidatevi. - li rassicurò la ragazza.
- Come non fidarsi di una amica come te? - la elogiò il compagno di classe.
- Che nome dovremmo dare al nostro gruppo? - chiese Matilde.
- A questo ci penseremo più in là... magari chiedo anche aiuto a mio fratello Marco. - disse il piccolo Cesaroni.
- Dai, ragazzi, ce la faremo! Dobbiamo vincere! - li incitò lei.

Nel frattempo, in bottiglieria...

- Che bella cosa, diventeremo nonni quasi nello stesso momento. - esultò Ezio.
- Eh sì. - annuì Giulio.
- Wow, che bello. - concordò Cesare.
- Papà, hai detto che mi portavi alle giostre una volta arrivati a Roma. - disse la piccola Marta al giovane Cesaroni.
- Sì cucciola, però è da poco che siamo arrivati... stiamo un altro po' con gli zii... - le rispose il cantautore di famiglia.
- Ma no, dai, annamo a fa' 'na passeggiata tutti quanti insieme, va bene piccolina? - propose Giulio, volendo accontentare la nipote.
- Grazie, nonno. - gli sorrise lei.
- Voi annate, io resto qui che c'è molto lavoro. - disse il vecchio Cesaroni.
- Sì, piccolina, tuo zio è molto impegnato a tagliare er pezzo de mortadella. - lo derise il meccanico.
- Smettila. - sgnignazzò Giulio, divertito dalla battuta dell'amico.
- Dai, zio, davvero ci fa piacere se vieni anche tu. - lo incitò Marco.
- Davvero, Marcoli', annate. - continuò Cesare, fermo sulle sue intenzioni.
- Vabbè, Marco, bello de zio, annamo... - disse Ezio.
- A Ce', ma che hai? Sembra che nascondi qualcosa... - gli chiese il fratello.
- E che dovrei nascondere, Giu'?... - gli rispose il vecchio Cesaroni.
- Non lo so... Cesare, se devi parlare con me, parla. - continuò Giulio.
- Potete anna', Giulio... io non ho nulla da nascondere. - ripeté Cesare, rassicurandolo.
- Vabbè... a dopo, Cesare. - concluse il fratello.

Giulio e gli altri uscirono dalla bottiglieria e Cesare ne approfittò per fare una telefonata che gli sembrava urgente...

- Pronto?... Sì, sono io... Sì, stai tranquillo... Ho tutto sotto controllo...

Intanto in libreria, Stefania e Lucia lavoravano non accennando minimamente a rivolgersi la parola, fin quando...

- E dai, Stefania... scusami per l'altro giorno, non volevo dire quelle cose... ero molto delusa da mia figlia, per quello che mi aveva nascosto... - le disse Lucia, desiderosa di far pace.
- Oh... ce l'hai fatta finalmente a parlare, amica. - rispose la Ansaldo.
- Sei sempre la solita. - le sorrise la Liguori.
- Te voglio bene, Lucia... è quello che mi ha fatto Ezio che è imperdonabile. - predicò Stefania.
- Ed io, al posto di appoggiarti, ti ho ferita ancora di più... sono un'amica incapace, Stefania. - si incolpò Lucia.
- Oi, oi, oi.... calma! Amica mia... senza di te non avrei mai passato i giorni più belli della mia vita... e quella sera che corteggiavamo gli uomini e lasciavamo il numero di Germana Barilon. - la rassicurò la Ansaldo, rievocando divertita un piacevole momento del passato.
- Bei momenti... dobbiamo rifarlo un giorno. - annuì ridendo la Liguori.
- Eh, ora sbrighiamoce però... - concluse Stefania.

Nel frattempo, in giro per Roma...

- In quale scuola vorresti iscriverla? - chiese Carlotta ad Eva.
- Beh... quella più vicino a casa può andar bene. - disse la Cudicini.
- Beh, ne conosco proprio una carina e sta vicino casa Cesaroni, se vuoi ti ci porto? - le propose la Alberti.
- Sì, buona idea. - annuì Eva.
- Sennò a che servono le amiche? - le sorrise Carlotta.
- Eh già. - continuò sorridendo Eva.

Le due amiche si diressero a scuola...

- Ancora un po' preoccupata per loro? - le chiese la Alberti, interessandosi affettuosamente alla sua famiglia.
- Giulio e mia madre ci hanno capiti e, se devo dirlo, si stanno comportando da veri nonni... - predicò soddisfatta la Cudicini.
- Mentre gli altri? - continuò Carlotta.
- Gli altri... beh, mi evita perfino Alice... ti ho detto già tutto... - sospirò Eva.
- Perché non le parli? - le suggerì l'amica.
- Questa mattina mi ha rinfacciato che io non ci sono stata... quando lei ne aveva bisogno. - le disse rammaricata lei.
- Magari è un po' arrabbiata... ma vedrai che tornerà da te. - la rassicurò Carlotta.
- Mmh... - mormorò la Cudicini.
- Oi... su col morale, Eva. - la incitò la Alberti.
- Sono stanca, Carlotta... ho sofferto già tanto per la storia con Marco... ora ci mancavano solo loro. - si sfogò la ragazza.
- Eva... è vero... hai ragione... loro forse ti stanno trattando male... però guardati intorno... hai una figlia adorabile, un marito che ti ama davvero, un cucciolo che ti sta per arrivare... e dei nonni speciali che ti aiuteranno in tutto. - la incoraggiò l'amica.
- Hai ragione. - annuì Eva sorridendo.
- Oi, siamo arrivate. - predicò Carlotta, indicando l'Istituto scolastico.
- Ma allora è davvero vicino. - disse la Cudicini.
- E che ti avevo detto? Dai entriamo. - le sorrise la Alberti, quindi entrarono nell'edificio ed iscrissero Marta nella sua nuova scuola.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora