Capitolo 52 - Tutto come sempre

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Un mattino di alcune settimane dopo, tutti erano nuovamente riuniti nella cucina di casa Cesaroni per gustare insieme una buona colazione...

- Che bella giornata di sole, oggi! - esclamò Cesare sorridendo.
- Com'è di buonumore oggi, signor Cesare... ha vinto ad un gratta e vinci? E da quanto le interessano le belle giornate?... - lo derise Gabriella, facendo divertire pure Augusto.
- Mamma! - la richiamò Lucia.
- C'ha ragione, signora Gabriella. - la appoggiò il maggiore dei fratelli Cesaroni, replicando l'atteggiamento compiaciuto della donna.
- Marcoli', dai, stai tranquillo, Eva starà per arrivare... così ne parlerete bene insieme, no? - lo rassicurò Giulio.
- Sì... è che io a Milano... non so. - disse il cantautore.

Intanto suonarono al campanello...

- Ecco, mi sa che è arrivata... - predicò Lucia, andando ad aprire alla porta d'ingresso, mentre tutti si alzarono per salutare la maggiore delle Cudicini.
- Amore della mamma, sono tornata. - disse Eva, sorridendo alla figlia.
- Mi sei mancata tanto, mamma. - le rispose la piccola Marta, correndo entusiasta tra le sue braccia.
- Anche tu, tesoro. - continuò la ragazza, stringendola affettuosamente forte a sé.
- E il piccolo come sta? - le chiese Giulio.
- Beh, è qui, no? - sorrise Eva. - Sta benone... cresce bene.
- Eva, non è che possiamo parlare in mansarda, da soli? - le domandò Marco, desideroso di ricevere i dovuti chiarimenti.
- Ciao amore, certo. - annuì lei.

I due si recarono così in mansarda...

- Allora, non ti sono mancata? - gli chiese la Cudicini.
- Tantissimo... - rispose freddamente il giovane Cesaroni.
- Che c'è ? Perché fai quella faccia adesso? - continuò Eva, preoccupata.
- Beh, è tutto a posto... a parte il fatto che vuoi trasferirti a Milano... - mormorò Marco.
- Trasferirsi ora è una parola grande! - puntualizzò lei.
- Come è andata la prova lavorativa? - gli domandò il cantautore.
- Bene. - sorrise entusiasta la Cudicini. - Mi hanno presa... anzi, devo mettermi subito al lavoro...
- E non c'è bisogno di stare a Milano? - continuò lui.
- No amore, assolutamente... oi, non preoccuparti, guarda che io resto con te. - gli sorrise, accarezzandogli il viso.
- Ma se tu hai detto la casa di tuo padre? - ribatté il giovane Cesaroni.
- Sì, è vero... ma non ho accettato... sì, papà ha fatto un bel gesto... ma non dimentico ciò che mi ha fatto in passato... - gli spiegò la ragazza.
- Sapevo che potevo contare su di te. - le sorrise sollevato.
- Sì...- annuì lei, dandogli un bacio sulla guancia.
- Già, ora scendiamo giù in cucina, c'è zio Augusto... e tra pochi giorni riparte... - continuò Marco.
- Sì sì, mi cambio, ordino le mie cose e scendo. - lo seguì Eva sorridendo.
- Va bene, ma sei sicura che è tutto a posto? - le domandò il cantautore.
- Sì sì... perché? - annuì lei.
- Mi è sembrato di vederti strana... tutto qui. - le spiegò lui.
- Tranquillo, sarà stato il viaggio... - lo rassicurò la Cudicini.
- Vabbè, ti aspetto giù allora. - concluse il giovane Cesaroni, scendendo in cucina e lasciandola sommersa nei suoi pensieri.

- Ma come mi è mancata questa colazione, ciao zio. - predicò Eva sorridendo, scesa poco dopo.
- Ciao bella, tutto bene? - le chiese Augusto.

Qualche ora dopo, alle scuole superiori...

- Allora ragazzi, per la prossima settimana studiate da pagina 167 fino a pagina 172. - disse la professoressa, sfogliando il libro.

Intanto entrò Stefania, preside dell'Istituto...

- Buongiorno ragazzi, come vi avevo promesso... la sostituzione delle tre gare... sarà una festa da ballo scolastica... vi farò sapere io quando si terrà... Bene... buona lezione allora... - spiegò la Ansaldo, uscendo quindi dall'aula.
- Buona giornata, preside. - la salutò cordialmente l'insegnante.

Nel frattempo, in bottiglieria...

- Secondo me sei stato troppo buono... - disse Cesare.
- Ma come faccio, Cesare? Dai... alla fine so' ragazzini di scuola... - predicò Giulio.
- E invece sì! Mimmo è un ragazzo in gamba a calcio... - ribatté il vecchio Cesaroni.
- Che c'entra? Mimmo è appassionato di calcio fin da quando era piccolo. - continuò il fratello.
- Ma 'a Ce', ma ce l'hai un cuore te?... Ma so' ragazzini... e lasciali diverti', e su! - si lamentò Ezio.
- Ecco uno che la pensa come me... - annuì Giulio.
- Secondo me la gioventù di oggi è sbagliata! - disse Cesare.
- Vabbè, se fosse per te sarebbe tutto sbagliato, 'a Ce'. - puntualizzò l'amico.
- Ecco, er primo sbaglio sei te... - lo punzecchiò il vecchio Cesaroni.

Intanto a casa Cesaroni, Gabriella era in cucina, intenta a pulire, quando venne interrotta da Augusto...

- Una donna come lei... non dovrebbe essere trattata in questo modo. - la elogiò l'uomo.
- Ma no, guarda, Augusto, mi vogliono bene... anzi... è solo che quando non c'è Lucia... beh, mi diverto a pulire un po' casa Cesaroni. - gli sorrise la donna.

Nel frattempo, in libreria...

- Ora ti sembrerà strano, eh... ma mi piace davvero tanto come lavori. - disse Lucia.
- Secondo me sei troppo buona. - le rispose sorridendo Pamela.
- No no, dico davvero. - ribatté la Liguori.
- E poi devo di' 'a verità, io 'sto lavoro più 'o faccio e più me piace... dico davero, Luci'. - le confidò la cognata.
- Meglio così, dai. - le sorrise Lucia.

Nel tardo pomeriggio...

- Allora, di cosa tratta l'articolo che stai scrivendo? - chiese Marco, incuriosito.
- Beh... parla di una famiglia... - gli rispose Eva.
- Una famiglia? Che tipo di famiglia? - continuò il ragazzo.
- Una famiglia che ho conosciuto lì a Milano... fatti strani, mamma mia, in quella famiglia. - gli spiegò la Cudicini.
- Vabbè, allora ti faccio finire il tuo lavoro. - annuì il giovane Cesaroni.
- A dopo. - lo salutò Eva.
- A dopo... - ricambiò Marco, quindi si baciarono.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora